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Vita e opere di Kant

Kant: Vita, opere e contesto storico.

Immanuel Kant nacque a Kà¶nigsberg, nella Prussia orientale, il 22 aprile 1724 da una famiglia di condizioni molto modeste. Sulla sua formazione esercitò una grande influenza la madre, Regina Reuter, la quale nutriva forti convinzioni religiose a carattere pietistico. Il pietismo informa anche l’ insegnamento impartito nel Collegium Fridericianum, in cui Kant riceve la sua educazione preuniversitaria: in quegli anni il Collegio era diretto dal pastore Franz Albert Schultz, che bene esprimeva le tendenze culturali del suo tempo, in quanto per un verso era stato discepolo di Philipp Jakob Spener, fondatore del pietismo, per l’ altro era seguace della filosofia di Wolff. Dal 1740 Kant frequentò l’ Università  Albertina di Kà¶nigsberg, dove studiò fisica e matematica, subendo l’ influenza di Martin Knutzen. Queste esperienze condizionarono fortemente la formazione e l’ evoluzione intellettuale di Kant: il pietismo, diffuso nell’ ambiente familiare e scolastico, determinò il carattere rigoristico della sua riflessione etica; la filosofia di Wolff (come il pensiero di Leibniz che ne stà  a monte) costituirà  uno dei suoi riferimenti culturali primari, anche se spesso in termini polemici; l’ istanza empiristica, comunicatagli da figure come Knutzen e Crusius e poi rafforzata attraverso la lettura di Hume, gli indicherà  i limiti del razionalismo wolffiano e lo avvierà  sulla strada del criticismo. Con la morte del padre, avvenuta nel 1746, Kant lascia l’ università  e, dal 1747 al 1755, vive facendo il precettore privato, pur continuando a studiare in vista di una conclusione accademica del proprio iter universitario: infatti nel 1755 ottiene la promozione a magister lesens ( funzione che corrisponde alla libera “libera docenza” ) per l’ insegnamento della fisica con la dissertazione De igne e nello stesso anno si abilita all’ insegnamento della metafisica con lo scritto Principiorum primorum cognitionis metaphysicae nova dilucidatio, in cui prende le distanze da Wolff contestando la priorità  assoluta del principio di non contraddizione. Sempre nel 1775 egli pubblica la Storia universale della natura e teoria del cielo, in cui formula l’ ipotesi dell’ origine dell’ universo da una nebulosa che, con poche varianti, ma in maniera del tutto indipendente ( anche perchò lo scritto di Kant non ebbe circolazione a causa del fallimento dell’ editore ), sarà  ripresa qualche anno dopo da Laplace ( donde la denominazione di teoria di Kant-Laplace ). Tra il 1755 e il 1770 Kant tiene corsi all’ università  su argomenti di fisica e metafisica, ottenendo un buon successo presso il pubblico studentesco: le sue lezioni, infatti, malgrado la complessità  degli argomenti, avevano spesso – come testimonia Herder, allora studente a Kà¶nigsberg – un carattere brillante. Ai successi professionali si accompagnano quelli mondani: il giovane Kant ò assiduo frequentatore di caffò e salotti, nei quali consolida la sua fama di giovane ricco di promesse. Non vengono, invece, gli sperati riconoscimenti accademici: nel 1758 partecipa senza successo al concorso per la cattedra di Logica e di metafisica. Intanto, egli fa letture molto importanti per la sua futura formazione. Nel 1762 legge alcune opere di Rousseau, che influenza notevolmente il suo pensiero etico, infondendogli il senso del valore dell’ uomo in quanto tale, indipendentemente dalla sua posizione sociale o dal suo livello culturale. Pare che nello stesso anno legga anche Hume, al quale egli stesso ascriverà  il merito di averlo “svegliato dal sonno dogmatico “: il passaggio dalla fase che Kant stesso chiama “dogmatica” al “criticismo” ò tuttavia determinato in lui, più probabilmente, da un lato dall’ influenza della metodologia di Newton (che egli assorbe attraverso Knutzen) e dall’ altro, da un ripensamento critico della filosofia leibniziano-Wolffiana alla luce delle nuove istanze dell’ empirismo inglese (non solo di Hume, ma anche di Locke ) che Kant trova già  operante nella filosofia tedesca del suo tempo (in Johann Heinrich Lambert, in Johann Nikolaus Tetens, ma soprattutto nel suo maestro ideale, Christian August Crusius). Appartiene a questo periodo la lunga serie di scritti che convenzionalmente vengono indicati come precritici. Tra questi possiamo ricordare: la Monadologia fisica (1756), L’ unico argomento possibile per una dimostrazione dell’ esistenza di Dio (1763), in cui sono anticipate alcune argomentazioni critiche a proposito della prova ontologia dell’ esistenza di Dio che saranno riprese nella prima Critica; il Saggio sulla chiarezza dei princìpi della teologia naturale e della morale (1746); e soprattutto i Sogni di un visionario chiariti con sogni della metafisica (1766), in cui Kant, polemizzando con le pretese conoscitive dello spiritista svedese Emanuel von Swedenborg, osserva che le questioni relative all’ esistenza degli spiriti e alla possibilità  di un loro commercio con il mondo sensibile, non possono essere oggetto della conoscenza umana, in quanto cadono al di là  dell’ esperienza. Nella vita di Kant il 1770 rappresenta una data molto importante. Dopo anni di attesa, egli diventa finalmente professore ordinario di Logica e metafisica all’ università  di Kà¶nigsberg, dove rimarrà  per tutta la vita, rifiutando il trasferimento in sedi più prestigiose (come Erlangen o Halle) o incarichi amministrativi che per quanto attraenti, lo avrebbero distolto dagli studi. Ma il 1770 ò importante anche per il percorso intellettuale di Kant: in quell’ anno infatti egli pubblica la dissertazione De mundi sensibilis atque intelligibilis forma et principiis, che ò comunemente considerata il ponte di passaggio dal periodo dal periodo”dogmatico” a quello “critico”, perchò contiene alcuni assunti fondamentali del suo pensiero, che si ritroveranno nella Critica della ragion pura. In seguito alle osservazioni di coloro – tra cui Lambert – ai quali aveva inviato lo scritto per riceverne suggerimenti, Kant decide di procedere a un lavoro di revisione della Dissertazione che, previsto nelle forma dell’ integrazione di pochi fogli, si trasforma in un più che decennale e tormentato lavorìo di ripensamento. Al termine di questo periodo, nel quale non pubblica quasi nulla, Kant dà  alle stampe la prima edizione della Critica della ragion pura (1781). L’ opera tuttavia non riscuote il successo sperato: essa passa per lo più inosservata oppure viene malcompresa dai critici. Per ovviare al rischio di oscurità  Kant decide pertanto di esporre gli stessi temi, seguendo un diverso metodo espositivo, in un’ opera più svelta e più discorsiva, i Prolegomenti a ogni futura metafisica che si presenterà  come scienza, del 1783. A partire dalla metà  degli anni Ottanta il criticismo kantiano si estende dall’ analisi della conoscenza ad altri ambiti della speculazione filosofica. Il problema morale, già  esplorato nel 1785 con la Fondazione della metafisica dei costumi, ò ripreso in chiave sistematica nella Critica della ragion pratica del 1788. La questione religiosa che Kant considera in stretta attinenza con la morale, ò dibattuta nello scritto La religione entro i limiti della sola ragione del 1793. Ai termini dell’ estetica e dell’ ordine finalistico della natura ò invece dedicata la Critica del giudizio del 1790. Intanto nel 1787 era uscita la seconda edizione della Critica derlla ragion pura, con alcune importanti varianti intese a eliminare i residui di dogmatismo che ancora si nascondevano nella prima edizione. Le Critiche, i Prolegomeni e la Fondazione della metafisica dei costumi, che contengono i princìpi generali del criticismo, non esauriscono il programma filosofico di Kant. Egli ritiene infatti che tali princìpi formali siano “propedeutici” alla costruzione di un sistema della filosofia critica che entri nella determinazione dei contenuti materiali del sapere. Esso si divide in una parte teoretica, la metafisica della natura, e in una parte pratica, la metafisica dei costumi (dove il termine “metafisica” ò ormai assunto a mero significato critico di “scienza a priori” ). La parte pratica del sistema sarà  completata da Kant nel 1797 con un trattato dedicato appunto alla Metafisica dei costumi, nel quale vengono esposti i “princìpi metafisici” tanto della “dottrina del diritto” quanto della “dottrina delle virtù”. Al sistema della metafisica appartengono invece sia i Princìpi metafisici della scienza della natura (1786) – dove i fondamenti del criticismo vengono applicati alla fisica newtoniana – sia un’ opera rimasta largamente incompiuta, sul “passaggio dai princìpi della scienza naturale alla fisica”, i cui abbozzi sono stati pubblicati dopo la morte di Kant con il titolo di Opus postumum. La vita di Kant, soprattutto dopo il 1770, ò relativamente povera di avvenimenti esteriori importanti. Tra i pochi fatti che turbarono la sua tranquilla e regolare vita di professore universitario e di studioso vi ò il suo difficile rapporto con la censura. Nel 1786 a Federico II il Grande succedeva sul regno di Prussia Federico Guglielmo II, tanto conservatrore e avversario della “filosofia dei lumi” quanto innovatore e filo-illuminista era stato il suo predecessore. Di conseguenza anche la censura, affidata al nuovo ministro dell’ educazione J. C. Wollner, subì un vigoroso giro di vite. In questa nuova temperie politico-culturale un articolo di Kant, in tema di religione non venne approvato dai censori. Kant aggirò l’ ostacolo e, approfittando del fatto che le università  godevano del privilegio di sottrarre alla censura gli scritti dei professori, pubblicò il saggio, insieme ad altri articoli, sotto forma di libro, La religione entro i limiti della sola ragione, con l’ approvazione della facoltà  filosofica di Jena. Ma un nuovo saggio kantiano, Sopra il detto comune: questo può essere giusto in teoria, ma non vale per la pratica, in cui si sosteneva la libertà  di pensiero e di stampa, scatenò sul suo autore l’ ammonizione del governo a non trattare più in futuro di argomenti a carattere religioso. Kant si difese dall’ accusa di aver sostenuto tesi contrarie alla religione, ma si attenne all’ ingiunzione governativa, essendo convinto che l’ autorità  pubblica, per quanto ingiusta possa essere, meriti sempre di essere obbedita, poichò rappresenta l’ espressione oggettiva del diritto. Lasciato l’ insegnamento nel 1796, Kant continua a lavorare, soprattutto a quello che sarà  chiamato l’ Opus postumum. Ma egli dà  anche sistemazione organica in un manuale, l’ Antropologia dal punto di vista pragmatico (1798), alle lezioni tenute su quest’ argomento in trent’ anni d’ insegnamento. Altri cicli di lezioni – sulla logica (1800), sulla geografia fisica (1802), sulla pedagogia (1803) – vennero invece raccolti dai suoi scolari, quando egli era ancora in vita. Gli ultimi anni del filosofo sono segnati da una grande decadenza fisica e da un progressivo ottenebramento mentale. Egli muore nel 1804, quando da un lato la sua fama si ò diffusa in tutta Europa ma, dall’ altro, si ò ormai affermato in Germania il pensiero idealistico di Fichte e di Schelling.

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