Cannabis: cosa potrebbe cambiare con la nuova legge - Studentville

Cannabis: cosa potrebbe cambiare con la nuova legge

Cannabis legale in Italia. Ecco cosa potrebbe cambiare con la nuova legge sulla liberalizzazione della cannabis in Italia.
Cannabis: cosa potrebbe cambiare con la nuova legge

CANNABIS: COSA POTREBBE CAMBIARE CON LA NUOVA LEGGE. Forse non tutti i nostri lettori sapranno che la legge italiana in merito alla cannabis, il suo utilizzo, la vendita e la coltivazione potrebbe presto cambiare radicalmente. Il prossimo 25 luglio arriva infatti alla Camera ha proposta di legge che dovrà essere discussa e quindi votata il giorno successivo, avallata da un vasto gruppo di parlamentari (oltre cento) di vari schieramenti che son capitanati dal senatore Benedetto Della Vedova.

CANNABIS: LA LEGGE ITALIANA IN VIGORE FINORA. Innanzitutto un chiarimento sull'attuale normativa in vigore. La legge Fini-Giovanardi, che i più ricorderanno come particolarmente draconiana e restrittiva, è stata resa nulla circa due anni fa dalla Corte Costituzionale, la quale ha decretato che il modo in cui è stata approvata non era regolamentare (ma non si è espressa sul contenuto della stessa, va detto). Al suo posto è stata quindi ripristinata la legge del 1990 a firma Jervolino-Vassalli: per farla molto breve, questa legge prevede che le sanzioni per l'utilizzo (che è a tutti gli effetti proibito) siano solo di tipo amministrativo per le prime due volte. Alla terza la palla sarebbe passata all'autorità giudiziaria, ma in questo caso un referendum del 1993 intervenne per abolire le pene fino a un massimo di tre mesi di carcere. Proibiti anche spaccio e produzione, con pene regolamentate in base alla quantità e al tipo di droga: dai due ai sei anni di carcere e una multa per le leggere, e dagli otto ai venti per le pesanti, con pene alternative per le condanne più lievi.
 

CANNABIS LEGALE IN ITALIA: COSA SUCCEDERA' CON LA NUOVA LEGGE. Cosa potrebbe succedere invece se la nuova proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis passasse così com'è stata presentata? Anzitutto la coltivazione sarà consentita ai maggiorenni fino a cinque unità di piante di cannabis femmina, con relativo prodotto. Si dovrà comunicare l'intenzione con invio di documento a un ufficio del monopolio regionale, con indicazioni del luogo in cui avverrà la coltivazione. Vietato consumare cannabis negli spazi pubblici o aperti, mentre è possibile detenere fuori da casa fino a 5 grammi (15 all'interno). Spacciare al di fuori della legge resta illegale, mentre verrà istituito un sistema di commercializzazione tramite associazioni, i cannabis social club, un po' come avviene ad Amsterdam e in varie parti d'Europa. Stranamente, nonostante la libertà di commercializzazione, sarà vietato pubblicizzare le varie attività legate alla cannabis, un po' come succede per le sigarette. Previste a questo riguardo pene che vanno da 5mila a 25mila euro. Altro discorso invece quello della cannabis a scopo terapeutico: le quantità consentite saranno maggiori, previa prescrizione medica, e il tutto (dosi, modi di utilizzo) dovrà essere deciso dal medico curante. Lo Stato trattiene per sé il monopolio della cannabis e dei suoi derivati, stabilendo tasse, accise, e fissando un prezzo di vendita. Il ministero delle politiche agricole alimentari e forestali si occuperò invece di trovare le zone più adatte alla coltivazione, privilegiando aree economicamente in difficoltà, ma mai a discapito delle colture di tipo alimentare o di allevamenti animali. I proventi ottenuti dallo Stato andranno poi a finanziare l'opera di contrasto allo spaccio illegale di droga.

 

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