Non ho voglia di studiare: 3 soluzioni - Studentville

Non ho voglia di studiare: 3 soluzioni

Non ho voglia di studiare, come faccio? A scuola o all?università, che tu stia affrontando esami o interrogazioni, ecco come trovare la voglia di studiare.
Non ho voglia di studiare: 3 soluzioni
Non ho voglia di studiare, come faccio? A scuola o all?università, che tu stia affrontando esami o interrogazioni, ecco come trovare la voglia di studiare.

NON HO VOGLIA DI STUDIARE: 3 SOLUZIONI

Non ho voglia di studiare, come faccio? E’ un problema che prima o poi ogni studente (che vada a scuola o all’università poco importa!) deve affrontare, soprattutto prima di un esame o di un’interrogazione. Siamo pronti a scommetere che persino i secchioni d.o.c. prima o poi si sono ritrovati a cercare di capire come trovare la voglia di studiare.
Già: come? Si può davvero vincere quella spossatezza che prende anche i primi della classe, l’incapacità di aprire un libro o di sottolineare una pagina, magari riletta a malavoglia per la terza volta senza afferrarne il significato. Come si sopravvive alla monotonia della ripetizione di una formula matematica o della tavola periodica di fronte a cui la play, la TV e persino aiutare mamma a fare i piatti sembrano tutte opportunità da cogliere al volo?

Per studiare bene non basta la voglia, occorre un metodo di studio efficace: Come trovare metodo di studio

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COME AVERE VOGLIA DI STUDIARE: 3 SOLUZIONI

Secondo noi un modo per risucire comunque a studiare almeno un po’ c’è, soprattutto quando si è intenzionati a rimettersi sulla retta via, come direbbe Dante (uno che ai suoi tempi di sicuro ci aveva dato dentro con lo studio!). Vediamo allora 3 soluzioni per ovviare alla poca voglia di studiare.

  • Motivarsi: non stiamo parlando di tecniche per aumentare l’autostima o rimedi new age per scoprire il proprio Io più profondo, ma “semplicemente” di riflettere un attimo sul motivo per cui si studia e su quali sono i benefici che potremmo ricavarne. Nessuno infatti compie un’azione se non pensa di ricavarne un vantaggio, a meno che non si tratti di un riflesso automatico oppure di una costrizione.
    L’obbligo imposto da genitori, insomma, va ignorato: meglio concentrarsi su una prospettiva futura, più o meno prossima. Il bello è che vanno bene sia motivazioni prosaiche che idealistiche, anzi in genere convivono. Da una parte infatti per raggiungere il vostro sogno, qualunque esso sia, avrete bisogno di una certa base di conoscenza, e dall’altra potete semplicemente pensare al tempo speso per studiare come un passo avanti verso l’indipendenza e la maturità. Insomma, di ragioni valide ce ne sono tante… compreso il fatto che poi potrete fare qualunque altra cosa senza alcun senso di colpa!
  • Focalizzare la propria attenzione: spesso a impedire lo studio non è neanche la mancanza di desiderio, ma l’assenza di una forza di volontà abbastanza forte. Vi lasciate condurre via da mille distrazioni, un impegno brevissimo vi porta via tutta la giornata, e quando si tratta di aprire un libro inventate una scusa (che persino a voi stessi sembra poco plausibile!) per rimandare al giorno successivo.
    L’unico modo per poter dare inizio alla studio è quello di eliminare qualsiasi alternativa: non potendo voltarvi altrove sarete costretti a prestare attenzione alla materia da studiare. I consigli sono i soliti: modalità aereo dello smartphone, connessione a Internet bandita, assenza di rumori e isolamento temporaneo dalle altre persone, per non incorrere in conservazioni troppo lunghe. Ricordatevi poi di mangiare e bere e di dormire a sufficienza, così da non addormentarvi dopo un paio di ore di studio.
    Alfieri si faceva legare alla sedia, siamo certi che possiate fare un buon lavoro anche senza ricorrere a tanto…
  • Confrontarsi con i compagni di classe: a volte è la mole di lavoro assegnata che impedisce allo studente di mettersi all’opera, oppure la consapevolezza di non essere tagliati per quella materia. In ogni caso si tratta di sensazioni soggettive che possono provocare sconforto e che possono essere limitate o almeno relativizzate confrontandovi con i vostri compagni. Se questi infatti sono più in difficoltà di voi potrete insegnare loro ciò che avete imparato, cosa che vi spingerà ad approfondire, mentre nel caso contrario saranno loro a schiarirvi le idee e a farvi superare il blocco che vi opprimeva.
    Basta che l’unione non generi un coro di lamentele… In tal caso rompete il vetro di emergenza e rivolgetevi al secchione di turno!

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