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La fiaba

Le caratteristiche del genere fiaba: origine, struttura, personaggi e ambientazione.

“C’era una volta… “
È così che iniziano le fiabe, un genere letterario di origine popolare, che nasce dalla tradizione orale e che hanno sempre affascinato l’immaginazione dei piccoli ( ma anche degli adulti). 

Le fiabe raccontano quasi sempre di grandi difficoltà e pericoli da superare, di magie buone e cattive, di viaggi straordinari.
È  necessario distinguere la fiaba dalla favola, anche se i due termini vengono, a volte, usati impropriamente, l’uno per l’altro.

La fiaba è in prosa, ha come protagonista di solito l’uomo, nelle cui vicende intervengono spiriti benefici o malefici, demoni, streghe, fate, orchi ecc., ha un maggiore sviluppo narrativo e non ha necessariamente finalità morali e dimostrative.

Origine e diffusione della fiaba

La fiaba ebbesin dai tempi remoti vastissima diffusione nel mondo indoeuropeo, come genere di intrattenimento. In Oriente ebbe uno sviluppo grandioso con la fiaba delle “Mille e una notte”, una ricchissima raccolta di fiabe del mondo arabo e orientale, come I viaggi di Sindbad o Aladino e la lampada magica; i racconti vennero ripresi nel Settecento, quando vennero tradotti, diffondendosi in tutta l’Europa; non fu presente come genere letterario nella prosa greca e latina.

Fu soprattutto nell’Ottocento che in vari Paesi europei furono trascritte le antiche fiabe della tradizione orale; ma sarà con i fratelli Grimm che il genere conoscerà il suo massimo sviluppo. Il loro esempio venne seguito in Russia da Aleksandr Afanas’ev ( 1826-1871 ) che fin da ragazzo cominciò a riscrivere le fiabe e le leggende popolari della fredda e desolata terra natia. 
In Norvegia raccolsero fiabe Peter Abiornsen e Jorgen Moe.

Italo Calvino (1923-1985), uno dei più famosi scrittori italiani del Novecento, nel 1956 pubblicò in Italia la più ricca raccolta di Fiabe Italiane, tratte dal patrimonio favolistico di tutte le regioni.   Infine non si può non citare un grande autore classico di fiabe, il danese Hans Christian Andersen (1805-1875), famoso per i suoi racconti, tra cui ricordiamo “La piccola fiammiferaia” e “Il brutto anatroccolo”.  Grande teorico della fiaba fu J. R. R. Tolkien, che nel suo saggio Sulle Fiabe, contenuto nella raccolta Albero e foglia, analizza il genere studiandone origini, significato e funzione.

Struttura della fiaba

Le fiabe sono racconti che seguono uno schema narrativo molto semplice e lineare; presentano di solito una situazione iniziale in cui vengono caratterizzati i personaggi principali, e definiti il luogo e il tempo della storia. Presto però i protagonisti si trovano a fronteggiare una situazione problematica e pericolosa da risolvere, ed è proprio la complicazione attorno a cui si costruirà l’intera fiaba. Quindi avviene lo svolgimento della vicenda, con il racconto delle mirabolanti peripezie che devono affrontare fino a giungere a una conclusione, a un lieto fine in cui si superano le difficoltà e si risolvono i problemi.

Il linguaggio è semplice, con dialoghi frequenti; le formule di inizio e di chiusura sono quasi sempre le stesse (“C'era una volta… “-“ E vissero felici e contenti…”) e sono frequenti  le ripetizioni (per esempio: “Tanto, tanto tempo fa…”). Questi espedienti tecnici, aiutavano la memorizzazione della fiaba.

I personaggi della fiaba

Nelle fiabe troviamo elementi costanti e anche i protagonisti hanno caratteristiche ben precise:

  • IL BUONO: è il protagonista della fiaba ed è spesso amorevole, comprensivo, simpatico, di bell’aspetto, generoso e onesto. 
     
  • IL CATTIVO: è ovviamente l’antagonista, crudele, spregevole e brutto, prepotente e sleale, che cercherà in ogni modo e con qualunque mezzo di ostacolare il protagonista.
     
  • L’AIUTANTE: è un personaggio indispensabile perché è spesso di aiuto al protagonista buono quando si trova in difficoltà; naturalmente ha qualità positive e molti pregi simili al protagonista.

L'ambientazione delle fiabe

Il tempo in cui sono ambientate le fiabe è indeterminato, di là dalle formule iniziali; non compaiono date precise e anche la durata delle vicende è spesso generica (“camminò giorni e notti…”, “molti anni dopo…”)

I luoghi immaginari sono ambienti reali, come favolosi castelli o le case diroccate della povera gente, le tenebrose e impenetrabili foreste, o gli esotici paesi lontani, ma pure fantasiosi (ai confini del mondo, nel reame di…). Anche se i luoghi sono indefiniti, possiamo rintracciarli nelle ambientazioni natie degli autori stessi che prendono certamente spunto dalla loro realtà per fantasticare e giocare con la fantasia. Infatti, nella fiaba occidentale troviamo spesso l’immagine dell’Europa di allora, prima dell’età moderna: le foreste fittissime e intatte dei paesi del Nord e la vita dei contadini o dei signori dei castelli; e ovviamente, troviamo anche gli animali.

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