Dark e cattivo, è Halo Reach - Studentville

Dark e cattivo, è Halo Reach

Cresce l’aspettativa per l’uscita di Halo Reach, nuovo capitolo di una delle più fortunate saghe videoludiche di nuova generazione. Tutti i segreti di uno dei videogiochi più attesi del 2010…

Inutile girarci attorno: Halo Reach è già una realtà ed esalta costantemente i milioni di fan che lo attendono da ogni parte del globo. Dopo l’entusiasmante presentazione sottoforma di teaser trailer nel corso dei Videogames Award di Los Angeles, il nuovo capitolo della quasi decennale serie targata Bungie sarà uno dei protagonisti indiscussi di questo movimentatissimo 2010, un anno ricco di grandi, grandissime uscite per quasi tutte le console casalinghe d’attuale generazione. Nel caso di Xbox 360, Halo Reach rappresenta un ulteriore quanto caparbio segnale di forza, capace di proiettare l’ammiraglia Microsoft ai vertici delle aspettative. Ma Halo Reach è anche una sfida, non tanto per Microsoft, quanto per Bungie, non più legata alla casa di Redmond e divenuta ora studio indipendente; Halo Reach dovrà spazzare via le piccole delusioni “datate” Halo 3 e ritornare ad essere il tanto acclamato Re degli Fps. Per riuscirci, sembra che Bungie abbia deciso di fare un bel tuffo nel passato e rispolverare il capostipite, cercando di riportare alla luce quegli aspetti che avevano reso unico Halo: i risultati sembrano già tangibili o, quantomeno, si respira aria di Halo un po’ ovunque, una presenza ingombrante, di un certo peso, capace di abbagliare anche durante un’eclissi durata tre anni, quasi sei per alcuni. Tuttavia, qualcosa è cambiato: non ci sarà più il nostro amato Master Chief ad accompagnarci nell’avventura, ma saranno altri soldati della generazione Spartan, ben sei aggiungiamo noi, a farlo per lui. Molteplici, dunque, gli approcci al gioco. Seguendo la classica struttura da Fps, in Halo Reach potremo impersonare sei Spartan appartenenti al Noble Team, della United Nations Space Command (UNSC), posti come guardiani di una colonia militare costruita proprio sul pianeta Reach, affrontando la campagna mediante diversi punti di vista: Carter-259 è il caposquadra, a seguire faremo la conoscenza di Kat-320, Spartan donna e vicecomandante del Noble Team; Jun 266 è lo specialista cecchino, che farà la fortuna di tutti gli amanti delle azioni a distanza, tutto il contrario di Jorge-052, il quale, invece, è predisposto all’uso di armi pesanti e sarà dedito quindi agli scontri in mischia a volto scoperto; Emile-239, che presenta un fisico più snello e meno resistente, prediligerà le missioni sotto copertura e di natura prettamente stealth. Infine, come da tradizione, non mancherà il classico componente taciturno e misterioso: il suo nome è Noble 6 e di lui si sa solamente che è stato inviato su Reach per sostituire un compagno ucciso in battaglia. Una caratteristica fondamentale di Halo Reach sarà, quindi, la versatilità, da attribuire ad una varietà d’azione non indifferente. La possibilità di avere sei diversi tipi di approccio garantirà, non solo un’elevata rigiocabilità del titolo, ma anche un sistema di cooperazione online ancora più complesso rispetto a quello già apprezzato in Halo 3 ed Halo ODST. Inoltre, ogni singola ambientazione di gioco sarà sottoposta ad un’ispezione minuziosa e completamente orientata al “particolare”; una scelta, questa, che si adatta perfettamente alle caratteristiche dei sei Spartans protagonisti.

Più dark e cattivo
Un aspetto trapelato subito dopo la visione dell’unico trailer mostrato finora è stato, senz’ombra di dubbio, lo stile molto più “sporco” e realistico che contraddistingue questo Halo Reach in confronto ai canoni della serie. Con questo capitolo, infatti, sembra che Bungie abbia proprio abbandonato lo stile “colorato” della serie originale in favore di un’estetica più cruda e violenta, quasi a voler sottolineare la maturazione della serie anche dal punto di vista dei contenuti. Un esempio banale quanto lampante consisterà nel fatto che, per la prima volta, sentiremo i Covenant parlare nella loro lingua, rendendo così più spaventose e convincenti le atmosfere di gioco. Una scelta comunque giustificata dall’assenza dei traduttori vocali all’epoca della battaglia di Reach, in assoluto tra le prime che ha visto lo scontro tra umani e covenant, ai quali si affiancherà una razza mai vista prima, gli Skirmisher, simili ai Jackal ma molto più astuti e aggressivi. A far da supporto alle atmosfere di Reach ci penserà anche il nuovo motore grafico su cui Bungie ha lavorato sodo per poter quantomeno allineare il suo nuovo gioiello alle più recenti produzioni di nuova generazione, fattore in cui aveva parzialmente steccato lo stesso Halo 3. Nonostante gli screenshots diffusi in rete siano al momento pochi, ci risulta facile denotare una cura decisamente maniacale nella riproduzione dei modelli poligonali, siano essi Spartans che Covenant, quest’ultimi da sempre il punto forte della serie in quanto a design, e nelle animazioni di gioco, adesso più fluide grazie all’uso (per la prima volta in un Halo) del motion capture. E se è ancora presto per poter giudicare, Bungie ha già dichiarato che a subire un netto miglioramento non sarà solamente il motore grafico, ma anche l’IA dei nemici; i Covenant, suddivisi sempre per razza e gerarchie militari, si muoveranno di conseguenza in base alle esigenze: in caso di inferiorità numerica arretreranno in modo da attendere i rinforzi oppure cercheranno di circondarci in caso di vantaggio, tenderci imboscate e via dicendo. Tale miglioramento sarà accompagnato da un potenziamento del motore di gioco anche dal punto di vista degli elementi presenti su schermo: Halo Reach, infatti, sarà capace di gestire, contemporaneamente, una quarantina di personaggi tra soldati e Covenant ed una ventina veicoli o velivoli, dando vita così a scenari di guerra su vasta scala e ricchi di dinamismo. Sul fronte gameplay, invece, Bungie ha dichiarato la presenza dello sprint, utile nei momenti in cui è richiesta rapidità d’azione, così come la possibilità di accoltellare un nemico in pieno stile Call of Duty. Abilità, queste, che saranno implementate nell’innovativo sistema di potenziamento delle armature Spartan. Sul fronte tecnico, infine, ritroveremo ancora una volta Martin O’Donnel, il padre nonché anima della colonna sonora di Halo, una garanzia insomma.

Conclusioni
Bungie si appresta a superare l’ennesima sfida. Manca ancora molto dall’uscita di Halo: Reach, previsto al momento a Settembre di quest’anno, ma, come da tradizione, ogni qualvolta si attende un episodio di una saga così importante come quella di Halo, l’attesa si fa da subito snervante. I fan si aspettano il gioco dell’anno, un titolo che sappia far riassaporare quelle stesse atmosfere che hanno reso celebre l’originale. Riusciranno ben sei Spartan a competere con il fascino ed il carisma di Master Chief? Ai posteri l’ardua sentenza.

Domenico Rodà – In collaborazione con Cyberludus.com

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