Kant: Cronologia della vita e delle opere - Studentville

Kant: Cronologia della vita e delle opere

Cronologia della vita e delle opere di Kant.

1724 Immanuel Kant nasce a Kà¶enigsberg, capitale della Prussia orientale (attualmente Kaliningrad), il 22 aprile, da Johann Georg Kant (1683-1747), sellaio, e da Anna Regina Reuter: quarto di undici figli, di cui sei morti in giovane eta’. Col fratello rimasto, divenuto pastore protestante, e soprattutto con le tre sorelle, conservera’ scarsi rapporti. 1732 Entra nel Collegium Fredericianum, diretto dal pastore Franz Albert Schultz, d’indirizzo pietistico, ma aperto all’illuminismo wolffiano. Oggetto particolare di studio, i classici latini. 1740 S’iscrive all’Universita’, dove Martin Knutzen gli trasmette l’interesse per la filosofia newtoniana e per la matematica. Sei anni dopo, conclude i suoi studi preparando i Pensieri sulla vera valutazione delle forze vive (Koenigsberg 1747), in cui prende posizione nella disputa tra cartesiani e leibniziani sulla questione. 1746 Comincia l’attivita’ di precettore privato presso famiglie nobili della Prussia orientale (dalla quale non s’allontanera’ mai, per tutta la vita). 1754 Risponde alla questione messa a concorso dall’Accademia di Berlino: “Se la Terra abbia subito modificazioni nel suo movimento di rotazione”; e successivamente a un’altra: “Se la Terra invecchi”. 1755 Lasciato l’insegnamento privato, inizia la carriera universitaria, ottenendo il dottorato con la dissertazione De igne e la “venia legendi” con la Principiorum primorum cognitionis metaphysicae nova dilucidatio. Insegnera’ un po’ di tutto: matematica, logica, fisica, geografia; piu’ tardi filosofia, pedagogia, antropologia, psicologia. I suoi prevalenti interessi di geografia generale sono attestati dall’uscita della Storia universale della natura e teoria del cielo (Koenigsberg-Leipzig 1755), in cui anticipa la teoria di Laplace sulla formazione del sistema solare (senza, peraltro, attirare l’attenzione degli studiosi); nonche’ dai programmi d’insegnamento, che, tra il ’56 e il ’57, annunziano corsi su “la teoria dei venti”. 1756 Il terremoto di Lisbona gli da’ occasione per la pubblicazione di tre scritti in argomento, a cui si aggiunge la Monadologia physica, ispirata a un dinamismo alla Boscovich, piu’ che al monadologismo di Leibniz. 1758 Pubblica una Nuova teoria del moto e della quiete. 1762 Esce un saggio Sulla falsa sottigliezza delle quattro figure sillogistiche. 1763 Escono due tra i piu’ importanti scritti precritici: l’Unico argomento possibile per dimostrare l’esistenza di Dio e la Ricerca per introdurre il concetto di quantita’ negative in filosofia. Nel primo si prospetta la teoria dell’esistenza come posizione, e si afferma che, mentre la possibilita’ logica si riduce alla non contraddizione, la possibilita’ reale presuppone una qualche esistenza: essendo dunque impossibile un’assoluta non esistenza, si desume l’esistenza di un essere necessario, di cui si dimostrano poi l’unicita’, l’onnipotenza, ecc. L’argomento (che non puo’ esser confuso con l'”argomento ontologico”) non sara’ piu’ ne’ ripreso ne’ confutato da Kant. Nel saggio sulle grandezze negative si fa distinzione tra la contraddizione logica e l’opposizione reale (+a àa), analoga a quella per cui due forze si annullano a vicenda. 1764 Pubblica la Ricerca sull’evidenza dei principi della teologia naturale e della morale, in cui mette in rilievo la differenza di metodo tra matematica e filosofia; e le Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime, in cui a fondamento della morale e’ posto “il sentimento della bellezza e della dignita’ della natura umana”. 1766 Dopo aver tentato invano (nel ’56 e nel ’58) di ottenere un insegnamento universitario di ruolo, e’ nominato sottobibliotecario alla Biblioteca reale, per essersi “reso celebre con i suoi scritti”. Pubblica i Sogni di un visionario chiariti con i sogni della metafisica, l’opera in cui piu’ si avvicina al punto di vista dell’empirismo inglese. Il visionario e’ il mistico svedese Swedenborg, che, tra l’altro, con la sua concezione di un paradiso non statico ma progressivo, influira’ sull’idea kantiana di un perfezionamento indefinito della moralita’, a cui corrisponde un incremento indefinito della felicita’. 1768 Pubblica un saggio Sul fondamento primo della distinzione delle regioni dello spazio, in cui accetta sostanzialmente la teoria newtoniana dello spazio assoluto, soprattutto in considerazione delle figure simmetriche incongruenti nello spazio. 1769 “L’anno ’69 mi porto’ una gran luce”: Kant ha scoperto il principio fondamentale del suo trascendentalismo, la funzione dello spazio e del tempo come forme che condizionano la ricezione, da parte nostra, di tutte le impressioni sensibili, e che, percio’, danno agli oggetti d’esperienza la loro struttura formale. Cio’ permette di conoscere certe verita’, concernenti gli oggetti, “a priori”, cioe’ senza fare ricorso all’esperienza. Tali sono, per esempio, le verita’ geometriche, che dipendono dalla forma dello spazio. Oltre che una gran luce, l’anno ’69 porto’ a Kant una cattedra universitaria di Logica e Metafisica, ottenuta trasformando la cattedra di Matematica del defunto pastore Langhansen. 1770 Kant inaugura il suo insegnamento con la dissertazione De mundi sensibilis atque intelligibilis forma et principiis, in cui espone la fondazione trascendentale delle scienze matematiche, ma lascia aperta la questione delle scienze fisiche, che si ripromette di risolvere in uno scritto successivo. L’attesa si prolunghera’ per oltre dieci anni, perche’ la questione era ardua: spazio e tempo condizionano la forma dei fenomeni perche’ sono forme recettive della sensibilita’: ma come possono le forme dell’intelletto, che e’ la facolta’ della spontaneita’ del pensare, condizionare un oggetto che non e’ prodotto dal nostro pensiero, bensi’ ci e’ “dato”? 1781 La Critica della ragion pura (Koenigsberg 1881), scritta in pochi mesi dopo che la teoria dello “schematismo trascendentale” aveva permesso a Kant di risolvere il problema di cui s’e’ detto, presenta al pubblico il trascendentalismo kantiano in tutta la sua ampiezza. Le forme universali e necessarie del nostro conoscere (spazio e tempo per l’intuizione sensibile, categorie per il pensiero intellettuale) condizionano la forma dell’oggetto per noi, cioe’ del fenomeno, che, per entrare nella nostra esperienza, deve adattarsi al nostro modo di conoscerlo. Impregiudicata e sconosciuta rimane, per contro, la struttura delle “cose in se'”, cioe’ considerate a parte dal modo in cui le conosciamo; che tuttavia, non potendo entrare nella nostra esperienza, non sono, per definizione, oggetto di conoscenza, ma solo di un pensiero vuoto. Cio’ restringe l’ambito di tutto il nostro sapere all’esperienza possibile, al di fuori della quale possono bensi’ esserci idee “regolative”, ma non oggetti conosciuti. In particolare vengono a cadere i tentativi di dimostrare l’esistenza di Dio (nella quale Kant non cesso’ mai di credere), nonche’ di risolvere questioni che trascendono l’esperienza possibile, come quella della liberta’. 1783 Con i Prolegomeni ad ogni metafisica futura che vorra’ presentarsi come scienza Kant riespone la fondazione trascendentale della Critica in senso rovesciato: dall’esistenza di una matematica e di una fisica, come scienze, si risale alle condizioni che rendono queste scienze possibili. L’esistenza della metafisica non puo’, per contro, esser data per scontata. Ma l’intenzione di Kant e’ di mostrare impossibile solo la metafisica dogmatica, non preceduta dall’esame dei limiti del nostro conoscere intrapreso dalla Critica. Compiuto questo esame, una metafisica come scienza sara’ possibile muovendo da quelle strutture a priori che non dipendono dall’esperienza perche’ (al contrario) la condizionano. 1784 Nella “Berlinische Monatsschrift” escono l’Idea di una storia universale dal punto di vista cosmopolitico e la Risposta alla domanda: che cos’e’ l’Illuminismo? Kant professa una fede nel progresso basata non sui dati dell’esperienza, ma sul fatto che cercare il progresso e’ un dovere, e una fede nella liberta’ di pensiero, che non contrasta con l’obbedienza alle direttive dell’autorita’, le quali possono essere discusse liberamente dai dotti, ma non eluse. 1785 Oltre alla Fondazione della metafisica dei costumi, escono scritti Sui vulcani della luna, Sull’illegalita’ della contraffazione di libri, Sulla determinazione del concetto di razza umana e due recensioni, abbastanza aspre, alle Idee sulla filosofia della storia dell’umanita’ di Herder. 1786 I Principi metafisici della scienza della natura espongono quella che, per Kant, e’ la “metafisica come scienza”, cioe’ la dottrina a priori delle strutture intellettuali su cui si fonda la fisica (in base al principio della Critica, che l'”intelletto e’ il legislatore della natura”). Gli scritti brevi, che escono via via, continuano a interessare soprattutto la filosofia morale: Che cosa significa “orientarsi nel pensare”?; Congetture sull’origine della storia; una recensione al Saggio sul principio del diritto naturale di G. Hufeland. La fama di Kant comincia a espandersi, e ne e’ un segno anche la nomina a rettore, per un biennio. 1787 Esce la seconda edizione della Critica della ragion pura: interamente rifatta la parte riguardante la “Deduzione trascendentale” delle categorie. 1788 Esce la Critica della ragion pratica, in cui i temi della Fondazione del 1785 sono trattati con piu’ rigore, e pienamente coordinati con i principi della filosofia speculativa di Kant. 1790 La Critica del Giudizio (cioe’, propriamente, della “facolta’ di giudicare”) prende in esame i principi a priori del giudizio estetico (fondato sul “libero gioco” delle nostre facolta’ conoscitive, per cui un oggetto sensibile prodotto dall’immaginazione si presenta “come se” fosse stato costruito in modo da soddisfare alle esigenze dell’intelletto) e del giudizio “teleologico”, riguardante, cioe’, la finalita’ nella natura. Quest’ultimo concetto, a differenza dei “concetti puri dell’intelletto” o categorie, non condiziona il costituirsi stesso dell’oggetto per noi, quindi non condiziona il costituirsi della natura: ma la natura non puo’ essere da noi pensata se non “come se” fosse costruita in vista di fini: altrimenti non riusciremmo a concepire interamente la sua unita’. Importante lo scritto polemico contro il leibniziano Eberhard: Su una scoperta per cui ogni nuova critica della ragion pura sarebbe resa inutile da una critica anteriore. 1792 Pubblica un articolo Sul male radicale, il cui tema sara’ ripreso nel libro sulla religione dell’anno successivo. 1793 La religione entro i limiti della semplice ragione descrive la lotta del principio buono della moralita’ con il principio cattivo delle inclinazioni (laicizzazione del concetto di peccato originale). La religione, che si pretende rivelata, e’ un semplice mezzo per educare gli uomini alla moralita’, la cui vittoria sara’ il vero avvento del “regno di Dio”. Il libro, dapprima vietato, poi permesso a Jena e giunto presto alla seconda edizione, procuro’ a Kant l’ingiunzione del governo di “usare meglio il suo ingegno” e di astenersi dallo scrivere di religione. Kant si professo’ obbediente; ma, dopo la morte di Federico Guglielmo II, tornera’ sull’argomento nel Conflitto delle Facolta’ (1798). Importante lo scritto contro il Garve: Sul detto comune: “questo puo’ essere giusto in teoria ma non vale per la prassi”. 1795 “Per la pace perpetua” e’ un titolo che Kant trae da una insegna di osteria, che rappresentava un cimitero: lo scetticismo su questo ideale e’, pero’, corretto dalla fede pratica nel miglioramento morale dell’umanita’, che compare anche in un altro scritto (postumo), Se l’umanita’ sia in costante progresso verso il meglio. 1797 Esce in due volumi (“Principi metafisici della dottrina del diritto” e “Principi metafisici della dottrina della virtu'”) la Metafisica dei costumi: controparte etica della metafisica della natura esposta nel 1786. Essa traccia il quadro di tutti quei fini che sono, al tempo stesso, doveri: quei fini, cioe’, che la forma stessa della legge morale m’impone di volere. Essi sono, in breve, tutti quei fini che conferiscono alla mia perfezione e all’altrui felicita’. Particolarmente importante la parte sul diritto, cioe’ sulla legislazione esterna, che limita la liberta’ di ciascuno, in modo da renderla compatibile con la liberta’ di tutti gli altri. In risposta a un articolo di Benjamin Constant, scrive Sul presunto diritto di mentire per umanita’. 1798 Esce l’Antropologia dal punto di vista pragmatico e Il conflitto delle Facolta’. Contro il Nicolai (esponente della “filosofia popolare”) scrive Sulla fabbricazione di libri. 1800 Escono, a opera di uno scolaro (Jaesche), le lezioni di Logica, a cui seguiranno nel 1802-1803 le lezioni di Geografia fisica e di Pedagogia (a opera di Rink). 1801 La salute di Kant peggiora rapidamente: egli lamenta una forma di “coma vigil” o insonnia continua, e diminuiscono le sue capacita’ di coordinazione. Interrompe di fatto la stesura di un’opera (cominciata nel 1796) “Sul passaggio dai principi metafisici della scienza della natura alla fisica”, che doveva rappresentare una revisione e il culmine di tutta la sua filosofia trascendentale; e si dimette dal Senato accademico. 1804 Muore il 12 febbraio, mormorando: Es ist gut (“Sta bene”). Sulla sua tomba saranno iscritte le parole della Critica della ragion pratica: “Il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me”.

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