Prima Prova Maturità 2018: "Ammazzare il tempo" di Eugenio Montale - Studentville

Prima Prova Maturità 2018: "Ammazzare il tempo" di Eugenio Montale

Analisi del testo svolta su Eugenio Montale, Ammazzare il tempo (da Auto da fé. Cronache in due tempi, Il Saggiatore, Milano 1966).

Prima Prova Maturità 2018: “Ammazzare il tempo” di Eugenio Montale

Il brano, tratto da Auto da fè. Cronache in due tempi, parla della necessità umana di colmare i vuoti presenti nello scorrere del tempo. Il poeta dice che i problemi di ordine storico prima o poi si risolveranno, e
qualsiasi guerra o problema mondiale non impedirà il progresso industriale. Infatti, nonostante le tante distruzioni, il mondo si ricostituirà dopo pochi decenni. Quello che invece impedisce di crescere e progredire è lo spirito di conservazione. Persino i genocidi e la distruzione di oggetti possono essere positivi per il genere umano. L’uccisione del tempo invece è un problema per tutta l’umanità. E non si riferisce al lavoro delle macchine che ridurrà le ore lavorative, ma al tempo che la riduzione delle ore lavorative lascerà libero. Si lavora per l’utilità dell’uomo e per avere più servizi, ma soprattutto per ridurre al minimo il tempo libero. L’uomo è occupato anche quando fa cose inutili, perché in questo modo ci si può allontanare dal “pericoloso mostro”. Non si può ammazzare il tempo senza riempirlo di azioni, e sono pochi coloro che riescono a reggere quel vuoto nello spazio temporale. Da qui deriva la necessità di fare qualcosa. Il poeta crede che qualsiasi problema, anche a livello planetario, è possibile risolverlo. Infatti, cita come esempi il futuro status di Berlino e un’eventuale guerra atomica che potrebbe distruggere l’umanità. Tutto ciò non potrà impedire all’umanità di progredire, di andare avanti, dunque questi non sono problemi rilevanti, ma si possono risolvere tranquillamente. Il vero problema per Montale è “ammazzare il tempo”, riuscire cioè a far trascorrere delle ore, periodi, senza avere vuoti temporali, ma facendo qualcosa, sia di positivo e utile, come lavorare, sia qualcosa di futile, come guardare una partita di cacio.
Quindi, per colmare i vuoti del tempo, provocati dal progresso in campo lavorativo, in particolare dall’invenzione delle macchine, accresce la necessità di trovare qualcosa da fare, dunque aumentano i bisogni inutili, che effettivamente non servono, ma contribuiscono a far passare il tempo. Inoltre si inventeranno nuovi tipi di lavoro, soprattutto per fornire un’occupazione per coloro che, per colpa delle macchine, sono rimasti senza lavoro. Montale esprime il proprio pensiero con una certa ironia, infatti è chiaro che il pericolo di una guerra e di una bomba atomica sono problemi molto gravi. Il poeta invece ne minimizza gli effetti per cercare di mettere in risalto la sua opinione riguardo il passare del tempo. Sembra quasi che il poeta sia contrario al progresso e soprattutto all’impiego dei macchinari nell’ambito lavorativo. Questo perché, aumentando le macchine, diminuisce il lavoro manuale dell’uomo, e di conseguenza aumenta la disoccupazione. Però, il poeta, ironicamente, dice che si inventeranno altri lavori inutili per fronteggiare la disoccupazione, dunque non c’è da preoccuparsi. Inoltre, lo scorrere del tempo èparagonato a un mostro che ci sta con il fiato sul collo, e la società è vista come una vittima che pur di sfuggirgli, trova impieghi inutili, ma che sembrano efficaci. Solo pochi uomini riescono a fronteggiare quel vuoto temporale temuto da tutta la società, e questi sembrano quasi degli eroi che emergono dalla massa impaurita. La negatività di questo passo emerge anche nelle altre opere di Montale, e in generale rappresenta il pessimismo che si è delineato nel corso del Novecento. Il mondo montaliano è un universo di sconfitta e di disillusione, dove solo una qualche “occasione” offre una via di salvezza. E’ la poetica del “male di vivere” opposta all’ottimismo idealistico e pragmatistico. Da ciò deriva un linguaggio poetico, ma anche prosastico, molto incisivo e compatto. Partendo dagli oggetti, dove ritrova una condizione soggettiva, Montale cerca di trovare la chiave per comprendere quel qualcosa a cui le parole non arrivano. In particolare, dalle raccolte scritte intorno agli anni Sessanta, emerge una sorta di allegoria storica di un mondo sull’orlo della catastrofe. Vi è la registrazione di un vissuto quotidiano degradato e insensato, con un discorso che tende al sarcasmo e alla sentenziosità scettica. Le parole di Montale hanno abbastanza attinenza con la realtà attuale, preannunciano infatti l’aumento delle macchine nel lavoro e la sostituzione con esse degli impiegati. Inoltre parla di invenzione di nuovi lavori per risolvere il problema della disoccupazione, e sono molti oggi i lavori di ultima generazione che un tempo sembravano essere inutili. Riguardo al tempo libero invece, il pensiero di Montale non sembra potersi presentare molto attuale. Infatti, i momenti di svago non sono altro che un modo per potersi rilassare dopo una giornata di studio o lavorativa, non per sconfiggere il tempo nemico che scorre inesorabile.
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