Tesina - Educazione al consenso e controlo delle m - Studentville

Tesina - Educazione al consenso e controlo delle m

un excursus sul mondo della comunicazione di massa nel contesto dela nascente cultura di massa ai primi del novecento, età dell'ansia...la mia tesina si propono anche come può essere facilmente plagiata la mente umana attraverso strumenti all'apparenz

Tesina: Umanistica[br] Di: Giusi F. [br] Tipo Scuola: Liceo Classico [br][br] [b]Abstract:[/b] [br] La comunicazione è considerata come quell’atto mediante il quale si ottiene una trasmissione di informazioni da un emittente (colui che invia il messaggio) ad un ricevente (colui che riceve il messaggio). A mio parere, su un principio base poggia il concetto stesso di “comunicazione”: quello secondo il quale “non si può non comunicare”. Nel regno animale, infatti, non c’è componente di qualsiasi specie che , in qualche modo, non cerchi di mettersi in contatto con i suoi simili; che questo contatto lo realizzi con emissioni vocali o atteggiamenti poco importa: in ogni caso, questo vuol dire voler “comunicare”. Soprattutto per l’essere umano, comunicare, oltre che costituire un’attitudine innata per relazionarsi con i suoi simili, come per il resto del mondo animale, ha da sempre rappresentato la risposta istintiva al suo bisogno naturale di affermazione sulla natura e sulle altre speci, nonché alla sua ricerca della sopravvivenza e conservazione della specie. L’uomo, cioè, accortosi che per sopravvivere e difendersi dalla natura ostile, sfruttando la sua superiore intelligenza rispetto alle altre speci, capì che meglio poteva spadroneggiare in quella natura selvaggia se si fosse “coalizzato” con gli altri suoi simili; da qui l’intuizione di organizzarsi in gruppo al quale egli ha saputo dare una struttura “sociale” dove la “comunicazione” tra i membri si rivelò di vitale importanza per l’evoluzione della specie umana. Per comunicare, poi, è stato indispensabile imparare un “linguaggio” che non fosse solo quello dei suoni gutturali e dei comportamenti gestuali, ma che prevedesse anche l’uso di emissioni vocali chiare per meglio esternare idee e sentimenti: ecco la nascita della “parola” senza la quale oggi l’umanità sarebbe rimasta sempre al puro stato animale. Col passare dei millenni e col progredire della “civiltà umana”, i capi ed i potenti di turno, cominciarono ad un certo punto a capire che “la parola”, se fosse stata impressa su di un qualche supporto (pietra, tavoletta di vario materiale, carta, oggi materiali informatici), non solo si sarebbe conservata nel tempo, ma sarebbe anche stata “letta” dal popolo, e non solo “ascoltata” e, pertanto, esso popolo, avendola sempre, diciamo così, presente, meglio ne avrebbe rammentato gli ammonimenti ed i precetti. Comunicando per iscritto il loro volere, i capi meglio poterono indirizzare quella che oggi chiamiamo “volontà popolare” verso l’assoluta obbedienza.

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