Design della Comunicazione: intervista a due esperti - Studentville

Design della Comunicazione: intervista a due esperti

Due esperti ci introducono al mondo del Design della Comunicazione attraverso la loro esperienza

Il corso di Design della Comunicazione dello IED – Istituto Europeo di Design forma figure professionali con grandi capacità strategiche e aiuta a migliorare le doti creative dello studente. La figura professionale che il corso di Design della Comunicazione prepara è un lavoratore in grado di gestire e realizzare progetti di comunicazione all’avanguardia.

Il corso di Design della Comunicazione si può frequentare a IED Venezia, Torino, Milano e Roma. StudentVille ha intervistato per voi due esperti della Comunicazione: Alessandro Rimassa e Igor Zanti.

Intervista ad Alessandro Rimassa – Direzione Scuola di Management e Comunicazione

1.     Che cosa si definisce con il termine Design della Comunicazione?
Oggi la comunicazione è in continua e costante evoluzione, specie per via delle tante implementazioni tecnologiche e dei diversi mezzi che sono necessari per raggiungere tutti i target: ecco che quindi non basta saper fare comunicazione alla vecchia maniera, ma è necessario saper disegnare strategie contemporanee e disegnare nuovi modi per relazionarsi con le persone. Tutto questo è il design della comunicazione, attività di ricerca, analisi e progettualità che permette ad aziende, istituzioni e persone di relazionarsi tra loro e con i target con cui si vuole parlare e a cui si vogliono proporre prodotti e servizi. È un campo affascinante, un nuovo mestiere in continua evoluzione.

2.     Cosa differenzia il corso di Comunicazione di IED da quello di altre Università?
La nostra didattica segue 10 principi cardine che sono improntati sul pensare e fare assieme, ci differenziamo dalle università tradizionali perché non puntiamo solo sull’ascoltare ma soprattutto sul progettare.
Riassumo i dieci principi su cui basiamo il corso di design della comunicazione:

  • Learning by doing: significa imparare facendo, non limitandosi quindi ad ascoltare e seguire lezioni ma affiancando sempre la teoria con la realizzazione di progetti concreti.
  • Digital: competenze e skill in questo ambito saranno un passepartout professionale di primaria importanza nei prossimi anni.
  • Design: studiare comunicazione in una scuola di design significa mettere al centro del processo la capacità progettuale.
  • Imprenditorialità: la Scuola di Management e Comunicazione IED è molto attenta al mondo delle startup, in un’epoca in cui è fondamentale passare dal semplice cercare lavoro al creare lavoro.
  • Professionisti come docenti: la didattica è affidata a professionisti del mondo della comunicazione provenienti dalle migliori realtà nazionali e internazionali: sono professionisti che prestano il loro tempo alla docenza, non docenti di professione. In questo modo le rapide trasformazioni in atto nei contesti produttivi e nel mondo del lavoro trovano un immediato riscontro nei contenuti dei corsi.
  • Ricerca: siamo un luogo di formazione ma, al tempo stesso, anche un laboratorio permanente incentrato su ricerca, analisi e approfondimento degli scenari della comunicazione.
  • Trasversalità: l’esperienza formativa che offriamo permette di sperimentare cosa significhi lavorare in team misti e affrontare le stesse sfide che si incontrano nel mondo del lavoro.
  • Aziende: le Imprese sono presenti con regolarità all’interno di tutti i corsi, affinché studiare comunicazione non sia un fatto teorico ma la sperimentazione di reali esperienze professionali.
  • Portfolio: durante il corso si ha modo di costruire un portfolio creativo che metta in luce le competenze tecniche e culturali acquisite e le relazioni professionali instaurate.
  • Innovazione: innovazione per noi significa formazione ed è così che costruiamo i nostri corsi: laboratori di innovazione in cui ognuno può esprimere le proprie capacità, competenze, aspettative.

3.     Quali sbocchi professionali può fornire il corso di Design della Comunicazione?
Formiamo persone che andranno a lavorare in Agenzie di Comunicazione, di PR, di eventi e di branding, o che lavoreranno come liberi professionisti o manager in azienda nelle funzioni comunicazione, brand e marketing.

4.    Cos’è il Content Design?
Oggi il giornalismo tradizionale è a fine corsa e, lo dicono gli studi, la classica figura del giornalista è destinata a scomparire: noi siamo molto attenti alle dinamiche dell’informazione e ai cambiamenti in atto, laddove non scompariranno i giornali, i siti web, i blog, le radio e le televisioni, ma a lavorarci ci sarà una nuova figura professionale che sostituirà il vecchio giornalista: si tratta del content designer, professionista creativo capace di scrivere testi, scattare e modificare fotografie, girare e montare brevi video, costruire racconti complessi attraverso le più avanzate tecniche di storytelling e, infine, in grado di distribuire questi contenuti attraverso l’interazione in rete e sui social media. Oggi diversi editori ma soprattutto tantissime aziende cercano questa nuova figura professionale, hanno estrema urgenza di avere content designer capaci di veicolare i valori aziendali attraverso la produzione e diffusione di contenuti originali.

5.   Per quanto riguarda l’indirizzo di Brand Communication, che cosa è cambiato nel modo di comunicare il marchio tra ieri e oggi?
E’ notizia recente che Procter&Gamble abbia sostituito la figura del direttore marketing con quella dell’esperto di brand: oggi la marca, i suoi valori e la sua identità vengono prima delle mere operazioni di marketing, si comunica attraverso i contenuti in una relazione costante e alla pari tra prodotto e cliente. In questo senso il branding non è una disciplina del futuro, la comunicazione è branding: per questo motivo abbiamo sviluppato già da tempo un importante master, in doppia versione italiano e inglese, di Brand Management and Communication e oggi abbiamo stabilmente inserito nel corso triennale post diploma di Design della Comunicazione l’indirizzo in Brand Communication. Vogliamo formare i professionisti che il mercato ci chiede, la Scuola di Management e Comunicazione di IED è all’avanguardia nel fornire alle aziende queste figure professionali.

Intervista a Igor Zanti – School Manager a IED Venezia

1. Nell’ambito dell’Event Management, ritiene sia ancora utile una figura professionale come quella dell’Event Manager?
L’evento nella sua accezione contemporanea è, oramai, una parte fondamentale dei progetti di comunicazione integrata. La figura dell’Event Manager diviene, in questo senso cruciale perché, data la complessità dei progetti, è necessaria una figura che riesca a tenere le fila ed a rapportarsi in maniera  diretta e consapevole con le altre parti in causa. Questo inoltre comporta che l’Event Manager debba sviluppare competenze a 360° nell’ambito della comunicazione e conoscerne gli aspetti progettuali e produttivi

2. Pensa che sia una figura professionale richiesta nel modo del lavoro al giorno d’oggi?
Credo che l’Event Manager, per le peculiarità sopra espresse, diventi, nella sua accezione più contemporanea una figura di importanza fondamentale, soprattutto, se questa professionalità viene formata, come è nelle intenzioni di IED, con una visione ed un approccio che comprenda diverse competenze, non tralasciando l’ormai fondamentale questione del rapporto con le nuove tecnologie e i nuovi media.

3. Quanto è importante la conoscenza di una lingua straniera in un ambito così internazionale com’è effettivamente quello del Design della Comunicazione?
Una padronanza dell’inglese diviene scontata nel mondo del lavoro contemporaneo in quanto la globalizzazione dei mercati richiede la capacità di sapersi rapportare con realtà che non siano solo squisitamente locali. Non bisogna inoltre dimenticare che l’Event manager, se vuole svolgere il suo lavoro ad alti livelli, avrà quasi costantemente rapporti con realtà internazionali che utilizzano l’inglese come lingua franca.

4. Perché è necessaria una specializzazione in Beni Culturali all’interno di un corso di Comunicazione?
Per quanto una infelice battuta affermi che con la cultura non si mangi, la realtà smentisce questa affermazione. Basti pensare al progetto di mecenatismo/comunicazione di Tod’s iniziato con il restauro del Colosseo o alle mille altre iniziative che coinvolgono i beni culturali. In un Paese come l’Italia, che possiede, secondo alcuni dati, il 70 per cento del patrimonio artistico mondiale il tema dei beni culturali diviene fondamentale come motore per una rinascita economica. Sarebbe non appropriato per IED, una scuola che dell’essere al passo e del precorrere i tempi ha fatto la sua caratteristica vincente, trascurare questo aspetto in un percorso formativo di questo genere.

IED è presente in queste città: Milano, Roma, Torino, Venezia, Firenze, Cagliari e offre corsi di Visual Communication, Moda, Design e Management e Comunicazione.

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