Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci - StudentVille

La Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci

La Vergine delle Rocce, di Leonardo da Vinci: analisi completa della tecnica e dell'iconografia impiegata dal grande genio toscano nella realizzazione dell'opera.

La Vergine delle Rocce: storia e analisi del dipinto

La Vergine delle Rocce fu dipinta tra il 1483 e il 1486 ed è attualmente esposta al Museo del Louvre a Parigi.
I personaggi che affollano la scena sono quattro: la Madonna è leggermente piegata in avanti e se ne sta in piedi al centro della tavola, e la sua figura supera in altezza quella di tutti gli altri soggetti. Col braccio destro abbraccia S. Giovannino e lo ricopre con il suo mantello, in segno di protezione. Il santo, alla sinistra del quadro, appare inginocchiato e con le mani giunte: vestito di un semplice panno, rivolge il corpo e lo sguardo a Gesù. Quest’ultimo si trova davanti a Maria, in primo piano e nella parte destra della tavola, ed è, diversamente dalle altre figure, completamente seduto. vergine delle roccePur essendo il soggetto di minori dimensioni è anche il solo a godere di una posizione tanto importante come quella del primo piano: questo gli conferisce risalto e lo distingue nettamente da S.Giovanni, con cui tuttavia molti critici l’hanno a lungo confuso. Il bambino, inoltre, solleva le mani in un gesto di benedizione rivolto al Battista.
Dietro al Cristo, ecco l’angelo: in ginocchio, ha la stessa posa di S. Giovannino. E’ giovane, ben vestito, e ha tratti raffinati e femminili; con la mano destra sostiene Gesù e gli da forza.
I quattro personaggi sono disposti a croce e collegati da un sapiente gioco di sguardi, gesti e movimenti: questo crea una sorta di circolo in cui ogni figura è legata all’altra.
I corpi umani non sono isolati in forme definite e circoscritte, ma si fondono con l’ambiente circostante: i colori delle vesti di Maria e dell’angelo, infatti, sono uguali al blu delle acque e al marrone-bronzo delle rocce. Anche il rossiccio scuro dei capelli è la stessa tonalità delle pietre, e il luminoso incarnato non è che una versione più chiara del colore dominante dello scenario.
A permettere questa fusione di colori e contorni è senz’altro la tecnica dello sfumato.
L’opera è infatti il trionfo del chiaroscuro: Leonardo da Vinci evita di contrapporre in maniera forte le ombre e le zone in luce, scarta i colori troppo brillanti e intensi e preferisce rendere con dolcezza le penombre, le zone grigie, gli sfumati. La sua è una innovativa tecnica che punta allo sfumato, al naturalismo, all’equilibrio sia fisico che psicologico della scena.
Dietro alle spalle della Vergine delle Rocce, di S.Giovanni, di Gesù e dell’angelo si scorge una grotta bagnata da un fiumiciattolo. Se la parte in primo piano è resa in modo concreto e dettagliato, il paesaggio in lontananza si perde invece nella foschia, e le figure non appaiono più nitide e definite. Questo è dovuto all’ opinione di Leonardo da Vinci secondo cui la presenza dell’aria nell’atmosfera costituisce una sorta di velo, che sfoca e confonde la visuale.
Tale tecnica si distingue dalla prospettiva esatta e geometrica e fu ideata dallo stesso Leonardo da Vinci : è nota col nome di prospettiva aerea.

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