Pensioni: ipotesi di un assegno minimo per i giovani - StudentVille

Giovani, nuovo piano pensioni: 650 Euro di assegno minimo

Giovani, nuovo piano pensioni: 650 Euro di assegno minimo

Pensioni: in arrivo novità per i giovani

Le pensioni, in questo lungo periodo di crisi che vede i giovani protagonisti in negativo, sono ancora la spina nel fianco per il nostro paese. È in cantiere però un piano per i giovani e futuri pensionati. Si tratta di una trattativa tra governo e sindacati che prevede un assegno minimo di circa 650-680 euro per coloro che non hanno maturato contributi necessari a raggiungere quella soglia. Un’ottima notizia per quei giovani lavoratori che vedevano la pensione come un miraggio. Vediamo allora di cosa si tratta nel dettaglio.

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L’ipotesi di un assegno minimo di circa 660 euro è l’idea su cui lavorano governo e sindacati. Un piano ambizioso quello del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti che, al tavolo delle trattative con le rappresentanze sindacali, ha ipotizzato un assegno minimo (l’importo al momeno oscilla tra i 650 e i 680 euro e deve essere chiaramente ancora stabilito) per le giovani generazioni che in futuro potrebbero andare in pensione prima dei 70 anni e con 20 anni di contributi avendo maturato un trattamento pari a 1,2 volte l’assegno sociale (448 euro), invece dell’attuale 1,5. Cosa significa? Secondo i calcoli del governo, i 535 euro attuali della pensione potrebbero salire intorno ai 660 euro al mese visto che la soglia del trattamento pensionistico minimo maturato verrebbe ridotta da 1,5 a 1,2. I giovani avrebbero così un assegno minimo di circa 660-680 euro, vedendo aumentata anche la cumulabilità tra assegno sociale e pensione contributiva.

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Chiariamo infine che la proposta si riferisce a coloro che hanno iniziato a versare i contributi dal primo gennaio del 1996 e che andranno in pensione con il metodo integralmente contributivo. Inoltre i lavoratori che non hanno altri redditi oltre questa pensione potranno raggiungerla più facilmente con una parte dell’assegno sociale. Perché? È presto detto: la pensione non conterà più per due terzi ai fini dei requisiti di reddito per accedere all’assegno stesso, ma il 50% e questa è un’ottima notizia per coloro che vedevano lontanissimo il sogno di ottenere la pensione. Questa è solo una proposta, ma il dibattito è aperto e il clima propositivo, come ha dichiarato lo stesso Ministro Poletti. La volontà è quella di costruire un percorso per quei giovani che hanno carriere discontinue e metterli nelle condizioni di sentirsi meno precari e insicuri.

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