Il Punto di Rugiada - Studentville

Il Punto di Rugiada

Con il termine “punto di rugiada” si vuole indicare a quale temperatura inizia a condensare il vapore d’acqua contenuto nei fumi a causa del loro progressivo raffreddamento lungo i condotti di evacuazione.

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Il Punto di Rugiada Con il termine “punto di rugiada” si vuole indicare a quale temperatura inizia a condensare il vapore d’acqua contenuto nei fumi a causa del loro progressivo raffreddamento lungo i condotti di evacuazione. Il punto di rugiada non è fisso; varia in funzione del tipo di combustibile impiegato, con la percentuale di anidride carbonica contenuta nei fumi e quindi dell’accesso d’aria fornito dal bruciatore.Analizzando la seguente tabella si può conoscere a quale valore di temperatura si verifica il punto di rugiada, o meglio, il valore di temperatura al di sotto della quale il vapore acqueo contenuto nei fumi di una caldaia a gas inizia a condensare. GAS METANO Temperatura di rugiada °C 1 25 2 33 3 39 4 43 5 46 6 49 7 52 8 54 9 56 10 58 11 60 Come si è detto in precedenza il punto di rugiada dipende anche dall’eccesso d’aria fornito alla combustione, proprio perché eccesso d’aria e contenuto di nei fumi sono in stretta relazione; infatti aumentando l’eccesso d’aria diminuisce la percentuale di anidride carbonica nei fumi ed anche il valore della temperatura di rugiada. Dal diagramma si può notare che con un eccesso d’aria del 25a temperatura di rugiada per il metano è di circa 10°C superiore a quella del gasolio (55°C anziché 45°C); ciò significa che con una temperatura superiore del punto di rugiada si hanno maggiori probabilità di scendere al di sotto di tale temperatura e pertanto di dar luogo all’insorgere di formazione di condensa. Se cerchiamo di immaginare ogni qualvolta si attiva un impianto termico composto da una caldaia a gas con un tipo di funzionamento acceso-spento, tarato alla potenza ridotta, con il condotto fumi allacciato ad una canna fumaria non coibentata e magari in conglomerato cementizio, possiamo notare che una tale combinazione di circostanze negative e sfavorevoli ha come conseguenza un tiraggio precario abbondanti formazioni di condensa, in quanto la canna fumaria non giunge mai ad un regime permanente di temperatura e la temperatura dei fumi sarà per molto tempo e per molte volte inferiore alla temperatura di rugiada, prima che gli stessi fuoriescano dalla sommità della canna. Inoltre bisogna tenere presente che oltre una maggiore temperatura fumi, nelle caldaie utilizzanti gasolio si è soliti fornire un maggior eccesso d’aria alla combustione, pertanto il fenomeno della condensa è meno probabile rispetto alle caldaie utilizzanti combustibili gassosi. La non conoscenza di queste particolarità ha fatto sì che venissero allacciate caldaie a gas, in sostituzione di vecchie caldaie a gasolio, alla medesima canna fumaria esistente: sicuramente sovradimensionata, di notevole massa, probabilmente con la parte interna non impermeabile e spesso non isolata termicamente. La normativa prescrive che la temperatura dei fumi debba essere sempre superiore di almeno 20°C rispetto alla temperatura di rugiada, anche quando la caldaia funziona alla temperatura ridotta o alla potenza minima modulata. Così facendo si favorisce un buon funzionamento e quindi una maggiore durata del generatore evitando anche gravi situazioni di pericolo oltre che di danni alle strutture.Infatti la condensa che si forma lungo i condotti fumari è di natura acida con valori di pH pari a 3.5÷3.6 e quindi corrosiva. Quando la formazione di condensa è notevole può giungere dalla canna fumaria, tramite i condotti, anche alla caldaia e provocare corrosioni sia sulla cappa che sullo scambiatore, che nel tempo ed in assenza di regolare manutenzione può arrivare ad intasarsi con il pericolo che parte dei gas combusti fuoriescano in ambiente anziché oltre la sommità del tetto. (segue nel file da scaricare)

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