La missione soho dell'esa - Studentville

La missione soho dell'esa

Lanciato il 2 Dicembre 1995 con un vettore americano Atlas II, SOHO (Solar and Heliospheric Observatory) studia il vento solare e il Sole dal suo interno fino alle regioni piu' esterne.

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La missione soho dell’esa Lanciato il 2 Dicembre 1995 con un vettore americano Atlas II, SOHO (Solar and Heliospheric Observatory) studia il vento solare e il Sole dal suo interno fino alle regioni piu’ esterne. Una delle scoperte piu’ sorprendenti di questi ultimi decenni riguardo al Sole e’ che il nostro astro “canta”. Le note, che avrebbero frequenza troppo bassa per essere udite dall’orecchio umano, non riescono a propagarsi nel vuoto dello spazio interplanetario. Gli specialisti della fisica solare, tuttavia, riescono a rivelare un movimento ritmico che si produce alla superficie del Sole, generato dal riverbero di onde sonore al suo interno. Le oscillazioni che ne derivano hanno frequenze ben definite, come note musicali, e la loro analisi getta nuova luce sulla struttura del Sole. Nel Dicembre del 1995 l’ESA ha lanciato il satellite SOHO per fare una registrazione “hi-fi” del canto del Sole. La durata prevista della missione e’ di 2 anni. Visione artistica del satellite in orbita. SOHO e’ in una regione di equilibrio tra la forza di attrazione solare e quella terrestre, a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra nella direzione del Sole. (ESA) SOHO durante l’assemblaggio e i test alla Marconi di Porsmouth (Inghilterra).(ESA) UVCS, Spettrometro Coronagrafo Ultravioletto. Lo Spettrometro Coronagrafo Ultravioletto (UVCS) osserva la radiazione diffusa dalla corona solare nell’Estremo Ultravioletto (EUV). Esso puo’ determinare i parametri principali (temperatura, densita’ e velocita’ di flusso di massa) del plasma costituente la corona solare. Il suo funzionamento si basa sullo stesso principio delle eclissi solari, che rendono possibile l’osservazione della corona molto meno luminosa del disco solare. Nel caso dell’UVCS il disco viene mascherato da uno schermo di dimensioni opportune; lo strumento, puntato costantemente verso il centro del Sole, puo’ ruotare attorno al proprio asse, rendendo cosi’ possibile la mappatura completa della corona. Vista del modello di volo dello spettrometro UVCS con le fenditure di ingresso dei tre canali schermate dai “baffles” (necessari per proteggere dalla luce diffusa) e le relative movimentazioni. Lo strumento e’ stato realizzato in collaborazione fra Smithsonian Astrophysical Observatory (Cambridge, USA), ETH (Zurigo, Svizzera), Goddard Space Flight Center (USA) e le Universita’di Firenze, Padova, Torino e Catania, coordinate dall’ASI. (Universita’ di Padova, CISAS) Immagine ultravioletta della corona e del disco solare ottenuta rispettivamente con UVCS e con EIT. L’immagine mostra delle “polar plumes” osservate nel polo nord solare, ad una distanza compresa tra 1.5 e 2.5 raggi solari. (Universita’ di Padova, CISAS) Per le prove ottiche, elettroniche e meccaniche a terra sullo spettrometro UVCS, compiute presso il Dipartimento di Elettronica ed Informatica dell’Universita’ di Padova, e’ stato utilizzato il Laboratory Evalutation Unit (LEU). (segue nel file da scaricare)

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