Hume: la politica - Studentville

Hume: la politica

Il pensiero politico di Hume.

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La politica Le caratteristiche antirazionalistiche di Hume presenti nella sua filosofia morale caratterizzano anche il suo pensiero in ambito politico . Se il giusnaturalismo si proponeva di fornire spiegazioni sulla società umana sulla base di princìpi razionali insiti atemporalmente nella natura dell’ uomo , Hume è invece del parere che la società possa essere spiegata solamente analizzando quegli impulsi e sentimenti che hanno storicamente condotto alla formazione del consorzio civile . Secondo Hume nella natura umana esiste intrinsecamente un’ originaria tendenza alla socievolezza , che si manifesta in primo luogo come impulso sessuale e porta dunque alla costituzione della famiglia . Questa prima forma di società naturale porta gli uomini ad apprezzare i vantaggi della convivenza sociale , per esempio quelli derivanti dalla divisione del lavoro , e a bramare di estenderla al di là del troppo ristretto ambito familiare . D’altronde la tendenza dell’uomo alla socievolezza non è illimitata , dal momento che per inclinazione naturale egli tende ad apprezzare e ad amare solo le persone più vicine ; nei confronti di quelle più lontane egli tende spesso ad assumere un atteggiamento ostile e sospettoso , venendo a conflitto e in competizione con esse per il possesso dei beni che una natura non prodiga ha distribuito in scarsa misura , con una certa parsimonia . Questa doppia esigenza , ossia di entrare in società con gli altri i insieme tutelare se stessi contro il pericolo costituito dalla vicinanza di essi , porta inevitabilmente ad una convenzione tra gli uomini avente come fine ultimo la stabilità della proprietà individuale e il godimento pacifico di tutto ciò che ciascuno acquisisce mediante il suo faticoso lavoro . La vita sociale si espande a raggiera intorno al concetto centrale di giustizia , la quale permette di contemperare gli interessi individuali con quelli dell’intera società . Al pari della società civile , nella quale solo esse possono essere esercitate , la proprietà e la giustizia non hanno quindi carattere naturale , ma sono una condizione e una virtù artificiali , che trovano il loro fondamento nelle convenzioni e nell’ educazione degli uomini . Dunque Hume nella sua concezione dell’uomo come “animale sociale” si distacca dalla concezione di Hobbes , che vedeva la condizione dell’uomo come una condizione di guerra di ciascuno contro ogni altro , per riallacciarsi alla definizione data a suo tempo da Aristotele nella Politica : l’uomo per sua natura è un animale politico e socievole . Tuttavia la concezione dell’uomo di Hobbes sembra trapelare in Hume nel momento in cui egli ammette che nei confronti delle persone più remote l’uomo tende ad assumere un atteggiamento ostile e sospettoso. (segue nel file da scaricare)

  • Filosofia

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