La globalizzazione - Studentville

La globalizzazione

La globalizzazione del mondo in tutti i suoi aspetti negativi e positivi.

La terza rivoluzione industriale

La terza rivoluzione industriale, iniziata dopo il secondo dopoguerra e attualmente in corso, è caratterizzata da un insieme di fattori che anno prodotto un radicale cambiamento nelle fonti energetiche, nel sistema di produzione, nelle comunicazioni, nella tecnologia e nella ricerca scientifica. Le novità più importanti, che hanno cambiato e influenzato tutta la vita dell’umanità, riguardano: l’energia atomica, l’astronautica, l’informatica e le biotecnologie. Il principale settore in cui si lavora è quello terziario, che comprende tutti i servizi: scuola, sanità commercio, trasporti, turismo, sport ecc. La più grande innovazione è stata l’avvento dell’informatica: non c’è campo infatti della vita umana che non ne sia interessato. Internet, in particolar modo, permette di avere una rete di scambi di informazioni multimediali dalle potenzialità infinite.

Il villaggio globale

Il mondo oggi è diventato un villaggio globale, grazie allo straordinario sviluppo delle comunicazioni in tutte le forme: dal trasporto delle persone e delle merci, alle telecomunicazioni e a internet. Il villaggio globale è dominato dagli schemi del televisore e del computer, che fungono da una piazza per incontrarsi virtualmente. La cultura di massa si è diffusa in tutto il mondo: l’inglese è diventata la lingua internazionale, il cinema, il cibo di ogni nazione o continente viene messo alla portata di tutti. In ogni luogo si trovano gli stessi prodotti con i loghi, o marchi, simboli delle aziende (per esempio la mela morsa, di Apple). Un tempo gli Stati nazionali imponevano alti dazi doganali, ora invece ci sono le multinazionali.

La globalizzazione dell’economia

Oggi si individuano quattro gruppi di Paesi, un tempo indicati come appartenenti al Secondo, Terzo e Quarto Mondo.

  • paesi esportatori di petrolio o di minerali preziosi, come Russia e Sudafrica.
  • paesi laboratorio: i più attivi sono la Cina e l’India.
  • paesi in via di sviluppo: la crescita del prezzo del petrolio ha portato al notevole aumento dei prodotti di consumo.
  • paesi poveri: ne fanno parte quelle nazioni prive di ogni risorsa di materie prime.

Paesi ricchi e paesi poveri

Nel mondo le disuguaglianze di reddito sono enormi. Questa situazione si riflette sui consumi, e anche i prodotti poco costosi, come i televisori, sono di difficile accesso. Nelle zone povere del mondo c’è anche difficoltà nell’acquisto del cibo, toccando il livello della fame e della malnutrizione. Non mancano a livello mondiale i programmi per combattere la povertà.

La crisi dell’economia globale.

La gravissima crisi del 2008, è stata la conseguenza della globalizzazione perché ha offerto il guadagno solo per poche persone. La crisi affonda le sue radici nel decennio precedente, quando le banche statunitensi, e non solo hanno preso a finanziare i debiti delle famiglie e lo sviluppo delle imprese, esponendosi a rischi di insolvenza, ovvero difficoltà nel ritornare i soldi anche a chi li avevano prestati. Nel 2009 la crisi diventa reale, poiché ha colpito banche, famiglie, imprese. Per rimediare gli Stati Uniti hanno investito grandi somme per salvare le grandi imprese e le banche. La crisi si è estesa in tutto il mondo, determinando la crescita eccessiva del debito pubblico.

La globalizzazione del mondo

Gli uomini oramai viaggiano spesso, sia per lavoro che per piacere. Il progresso tecnologico ha permesso di dotare tutti gli Stati di mezzi di comunicazione efficienti, per esempio la metropolitana, i treni ad alta velocità, aerei.

Le migrazioni e le loro conseguenze

Sono circa 170 milioni di migranti nel mondo; tra questi un terzo sono rifugiati, si tratta di persone che raggiungono un nuovo stato con mezzi di fortuna, spesso in maniera clandestina. Altri tipi di migrazioni sono per motivi di lavoro, che espatriano volontariamente nella speranza di trovare un lavoro migliore. Nei paesi d’arrivo tutto ciò implica un aumento della popolazione, che è positivo per quei paesi dove il tasso di crescita è basso. Le conseguenze negative, invece, di un tale fenomeno sono: il razzismo, lo spopolamento di regioni intere, lavoro in nero e sfruttamento lavorativo nelle regioni in cui si arriva.

 

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