Fantasticheria: riassunto della novella di Verga - Studentville

Fantasticheria: riassunto della novella di Verga

Fantasticheria di Giovanni Verga: riassunto della novella tratta dalla raccolta Vita dei campi. Significato e sintesi della trama per studiare.

FANTASTICHERIA: RIASSUNTO DELLA NOVELLA DI VERGA. Non conosci ancora la novella Fantasticheria dell’autore verista Giovanni Verga e ti serve un aiuto per studiare? Che problema c’è, siamo qui proprio per aiutarti. Ti proponiamo infatti il riassunto completo ed esaustivo della prima novella della raccolta Vita dei campi che, oltre ad introdurre alcuni capisaldi della poetica verista delle opere successive dello scrittore siciliano, ci mostra, seppur solo di striscio, quelli che saranno i personaggi principali del romanzo I Malavoglia, che già Verga sta sviluppando a poco a poco. Detto questo, proseguiamo con il riassunto della novella Fantasticheria.

Ecco un quadro completo della Vita, pensiero e le opere di Giovanni Verga

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FANTASTICHERIA DI GIOVANNI VERGA: RIASSUNTO. Partiamo dal titolo di questa novella che richiama il divagare della fantasia di Verga sui ricordi di un breve soggiorno ad Aci-Trezza, un paesino di pescatori a pochi chilometri da Catania, in compagnia di una sua amica, una signora proveniente da raffinati ambienti aristocratici e borghesi, che alcuni anni prima aveva visitato con lui il villaggio. Il testo ha la forma di una lettera che lo scrittore scrive all’amica, in cui ricorda le giornate passate, le impressioni sulla misera vita del paesino e le condizioni di vita della povera gente di quel piccolo villaggio di pescatori. I suoi ricordi saranno spunto per riflessioni da parte dello stesso scrittore che analizzarà nel dettaglio ciò che ha visto.

FANTASTICHERIA: SIGNIFICATO DELLA NOVELLA. La novella è molto importante per capire le basi di tutti i racconti successivi del Verga perché, attraverso l’espediente della lettera, in cui lo scrittore ricorda, racconta e descrive, fissa i punti salienti della sua poetica e della sua visione del mondo, che appunto faranno da sfondo alle novelle e alle opere veriste dell’autore catanese. In Fantasticheria appare fin da subito chiara la differenza con cui i due personaggi osservano la realtà rurale ed arcaica del paesino siciliano: da un lato c’è l’atteggiamento abbastanza superficiale e snob della donna, abituata, evidentemente, a ben altro. Dall’altro, è palese come l’autore della lettera sia colpito dalla distanza abissale che c’è tra se stesso e quel mondo così primitivo, legato ad una mentalità di difficile comprensione che necessita, per essere capita, di uno sforzo notevole, soprattutto se non si fa parte di quel meccanismo sociale. Proprio da questo parte l’idea del progetto Vita dei campi, e cioè quello di “farci piccini anche noi, chiudere tutto l’orizzonte fra due zolle, e guardare col microscopio le piccole cause che fanno battere i piccoli cuori”, come spiega il protagonista. Lo sforzo di comprendere è quasi scientifico, o quanto meno antropologico. L’intento è quello di capire quella realtà, come le altre esistenti, sforzandosi di non mistificare ma di addentrarsi all’interno in maniera vera, senza artefatti e superfetazioni. In pratica, fotografare la realtà così come è. In Fantasticheria quindi Verga descrive il luogo e la gente e proprio per questo la novella anticiperà i protagonisti del  libro I Malavoglia, che descriverà alcune persone che lo scrittore e la signora avevano conosciuto in quei due giorni: prima tra tutte Mena, a cui la signora soleva “fare l’elemosina col pretesto di comperare le sue arance messe in fila sul panchettino dinanzi all’uscio” e il vecchio che era stato al timone della loro barca in quei giorni, morto all’ospedale della città, che sarà padron ‘Ntoni, il nonno dei Malavoglia. O ancora la ragazza che faceva capolino dietro i vasi di basilico, sognando per il suo futuro, che sarà Lia nei Malavoglia, o Luca e il padre Bastianazzo, il primo morto da buon marinaio nella battaglia di Lissa, l’altro in un naufragio. Sorti migliori di quella toccata al personaggio che sarà il nipote ‘Ntoni , costretto a mangiare “il pane del re”, e cioè a stare in carcere a Pantelleria.
 

FANTASTICHERIA: L’IDEALE DELL’OSTRICA. È difficile perciò per la donna riuscire a comprendere quella realtà, quelle dinamiche esistenziali, quei modi di vivere così lontani dal suo. L’amica dello scrittore, destinataria della lettera, non riesce proprio a immedesimarsi in quella gente e non capisce il perché di tanto attaccamento a quella terra e a quel luogo. Così, in contrapposizione con il pensiero della donna, frutto delle vanità della classe borghese, Verga cerca di spiegare quella realtà con l’“ideale dell’ostrica” che costituisce la miglior sintesi della caparbia mentalità popolare. Verga immagina che la signora dica con un sorriso di scherno che l’ideale di quella povera gente che rimane abbarbicata in paese per tutta la vita, è quello stesso dell’ostrica, che rimane attaccata allo scoglio, dove è nata. Proprio così, dice Verga, “e noi non abbiamo altro motivo di trovarlo ridicolo che quello di non esser nati ostriche anche noi”. Del resto, continua lo scrittore, il tenace attaccamento di quella povera gente al paese dove è nata, la sua rassegnazione coraggiosa ad una vita di stenti, “la religione della famiglia, che si riverbera sul mestiere, sulla casa, e sui sassi che la circondano, mi sembrano… cose serissime e rispettabilissime”. Va da sé che i due mondi, quello aristocratico e borghese, e quello dei poveri con le sue pene e i dolori, sono intenzionalmente contrapposti nella novella. Le impressioni della donna erano state pessime tanto che, arrivata lì per trascorrere un mese, al terzo giorno era ripartita, annoiata e stanca di vedere il verde della campagna e l’azzurro del mare, “e di contare i carri che passavano per via”. In fondo, il suo modo di vivere era inconciliabile con la lentezza di quel posto tanto da farle affermare: “Non capisco come si possa vivere qui tutta la vita”. Lo scrittore, di risposta, afferma con forza che, nonostante tutto, la gente continuava a viverci ed era impossibile staccarla da lì e che solo vivendo ancorati allo scoglio dove il destino li ha collocati gli abitanti di Aci Trezza potranno sperare di salvarsi nella lotta per la sopravvivenza, e sfuggire al “dramma” che il vedrà sempre sconfitti.
 

FANTASTICHERIA E I ROMANZI DI GIOVANNI VERGA: RISORSE PER STUDIARE. Se vuoi approfondire anche altri romanzi di Verga, leggi anche:

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