Tesina - La bllezza, dagli scultori greci ai culto - Studentville

Tesina - La bllezza, dagli scultori greci ai culto

chi non si e mai interrogato sul significato del bello e della moda? mi propongo di analizzare questi due termini partendo dalla cultura greca fino ad arrivare ai gioni nostri, tenendo conto dei contesti storici e dei processi che nel corso del tempo han

Tesina: Umanistica[br] Di: Paulina B. [br] Tipo Scuola: Liceo Classico [br][br] [b]Abstract:[/b] [br]Platone concepiva il bello come manifestazione del bene; Hegel lo identificava con la verità; Aristotele (e con lui il medioevo e il rinascimento) lo definiva come simmetria; Baumgarten lo concepiva come perfezione sensibile. Sarebbe bello definire il bello in modo irrefutabile: ma come si fa? Il famoso proverbio: "Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace" rende soggettivo e imprendibile il concetto di bellezza, poiché lo assimila o confonde con quello di piacere. D’altra parte, il proverbio capovolto: "Non è bello ciò che piace ma è bello ciò che è bello", appare nettamente più logico e oggettivo, ma comporta la domanda: "Chi stabilisce una volta per tutte i canoni della bellezza?". E formulando un quesito sulla base del pensiero d’ascendenza platonica: "Diciamo che esistono cose belle perché c’è la bellezza, o che c’è la bellezza perché esistono cose belle?". E cosa dire di oggi? Quali sono i canoni di bellezza propostici dal sistema-moda, dai media, dalla pubblicità? Ma quanto è reale la bellezza che ci viene venduta ogni giorno? della bellezza e della moda continua a creare un modello basato su stereotipi hollywoodiani che non contempla nessuna delle reali virtù della bellezza che è personale, intima e spirituale. Nell’universo visuale progettato dall’industria della musica, del cinema, della moda, e dei cosmetici viene utilizzato un comune denominatore per distrarre tutti da quelli che sono i reali bisogni umani: imparare a comunicare, a farsi delle domande sulla realtà e creare insieme un futuro sostenibile. Le multi-miliardarie industrie della dieta, della cosmesi, e della moda, creando un clima di paura e di bassa stima in se stessi sperano di rendere le donne dipendenti dalle loro soluzioni per migliorarle. Ogni giorno vengono introdotti nuovi prodotti per correggere i difetti delle donne creando un ciclo di ossessioni, costruite per raggiungere uno standard di bellezza impossibile da raggiungere. Questo mito artificiale della bellezza domina così i mass media e l’intero apparato di marketing tanto da far sembrare naturale il risultato di un sondaggio, che conclude che "solo il 2% delle donne si vede bella".

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