Commenta la storia di Gertrude, la Monaca di Monza - Studentville

Commenta la storia di Gertrude, la Monaca di Monza

Tema per il biennio delle superiori sulla Monaca di Monza, i problemi degli adolescenti e le loro scelte

Nei capitoli IX – X dei Promessi Sposi compare uno dei personaggi più complessi della letteratura italiana: Gertrude, la Monaca di Monza. Non a caso Manzoni ce ne offre una splendida descrizione, da cui già emergono i suoi contrasti, e successivamente fa una digressione in cui narra l’infanzia di Gertrude, descrivendo l’educazione ricevuta. Il Manzoni attraverso questo personaggio non si limita a delineare la vittima esemplare dei pregiudizi del secolo ma tende a cogliere un dramma di natura universale. Secondo la mentalità chiusa del 600, le figlie femmine dovevano prendere la via monacale. Il Manzoni attraverso la Monaca di Monza vuole far emergere i caratteri di una società basata sui pregiudizi. La figura che più ha influenzato questo personaggio e che più rispecchia la società del '600 è il principe padre. Egli innanzi tutto impone un’educazione rigida, a causa della sua formazione gesuitica, che opprime Gertrude. Non dice mai apertamente “ tu devi fare la Monaca”, ma attraverso comportamenti e azioni cerca di introiettare la volontà di farsi monaca, facendo sembrare questo la migliore aspirazione di una donna. Fin da piccola Gertrude infatti, giocava con bambole vestire da monache, sentiva sempre discorsi, riguardanti il convento e i suoi genitori la facevano sentire superiore rispetto alle altre bambine proprio per il futuro che poteva avere da monaca. Inoltre il principe padre rispecchia un altro elemento tipico del '600: il puro formalismo. Infatti, nei suoi gesti è come se ci trovassimo durante la scena di un film di cui lui è il regista supremo: utilizza la moglie, il figlio e addirittura le cameriere di casa, che egli stesso fa muovere come marionette per distruggere Gertrude. Le sue parole sono prive di sentimento e mirano solo all’apparenza. Ogni minimo errore di Gertrude viene utilizzato a suo vantaggio contro la figlia. Gertrude è terrorizzata dal padre, l’educazione, se così si può definire, paterna, la rende prigioniera; le numerose costrizioni, coercizioni, impedimenti che subisce danneggiano la sua libertà interiore. Così la strada di farsi monaca diventa l’unica via possibile. Sempre secondo l’ottica familiare, per ritornare sulla retta via e venir perdonata. Ella è la vittima per eccellenza ma è uno dei tanti casi della cosiddetta “monacazione esatta”. Ed ecco che tutti i condizionamenti subiti hanno avuto i loro effetti ed hanno contribuito a formare la personalità della Signora, proprio come lo descrive Manzoni. Già dall’aspetto fisico si nota quella “bellezza sbattuta” quell’atteggiamento ribelle, testimoniato dal ciuffo che le esce fuori dalla benda. Poi tutti gli aspetti contrastanti della sua ambigua personalità; da una parte scontrosa dall’altra bisognosa d’affetto: un personaggio avvolto nel mistero. Da un lato suscettibile, dall’altro gioviale e sociale, ma sempre con quella malinconia, con quel rancore avvolto nei suoi occhi.

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