Meno compiti per casa? il Ministro Profumo approva! - Studentville

Meno compiti per casa? il Ministro Profumo approva!

Ministro Profumo: “Meno compiti a casa? Perché no?”. Il Ministro sconvolge i media dichiarando la necessità di diminuire i compiti per casa e potenziare altri strumenti formativi.
Meno compiti per casa?  il Ministro Profumo approva!

Meno compiti per casa – Se ne parla da diversi giorni: un nutrito gruppo di genitori, in Francia, si sta battendo affinché diminuisca la mole di compiti a casa per i loro figli. Addirittura, hanno chiesto quindici giorni senza compiti. L’eco di questa notizia ha acceso un confronto anche qui in Italia, e il Ministro per l’Istruzione Profumo ha destato una certa sorpresa nel dichiarare che “Una versione di latino può essere anche copiata da internet. Credo sia più interessante far lavorare i ragazzi con strumenti logico-deduttivi. O farli uscire da casa per seguire un progetto organizzato dalla scuola. Sì, sono d’accordo nel dare meno compiti a casa”.

Ozio? Assolutamente no! – Quel tempo risparmiato, secondo Profumo, dev’essere quindi utilizzato in modo fruttuoso: qui nessuno parla di darsi al dolce far niente, sia chiaro. “Credo – ha continuato il Ministro – che oggi nella scuola i nostri ragazzi imparino solo una parte delle loro competenze: molti sono input che vengono da altre sorgenti. Se quei 15 giorni fossero utilizzati per rafforzare altri canali, perché non farlo”. Insomma, la cultura e la formazioni possono provenire da altre parti: “È un buon tema su cui ragionare”. Ai tempi in cui lui andava ancora a scuola, “c’era un rapporto molto più diretto tra studente e scuola”; oggi però le cose sono cambiate e quindi bisogna adeguarsi. Ancora sono da definire le possibile alternative, certo. Però pare sia in atto una vera e propria rivoluzione. “Dobbiamo insegnare – continua Profumo – a fare gruppo, ed evitare che gli studenti si isolino nella loro cameretta. D’altronde credo che in classe imparino solo una parte delle loro competenze. Il resto arriva da altri input. Piuttosto, tra i banchi, si cominci a pensare di preparare i ragazzi ai test di ingresso delle università”. E poi? Cos’altro si potrebbe fare invece dei tradizionali compiti, per essere più forti nel cammino verso il futuro?

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