Lucy (film 2014): trama, analisi e recensione - StudentVille

Lucy (film 2014): trama e analisi

Trama, analisi e recensione del film Lucy di Luc Besson.

LUCY: TRAMA E ANALISI DEL FILM

Cosa succederebbe se usassimo davvero il 100% delle nostre capacità cerebrali? Di quali prodigi saremmo capaci, fino a dove potremmo spingerci? Per lungo tempo queste domande sono rimaste inevase, almeno fino a quando la scienza ne ha finalmente decretato la suprema stupidità, bollando il mito del cervello al 10%, come una bufala asinina. Luc Besson ha preso spunto proprio da quella che ormai è nota come superstizione e ha realizzato con Lucy (2014) un film che lo ha avvicinato a Stanley Kubrick e alle sue riflessioni sul destino dell’umanità, espresse enigmaticamente in 2001: Odissea nello Spazio. Solo che il regista francese ha condensato il tutto nel delirio ultracinetico e molto pop di un action movie con protagonista Scarlett Johansson.

Lucy (film 2014)
FILM LUCY: TRAMA E RIASSUNTO DETTAGLIATO

La Lucy del film è una studentessa che vive a Taipei all’insegna di una profonda insoddisfazione che sfoga sballandosi quanto più possibile. Un giorno il suo fidanzato le chiede di fare da corriere della droga per il suo nuovo boss, il coreano Mr. Jang: la consegna finisce però con la morte del ragazzo e la cattura di Lucy, cui vengono inseriti nella pancia degli ovuli contenenti una droga sintetica. Durante la prigionia la protagonista viene malmenata e accidentalmente il contenuto degli ovuli viene rilasciato nel suo corpo. Da quel momento Lucy acquisisce una serie di capacità quasi sovrannaturali come l’aumento della forza, la telepatia e la telecinesi, grazie alle quali si libera, uccide i carcerieri e fugge.
Arrivata di corsa in ospedale, dove si fa rimuovere il sacchetto rimasto nella pancia, Lucy scopre che la droga ingerita viene usata dalle donne incinte per stimolare lo sviluppo del feto e che ha effetti collaterali devastanti. Messasi sulle tracce di Mr. Jang, la ragazza recupera in maniera altamente spettacolare la droga rimanente da altri tre corrieri, e dopo una ricerca sul web e la lettura di un intero tomo in pochi secondi, decide di mettersi in contatto con il professor Samuel Norman, esperto di teorie evoluzioniste e l’unico in grado di capire cosa le stia succedendo. Preso al volo un aereo per Parigi, Lucy si accorge che l’unico modo per fermare la dissoluzione del suo corpo causata dall’espansione progressiva della sua mente consiste nel continuare ad assumere la droga. Arrivata nella città la ragazza si scontra con la polizia francese e poi riesce a raggiungere il professore, che una volta vinta l’incredulità le spiega che le sue facoltà potenziate la porteranno a dominare la dimensione ultima della realtà, il tempo. Norman si offre dunque di aiutarla, suggerendole che, prima di scomparire del tutto, il suo lascito all’umanità potrà essere la conoscenza così accumulata.
Arrivata al 100% delle sue capacità mentali Lucy inizia un viaggio attraverso lo spazio e il tempo che la porta a raggiungere il più antico ominide del mondo, che casualmente si chiama proprio come lei, e quindi fino al Big Bang. Nel frattempo nel laboratorio dove avviene l’esperimento irrompe Mr. Jang, il quale aveva seguito la ragazza per tutta la sua fuga: questi prima di venire ucciso spara un colpo verso Lucy, ma nell’istante appena precedente l’impatto la ragazza si dissolve, lasciando al suo posto una chiavetta Usb nella quale è racchiusa tutta la conoscenza dell’universo. Quando i membri del laboratorio si chiedono dove sia finita la ragazza  uno tra questi riceve un messaggio sul cellulare in cui Lucy annuncia di trovarsi finalmente in ogni luogo, come una nuova divinità.

LUCY: RECENSIONE DEL FILM DI LUC BESSON

Nonostante il grande successo al botteghino il film ha diviso nettamente la critica, sopratutto per il modo in cui mescola intrattenimento di consumo (in ogni caso di alto livello tecnico) con pretese filosofiche e spirituali di stampo New Age, che hanno portato a paragoni anche irriverenti con il più blasonato Tree of Life di Terrence Malick. Niente da dire invece sulla prestazione di Scarlett Johnasson, convincente sia nelle sequenze d’azione che quando deve mostrarsi smarrita e impaurita dinanzi alle trasformazioni che sta attraversando; curioso poi come nell’ultimo anno l’attrice abbia affrontato ruoli molto simili o affini quali quello dell’aliena di Under the Skin (quasi solo fisica) e l’intelligenza artificiale di Her (cui ha prestato la propria voce), sempre con ottime performance.

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