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Dante

Vita e opere di Dante Alighieri.

Dante Alighieri: vita e opere

Dante Alighieri nacque a Firenze nel 1265, in un giorno non precisato del segno dei Gemelli (maggio – giugno), da Alighiero e donna Bella di cui non si conosce il cognome. Compì studi presso francescani e domenicani, poi con il dotto Brunetto Latini. Strinse amicizia con i poeti dello Stilnovo, cui aderì, componendo presto apprezzati versi d’amore ispirati a Beatrice. Partecipò alle battaglie di Campaldino e Caprona.
Datosi alla vita politica, divenne nel 1300 uno dei priori del Comune. In questa veste ordinò l’esilio di tutti i capi delle due fazioni guelfe: bianchi e neri.
Poco dopo il papa Bonifazio VIII inviò a Firenze il francese Carlo di Valois, che favorì il potere dei neri. I guelfi bianchi, tra cui Dante, andarono in esilio.
Il poeta venne ospitato da diverse corti: Malaspina, da Polenta, Scaligeri… presso i quali esercitò funzioni di segretario, ambasciatore, consigliere.
Gli fornì speranze la discesa in Italia dell’imperatore Arrigo (Enrico) VII, che però nel 1313 morì senza aver ottenuto i suoi scopi politici. Per la sua posizione a fianco dell’imperatore, i Fiorentini condannarono Dante al rogo.
Di ritorno da un’ambasceria a Venezia, Dante morì nella pineta di Ravenna il 14 settembre 1321.

Compose diversi scritti:

  • un Canzoniere di versi stilnovistici
  • la raccolta di versi e prose Vita Nova, in cui si narra l’amore per Beatrice fino alla morte di lei;
  • la Monarchia, in latino, che svolge il pensiero politico del poeta: il potere statale dev’essere detenuto dall’imperatore, mentre la Chiesa deve avere solo il potere spirituale
  • il Convivio, in volgare, una grande enciclopedia culturale, non portata a termine
  • il De vulgari eloquentia, in latino, che esalta la nobiltà del volgare italiano, a patto che sia aulico (degno della corte imperiale), curiale (preciso per il governo e le leggi), cardinale (modello di ogni altro volgare), illustre (reso elegante dalla poesia). Sono i letterati a dover creare una tale lingua, utilizzando tutti i volgari italiani
  • Ecloghe ed Epistole, in latino
  • Quaestio de aqua et terra, trattato scientifico in latino
     

La Divina Commedia

La Divina Commedia è un poema allegorico (si serve di immagini) didascalico (impartisce insegnamenti morali, politici e dotti) formato da 3 Cantiche di 33 canti ciascuna, per un totale di 99 più uno introduttivo, dunque 100. I canti sono in terzine a rima incatenata (ABABCBCDC… ). Il numero tre è simbolo della Trinità.

Dante, nella parte centrale della sua vita, dunque nel 1300, si smarrisce in una selva oscura; viene a salvarlo Virgilio (la ragione umana), inviato da Beatrice (la teologia): gli indica come unica via di scampo attraversare l’Inferno e il Purgatorio, per giungere in Paradiso.

Scendendo nell’Inferno, Dante vede il Limbo come i dotti del passato, poi i gironi dei peccatori carnali, di gola, avari e prodighi, violenti, eretici, fraudolenti, traditori; giunge alla vista di Lucifero; attraverso un cunicolo, Dante e Virgilio giungono sulla montagna del Purgatorio, custodita da Catone; visitano l’Antipurgatorio, poi le sette cornici dei sette vizi capitali, dove le anime si purificano dei peccati; sulla vetta, Virgilio consegna Dante a Beatrice, che lo condurrà in Paradiso, fino alla visione di Dio.

Durante il viaggio, Dante incontra figure di grande rilievo e forte personalità, che con sintesi poetica evidenziano la loro dimensione spirituale e morale.

Ricordiamo:

  • nell’Inferno: Paolo e Francesca, Ciacco, Farinata degli Uberti, Cavalcante dei Cavalcanti padre di Guido, Pier delle Vigne, Brunetto Latini, papa Nicolò II (che profetizza l’arrivo di papa Bonifazio VIII), Ciampolo di Navarra, Ulisse, Guido da Montefeltro, conte Ugolino
     
  • nel Purgatorio: Catone, Manfredi re di Sicilia, Iacopo del Cassero, Bonconte da Montefeltro, Pia dei Tolomei, Sordello da Goito, Nino di Gallura, Marco Lombardo, Ugo Capeto, Forese Donati, Bonaggiunta da Lucca, Guido Guinizzelli, infine Beatrice
     
  • nel Paradiso: Piccarda Donati, l’imperatrice Costanza d’Altavilla, l’imperatore Giustiniano, Carlo Martello d’Angiò, Tommaso d’Aquino (che parla di san Francesco), Bonaventura da Bagnoregio (che parla di san Domenico), il cavaliere Cacciaguida trisnonno di Dante, i santi Pietro e Bernardo, infine lo stesso Dio

    Attraverso tali incontri, il poema afferma i significati:
     

  • teologico: i peccatori vengono puniti, ma è possibile redimersi; il merito conduce in Paradiso
  • morale: gli esseri umani devono affermare la loro personalità
  • politico: le leggi sono necessarie, perché gli uomini sono deboli; ma le stesse leggi hanno bisogno di chi le faccia rispettare, cioè l’Impero; mentre la Chiesa ha solo compiti spirituali
  • letterario e linguistico: Dante elabora una lingua volgare come teorizzato nel De vulgari eloquentia, raggiungendo la perfezione con ogni varietà di tono e di stile, dal più semplice al più sublime.

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