Tesina - IL DIRITTO AL LAVORO - Studentville

Tesina - IL DIRITTO AL LAVORO

la tesina tratta della storia del lavoro, i diritti e i doveri dei lavoratori, i vari tipi di lavoro... insomma della cose principali per quanto riguarda l'argomento "lavoro".

Tesina: Umanistica[br] Di: Alfonsina S. [br] Tipo Scuola: Tecnico Professional [br][br] [b]Abstract:[/b] [br]LA STORIA DEL LAVORO La storia dell’uomo è fondata sul lavoro ed è inconcepibile il progresso e l’evoluzione, sia materiale, sia spirituale, dell’umanità, prescindendo dall’attività lavorativa. Nell’antichità gli esseri umani svolgevano isolatamente tutte le attività dirette a soddisfare i loro bisogni. Con l’evoluzione della specie, venne introdotta una prima forma di divisione e organizzazione del lavoro: l’uomo si dedicava alle attività della caccia e della pesca, mentre alla donna veniva riservato l’esercizio di elementari attività agricole. Nell’età classica, l’attività lavorativa era ritenuta poco decorosa per gli uomini liberi e veniva affidata alle classi subalterne e agli schiavi; anche durante il periodo dell’impero romano tutte le attività esecutive erano affidate alla plebe e agli schiavi, mentre rimanevano di competenza dei patrizi (la classe nobile) la gestione della politica ed il comando dell’esercito. La concezione cristiana, invece, condannò l’ozio e considerò il lavoro come mezzo sia di sostentamento sia di elevazione spirituale. Con il Cristianesimo, infatti, anche gli schiavi acquistarono dignità di persone umane e il lavoro materiale venne considerato al pari di quello intellettivo. Durante il medioevo i vincoli feudali erano ancora forti e imposero una netta divisione di classi e forme di servitù della gleba. Solo con l’età comunale (1000 d.c. circa), i lavoratori affermarono la loro posizione, favorendo, in tal modo, il passaggio alla liberalizzazione del mercato e della produzione. Sul concetto del lavoro, poi, ha influito notevolmente quel fenomeno storico noto come Rivoluzione Industriale, nato verso la metà del 1700 in Inghilterra e diffusosi successivamente in tutta Europa. Con il termine rivoluzione industriale non si vuole indicare semplicemente la scoperta e l’invenzione di nuovi macchinari. Più precisamente, tale periodo storico è riconducibile ad una diversa visione del concetto di lavoro organizzato, segnato dal passaggio dal lavoro artigiano, ossia compiuto dal singolo soggetto, al lavoro effettuato su vasta scala, ossia a livello industriale. Vengono così alla luce le prime catene di montaggio incentrate sulla divisione del lavoro fra tanti individui, la cui opera è rivolta alla realizzazione di un solo prodotto. Il lavoro, l’economia, la società stessa a partire dal 1800, a seguito della rivoluzione industriale, subirono una trasformazione profonda e le condizioni di vita della popolazione si modificarono radicalmente. Il nuovo corso impose nuove forme di attività economiche, sconvolgendo le strutture sociali tradizionali e segnando la nascita della classe operaia o proletariato. Questo cambiamento, così repentino e veloce, creò anche situazioni di estremo disagio sociale. Infatti, i capitalisti (i proprietari delle fabbriche), nel tentativo di produrre sempre di più e al minor costo, imponevano bassi salari ed irragionevoli orari di lavoro (fino a 16 ore giornaliere).

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