Cartesio: riassunto del pensiero e delle opere del filosofo - Studentville

Cartesio: riassunto del pensiero e delle opere del filosofo

Cartesio, riassunto delle opere, della vita e del pensiero: materiale utile per lo studio di Descartes, il grande filosofo francese del XVII secolo noto come Cartesio.

CARTESIO: RIASSUNTO DEL PENSIERO E DELLE OPERE DEL FILOSOFO. “Cogito ergo Sum”, la frase più famosa del filosofo francese del XVII secolo, Descartes, noto a tutti come Cartesio. Volete conoscere qualcosa in più su questo filosofo? Leggete il nostro riassunto breve sul pensiero e le opere di Renato Cartesio.

CARTESIO: RIASSUNTO DETTAGLIATO SULLA VITA E IL PENSIERO. Renato Cartesio, nome italianizzato dell’originale francese Renè Descartes, era un filosofo e matematico, nato nel 1596 a Haye. Studiò diritto, all’università di Poitiers, per poi preferire intraprendere la vita militare in Germania; fu proprio in questo periodo, che si appassionò alla nascente scienza meccanica. Egli si sentì disorientato: riteneva di non possedere nessun criterio per distinguere il vero dal falso. Lasciò la vita militare e si dedicò alla ricerca filosofica. Per Cartesio bisogna dubitare sia delle conoscenze sensibili che di quelle matematiche. Per Cartesio, ciò che si percepisce con i sensi può essere non reale, così come le cose pensate e immaginate.
Anche le conoscenze matematiche possono essere illusorie, Cartesio suppone che l’esistenza di un genio maligno che fa apparire vero ciò che è invece falso, e il dubbio si estende a ogni cosa e diventa universale: dubbio iperbolico. Paradossalmente nel dubbio è presente una fondamentale,  prima certezza: “solo chi esiste può dubitare”.
Solo tramite il Dubbio Metodico si rivelerà un principio che resiste al dubbio e perciò  fondamento per le altre conoscenze. Cartesio costruì un metodo basato su quattro regole metodiche: l’evidenza,  l’analisi, la sintesi,  l’enumerzione. Secondo il filosofo se il soggetto che percepisce o pensa le cose non può non esistere, esistere allora, equivale a essere soggetti pensanti.
Cartesio vuole trovare nell’esistenza del soggetto pensante il principio che garantisce la validità della conoscenza umana:
“Cogito ergo sum”, cioè “Io penso, dunque esisto”,  l'”io” in quanto pensa esiste.
Il cogito, per Cartesio,  è un’intuizione immediata della mente, esso  è autoevidenza esistenziale, che il soggetto ha di se stesso.
L’atto del pensare deve essere sostenuto da una sostanza o anima pensante che è immateriale come il pensiero di cui costituisce l’essenza.
Cartesio fa una distinzione reale tra anima e corpo: considera le cose materiali come res extensa (sostanza estesa) separata nettamente dalla res cogitans (sostanza pesante), il pensiero, l’anima.
CARTESIO, RIASSUNTO SULLE OPERE DEL FILOSOFO. Renato Cartesio nelle Regole per la direzione dell’ingegno, 1628, (Regulae ad directionem ingenii), imposta il problema sul metodo della ricerca scientifica nei termini della mathesis universalis, cioè una scienza generale su tutte le questioni relative all’ordine e alla misura, a prescindere dalle differenti materie a cui si applica. Definisce 21 norme per sviluppare la “retta mente” in vista del conseguimento della “sapienza universale”. Intuito e deduzione costituiscono atti naturali della mente. Nel  Discorso sul metodo, 1637, illustra le prerogative del nuovo metodo, capace di arrivare a conoscere una verità chiara e distinta, tale da non dover essere ulteriormente dimostrata. Quattro sono le regole fondamentali da seguire:

  • La regola dell’evidenza: devono essere accolte come vere solo le idee che si presentano chiare e e distinte nella nosyra mente.
  • La regola dell’analisi: è la scomposizione delle questioni complesse in parti elementari
  • La regola della sintesi : è la ricomposizione della questione secondo un ordine compositivo che proceda da una minore ad una maggiore complessità.
  • La regola dell’enumerazione: per evitare errori ed omissioni è necessario enumerare tutti i passaggi effettuati.

Con la pubblicazione delle Meditazioni metafisiche, 1641, Cartesio, vuole mostrare come sia possibile anche in metafisica pervenire a una conoscenza “certa e indubitabile” attraverso il superamento del dubbio scettico, proponendo la cosiddetta, Ipotesi di un dio ingannatore o meglio del “Genio maligno”; un genio cattivo,  che non è perfetto come Dio e quindi può essere cattivo e  talmente potente, da trarci in inganno, anche sulle cose che appaiono chiare ed evidenti, come quelle della matematica che prescindono dalla fallibilità dei sensi. Il genio inganna colpendo le idee, che sono di tre tipi:

  • Le idee innate, quelle sempre presenti dov’è presente il pensiero, cioè dove c’è la possibilità del pensiero di pensarle.
  • Le idee avventizie, che vengono dal di fuori e sono quelle delle cose esterne.
  • Le idee fittizie o “fattizie”, cioè quelle delle cose inventate, che formuliamo da soli.

Cartesio ha una concezione di Dio come di un essere perfetto, eterno, immutabile e per tal motivo, non può trarre origine né da cosa finita, né dai noi stessi, essendo esseri imperfetti e  infine giunge, alla nozione “innata” di Dio, realmente esistente così come è  pensato.  Cartesio vuole applicare il nuovo “metodo del sapere” anche all’etica, esponendo così, tre regole di morale:

  • 1.Obbedire alle leggi e ai costumi del proprio paese.
  • 2. Perseverare nelle azioni intraprese.
  • 3. Modificare e vincere se stessi più che la fortuna.

Nel trattato Le passioni dell’anima, 1649, riprenderà il tema  dell’anima con il corpo in una quadro dualistico, delineando un’interpretazione delle passioni, che possono essere indirizzate dalla volontà.

Cartesio morirà a Stoccolma, improvvisamente durante la sua permanenza presso la locale corte (1650); tra le carte del filosofo deceduto sono state trovate delle opere inedite.
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