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Ecosistemi: fattori e condizioni di equilibrio

Quali sono i fattori che mantengono l'equilibrio di un ecosistema.

Un ecosistema è in equilibrio quando il numero degli individui che formano le popolazioni che lo abitano non cambiano col passare del tempo. Per l’equilibrio degli ecosistemi sono molto importanti anche le caratteristiche fisiche e chimiche dell’ambiente, ovvero i fattori. 

Per mantenersi nel tempo, un ecosistema deve essere in equilibrio. Gli organismi di una popolazione tendono a moltiplicarsi il più possibile. Ma è importante che il loro numero non cresca troppo. Infatti, in tal caso il nutrimento non è sufficiente per tutti e l’equilibrio può venir meno. Gli equilibri degli ecosistemi dipendono anche dai fattori ambientali, cioè dalle caratteristiche fisiche e chimiche dell’ambiente. I fattori ambientali più importanti sono cinque: 

La temperatura

Importantissima per la vegetazione e per gli animali. Gli animali omeotermi, cioè con la temperatura  del corpo costante, possono sopravvivere anche a temperature assai basse; temperature che quelli eterotermi, cioè che assumono la temperatura dell’ambiente in cui si trovano, non sopportano. 

La quantità di acqua disponibile

È importante per la vegetazione. Ad esempio, a parità di temperatura, ci si può trovare in una foresta tropicale se l’umidità è elevata o in un deserto se l’acqua e l’umidità sono assenti.

Le caratteristiche del suolo

La natura chimica e fisica del suolo rende possibile che sopravvivano certe specie vegetali piuttosto che altre.

La luce

Rende possibile la fotosintesi e quindi ha una grandissima importanza.

L’ossigeno disciolto nell’acqua

Nell’acqua, l’ossigeno è poco solubile e proviene o dall’aria o dalla fotosintesi operata dalle piante acquatiche. In molti casi gli organismi presenti (in particolare, i decompositori) consumano tutto l’ossigeno disciolto, rendendo la respirazione impossibile per gli altri animali. 

Anche gli ecosistemi hanno un ciclo vitale. Gli ecosistemi possono avere una vita breve, oppure molto lunga; in ogni caso essi, come gli organismi viventi, nascono, si trasformano e muoiono. Alla sua morte, un ecosistema lascia il suo posto a un altro ecosistema. Tale trasformazione si chiama “successione ecologica”. Quanto tempo impiega un ecosistema a trasformarsi in un altro dipende dal tipo di ecosistema. Per esempio, un tronco d’albero che si decompone sul suolo di un bosco si trasforma in terreno nel giro di pochi anni. Ben diverso è il tempo impiegato da un lago per interrarsi: un  lago può trasformarsi in palude, poi interrarsi e dare origine a un bosco in alcune centinaia di anni. Una foresta equatoriale, infine, può vivere per migliaia di anni. Gli ecosistemi intermedi di una successione ecologica sono instabili: durante la fase di passaggio da una comunità all’altra si trovano mescolate insieme le specie della comunità vecchia e quelle della comunità nuova che si sta trasformando. Tale specie competono tra loro per luce e per il nutrimento. 

 

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