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Erasmo da Rotterdam

Appunto su Erasmo da Rotterdam, la vendita delle indulgenze nella Chiesa del 1500 e la figura di Martin Lutero.
Erasmo da Rotterdam

Nel 1500, la Chiesa andava incontro ad una progressiva politicizzazione: allontanatasi sempre più dai suoi compiti pastorali essa assunse un ruolo sempre più politico e il pontefice stesso si comportava da capo dello stato pontificio, più che da capo della cristianità.
Questo processo contribuì alla decadenza dei costumi ecclesiastici.
Mentre la sede papale si arricchiva sempre di più di splendidi monumenti, per molti cristiani questa ricchezza rendeva la Chiesa sempre più lontana dai principi del Vangelo.

Il teologo olandese Erasmo Geerts, conosciuto come Erasmo da Rotterdam si fece interprete del disagio di molti cristiani e condannò apertamente la corruzione e l’immoralità degli ecclesiastici.
Invitava i teologi e la Chiesa in generale ad usare un linguaggio più semplice, comprensibile a tutti.

Erasmo da Rotterdam era anche un umanista: sosteneva la centralità dell’uomo e studiava filologicamente gli antichi testi evangelici per contribuire al ritorno al cristianesimo originario.

La vendita delle indulgenze

Causus belli della riforma luterana e del dissidio interno della Chiesa del Cinquecento fu la vendita delle indulgenze.
Le necessità finanziarie avevano spinto infatti la Curia romana a intensificare sempre di più tale pratica; in origine la vendita delle indulgenze si ottenevano mediante le preghiere rivolte alla Madonna e ai Santi, affinché intercedessero presso Dio, solo con questa esigenza finanziaria nacque l’abitudine di acquistare con somme di denaro.

Nel 1514 Alberto, vescovo di Magdeburgo, volle divenire anche vescovo di Magonza.
Per ottenere questo vescovado, pagò una tassa a Roma chiedendo un prestito ai Fugger, i più ricchi banchieri del tempo.
Il fatto di per sé scandaloso si aggravò quando Alberto, divenuto vescovo di Magonza, non trovando il denaro necessario per saldare il debito con i Fugger, chiese e gli fu dato dal pontefice Leone X il permesso di procurarsi tale somma vendendo indulgenze per otto anni. Metà del ricavato tramite tale pratica sarebbe andato a Roma.

Giovanni Tetzel, frate domenicano, ebbe l’incarico di predicare l’efficacia delle indulgenze ottenute in cambio di denaro.

Martin Lutero

I procedimenti con cui le indulgenze furono messe in vendita indignarono Martin Lutero, monaco agostiniano, professore di teologia all’università di Wittenberg.
Martin Lutero si era fatto monaco dopo un avvenimento a noi oscuro, ma che influenzò profondamente la sua vita spirituale.
Studioso delle Sacre Scritture, si era convinto che la Chiesa di Roma si stesse allontanano dalla purezza delle origini.
Questa sua convinzione si rafforzò in seguito al viaggio compiuto a Roma tra il 1509 e il 1510 (città che definì “nuova Babilonia”).

Dottrina di Lutero

1. GIUSTIFICAZIONE PER FEDE: Lutero non accettava un dio che giudicava l’uomo in base alle opere che egli ha compiuto, sostenendo il detto di San Paolo “il giusto i salva per la fede”.

• Concilio di Trento: la Chiesa ribadirà che “il giusto si salva per la fede e per le opere”. Solo in seguito a 30 anni di lavoro congiunto tra teologi protestanti e cattolici nel 1999 si è giunti ad una tappa fondamentale del dialogo ecumenico, il concetto che la salvezza proviene dalla grazia divina, da cui dipendono sia la fede che le opere.

2. Lutero calcava molto sul concetto della Predestinazione: sosteneva infatti sulla scia di S. Agostino che fosse Dio a scegliere gli uomini da salvare e anche ad assegnare loro il posto che occupano nella società.

• S.Agostino concepiva l’umanità come una massa di dannati che dopo il peccato originale, solo Dio poteva, con la sua gloria imperscrutabile, decidere chi salvare e chi dannare (Calvino parlerà invece di doppia predestinazione.

3. LIBERO ESAME DEI TESTI SACRI: affermava che Dio fa conoscere la sua volontà direttamente agli uomini attraverso il Vangelo. Negava quindi la funzione d’intermediazione della Chiesa, sostenendo il sacerdozio universale dei credenti, cioè che ognuno fosse “sacerdote di se stesso”. A questo scopo tradusse la Bibbia in tedesco, dando vita anche ad un processo di crescente alfabetizzazione e istruzione.

"Lutero era “ossessionato dal peccato"…"Chi è l’uomo, con le sue braccia ridicolmente corte, con le quali si eleva verso Dio per entrare in relazione con il signore?"

La rottura di Lutero con Roma…

1. Novembre 1517. Vengono rese pubbliche 95 tesi in cui Lutero sosteneva che il pontefice non poteva rimettere un peccato decretato da Dio. Lutero manda una copia delle tesi ad Alberto, vescovo di Magonza e diretto interessato, il quale però a sua volta mandò una copia a Roma, coinvolgendo nella questione il Papa.

2. Gli agostiniani intervennero a favore di Lutero, i domenicani gli furono contro.

3. Lutero negò apertamente la validità delle indulgenze e affermò che l’autorità del pontefice passava in secondo piano rispetto alle Sacre Scritture.

4.1520: Lutero pubblica : “Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca sulla riforma della società cristiana” e “La cattività babilonese della Chiesa” in cui polemizzava aspramente contro Roma.

5. La riforma luterana si diffuse in Germania, anche per ragioni politico-economiche (i principi tedeschi volevano impossessarsi del patrimonio ecclesiastico). I principi aderirono al luteranesimo e Lutero si unì a loro.

6. Lutero accettò che nascessero le LANDESKIRKEN, chiese territoriali assoggettate ai principi che ne traevano benefici economici.

7. Lutero fu rapito da un principe tedesco e tenuto prigioniero per un anno nel castello di WartBurg.

  • Storia Moderna

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