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Ragazzi di Vita

Trama e analisi del romanzo Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini.

Autore

Nato a Bologna nel 1922, dopo la laurea con una tesi su Pascoli, esercita l’insegnamento nei primi anni dopo la guerra in Friuli, dove incomincia a scrivere poesie in friulano e i primi romanzi.
Nel 1950 viene accusato di corruzione di minori ed espulso dal Partito Comunista. Si trasferisce a Roma, dove incontra la realtà delle borgate. Proprio la pubblicazione di Ragazzi di vita nel 1955 gli dà notorietà. Egli anni seguenti sceneggia Le notti di Cabiria di Fellini e pubblica un altro romanzo sulla vita delle borgate romane, Una vita violenta, nel 1959. Negli anni sessanta diventerà un famoso cineasta (per Pasolini la forma linguistica comune era il cinema, non l’italiano) e scriverà sei tragedie di impianto classico. Diventa anche affermato opinionista (famoso il suo articolo in cui diceva di preferire le forse dell’ordine rispetto ai manifestanti sessantottini, perché provenivano dalle file della plebe, e i secondi dall borghesia). Nel 1975 viene però assassinato in circostanze misteriose nella zona dell’Idroscalo di Ostia.
 

Riassunto

Capitolo 1 – Il Ferrobedò
Mentre Roma è ancora occupata dai tedeschi, Ricetto e Marcello, poco più che bambini, si danno ai furti di rottami, saccheggiando una fabbrica distrutta dalle bombe. Nei giorni seguenti si recano a Ostia, poi al Tevere a fare il bagno. Compiono altri furtarelli, e alla fine perdono quei pochi soldi racimolati giocando a carte. Si dirigono poi ancora al fiume Tevere, dove, con una piccola barca, si avventurano lungo il fiume. Altri ragazzi li raggiungono a nuoto. Ricetto salva una rondine, caduta in acqua, che sta per affogare.

Capitolo 2  – Il Riccetto
Ricetto impara da un ragazzo napoletano a truffare i passanti con il gioco delle tre carte, poi, però, si fa fregare tutti i soldi guadagnati da una prostituta. Nel frattempo crollano  le scuole dove stava dimorando, travolgendo sua madre e il suo amico Marcello.

Capitolo 3 – Nottata a Villa Borghese
Ricetto e Caciotta vivono di espedienti, mangiano alla mensa dei frati, fino a quando non rubano un portafoglio ad una signora.

Capitolo 4 – Le notti calde
Amerigo, un amico grande e grosso di Caciotta, convince anche Ricetto a giocare tutti i soldi in una bisca clandestina e li perde tutti. Oltretutto, arrivano i carabinieri e Ricetto fa appena in tempo a non farsi vedere. Caciotta, invece, va in prigione, Amerigo scappa, fa resistenza alle forze dell’ordine e una volta acciuffato, si getta da una finestra per scappare ancora e, dopo pochi giorni, muore atrocemente. Alduccio avvisa Ricetto della morte di Amerigo. Ricetto partecipa con noia ai funerali, insieme al suo nuovo amico di accattonaggio, il Lenzetta.  

Capitolo 5 – Il bagno sull’Aniene
Nuovi episodi di accattonaggio: Ricetto rovista nella spazzatura, fa piccoli furtarelli e passa tre anni in prigione nel carcere minorile di Porta Portese (ellisse). Di notte aiuta Sor Antonio a rubare dei cavolfiori, poi gli lascia i pochi soldi che ha e diventa moroso di una delle sue figlie, ma il rapporto non va al di là di un po’ di sesso consumato insieme.

Capitolo 6 – Dentro Roma
Dopo tre anni di carcere (altra ellisse) il Ricetto torna dai suoi amici, a fare un bagno nell’Aniene. Il Caciotta, che nel frattempo è ingrassato parecchio, ha paura, non fa il bagno e poi scopre di essere stato derubato. I cani inseguono i ragazzi, poi si mettono a lottare fra di loro. Subito dopo i ragazzi incominciano a lottare tra di loro proprio come i cani (con un evidente raffronto uomo-animale). Piattoletta, ragazzo timido e poco furbo, oltrechè un po’ troppo magro, viene prima costretto dai suoi crudeli compagni a parlare in tedesco, poi legato a un palo e bruciato vivo

Capitolo 7 – La Comare Secca (= la morte)
Alduccio, senza lavoro, ha messo in cinta una ragazza che non lo vuole, che ha il padre ubriaco e la madre isterica. Bugolone, amico di alduccio, talmente ammalato di tubercolosi, che i dottori gli hanno diagnosticato solo un anno di vita, ha una madre fanatica, che vede diavoli e fantasmi di parenti morti nel letto di notte. Alduccio e Bugulone hanno talmente tanta voglia di fare l’amore e sono tanto squattrinati che alla fine vanno con un omosessuale. Ricetto li accompagna in una grotta al fine di rivedere i luoghi della sua fanciullezza. Alduccio va poi in un  bordello, ma non riesce a fare all’amore per la debolezza fisica. La madre di Alduccio, quando lui torna a casa, lo rimprovera perché non lavora e lui, per tutta risposta, la ferisce con un coltello e lei non lo denuncia.

Capitolo 8
Genesio, insieme con i suoi fratelli minori Mariuccio e Borgoantico e con il cane Fido, scappa di casa, ricercato dai carabinieri, e va al fiume Aniene, dove muore affogato, nel tentativo di riattraversarlo a nuoto, sotto lo sguardo impotente di tutti, anche di Ricetto.

Personaggi

È la storia della giovinezza di Ricetto (dai dieci ai vent’anni). Ricetto è un ragazzo di borgata. Tuttavia, a differenza di Una vita violenta in cui sarà più evidente la centralità del protagonista Tommaso e il filo conduttore dell’intreccio, in Ragazzi di vita Pasolini vuole soprattutto descrivere un mondo, pertanto i personaggi e le situazioni si accavallano con minore organicità.

Narratore

Il narratore è esterno, ma non impersonale, come nei romanzi veristi. Egli infatti è commosso spettatore, proiezione di Pasolini stesso, che soffre con il protagonista. Il dolore è infatti ciò che connota il legame di Pasolini con la realtà.

Tempi

L’arco di tempo va dal 1944 al 1954 e corrisponde alla giovinezza di Ricetto. Sono presenti pause, scene ed ellissi.

Spazi

In questo romanzo prevalgono gli spazi aperti, anche perché le baracche a Ricetto e ai suoi amici servono a malapena per dormire, e neanche per mangiare. Lo scenario è quello delle periferie romane con strade, salite, viottoli e abitazioni piuttosto squallide. Il fiume (l’Aniene, per esempio) è, invece, luogo benevolo, dove si costruiscono le avventure dei ragazzi e si sfoga il loro desiderio di libertà. Anche se, bisogna dire, può essere anche luogo di morte.
Stile
Il lessico di Pasolini è decisamente condizionato dal dialetto romanesco, e tocca in più punti il turpiloquio.

Tematiche

La cosa drammatica che connota la vita di questi ragazzi è che ogni fatto non ha una continuazione, non si proietta verso il futuro, ma si consuma nel momento stesso in cui è vissuto e trova lì tutto il suo significato (se pure esiste un significato). Di fatto la cosa potrebbe anche non essere così tragica. In quegli stessi anni, negli U.S.A., c’è chi fa dell’esistenza alla giornata la propria filosofia di vita: è la cosiddetta generazione on the road descritta nel romanzo Sulla strada di Jack Kerouac. Negli Stati Uniti, però, questo avviene per una scelta, mentre i protagonisti di Ragazzi di vita sono costretti a vivere così, perché non ci sono alternative, che possano rendere la loro esistenza meno precaria.  

Il lavoro non esiste, ci sono solo stratagemmi (piccole truffe, ruberie), mentre i protagonisti vedono il lavoro, quello vero, come una gabbia, che contrasta il loro modo di vivere senza prospettive, senza provvidenza, senza futuro e senza progetti. Il loro stile di vita è quello dell’accattonaggio. Questo romanzo e il seguente Una vita violenta (1959) ispireranno il primo film di Pasolini L’accattone (1961).

Il sesso è animalesco: bisogna fare all’amore per sfogare un istinto. Non importa con chi lo si fa (generalmente con prostitute, talvolta con omosessuali). Questi ragazzi non sanno cos’è l’amore, né cos’è un rapporto di fidanzamento.
 

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