Tesina - Informazione e Potere - Studentville

Tesina - Informazione e Potere

un percorso pluridisciplinare che si propone di analizzare le controversie del rapporto tra chi ha il ruolo di "formare" la coscienza sociale e chi ha la necessità di controllarla.

Tesina: Umanistica[br] Di: Manlio M. [br] Tipo Scuola: Liceo Scientifico [br][br] [b]Abstract:[/b] [br]Il termine informazione deriva dal verbo latino informo che significa dar forma, modellare. Il compito di informare è da sempre appartenuto ad intellettuali, uomini di cultura, giornalisti, che si assumono la responsabilità di formare la coscienza sociale mediante la trasmissione di dati e notizie. Un ruolo che diventa sempre più scomodo se i dati e le notizie oggetto dell’informazione sono di intralcio a chi detiene il potere. Nessuno stato, democrazia o dittatura che sia, può fare a meno del consenso dei cittadini. Si è visto pertanto che il metodo migliore per creare consenso è il controllo dell’informazione. Quando un organo di informazione, riguardo a un certo fatto, dice esattamente ciò che ci aspetteremmo o non ci offre un contraddittorio, significa che l’informazione che ci trasmette è uguale a zero. E’ una tendenza che ricorre spesso nella storia quella di uniformare e asservire l’informazione agli interessi del potere. A partire dall’età del principato romano durante la quale l’intellettuale, cioè colui che informa, si lega personalmente al principe ricevendone protezione in cambio della sua gratitudine e consenso; passando per la propaganda nei regimi nazista e fascista periodo in cui i mezzi di comunicazione di massa del tempo (la radio, i giornali, il cinema) erano direttamente controllati dagli organi dei partiti; per giungere ai giorni nostri in cui il potere politico degli Stati Uniti di America consente di controllare, manipolare e sovvertire informazioni e dati statistici e scientifici; facendo riferimenti ai fatti della stretta attualità che riguardano la questione tibetana sottoposta alla severa censura del governo cinese; analizzeremo il controverso rapporto tra informazione e potere. Nell’età repubblicana l’intellettuale partecipa al governo, riveste cariche pubbliche e siede in Senato perchè appartiene per nascita alla classe sociale che controlla le magistrature o perché si è conquistato tale diritto con il cursus honorum. L’intellettuale è colui che conosce l’indole della moltitudine ed è capace di tenerla a freno; e si concede all’impegno storico o filosofico solo a fine carriera, quasi come ripiego, alla fine di quello polito o in sua sostituzione come nel caso di Sallustio. Quindi la demarcazione tra intellettuale e uomo politico non era netta , perché tra loro c’era stretta vicinanza sociale ed ambientale, e molti rivestono entrambi i ruoli. Con l’avvento del principato, e la conseguente personificazione del potere politico in senso monarchico, tende ad aprirsi una frattura tra impegno politico e impegno culturale: sempre più spesso l’intellettuale anche se di rango senatorio non partecipa direttamente alla gestione dello stato ma si lega personalmente al principe da cui riceve protezione e a cui esprime gratitudine e consenso. Sotto il principato di Augusto si afferma il letterato di professione che si dedica a tempo pieno alla letteratura e compone opere di vario genere. Augusto controlla i letterati con discrezione, sevendosi della fidata collaborazione di Mecenate.

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