Professore sospeso perché transgender chiede i danni alla scuola - Studentville

Professore sospeso perché transgender chiede i danni alla scuola

Il docente transgender, sospeso a novembre per essersi presentato vestito da donna e facendosi chiamare Cloe, ora chiede i danni alla scuola.
Professore sospeso perché transgender chiede i danni alla scuola

PROFESSORE SOSPESO PERCHE’ TRANSGENDER CHIEDE I DANNI ALLA SCUOLA. Il mondo è in fermento, da più punti di vista e noi non possiamo fare altro che riportare i numerosi cambiamenti che avvengono sotto i nostri occhi, per dovere di cronaca, perché è solo attraverso la conoscenza che possiamo farci un’idea di come si evolve la società, dei ritmi del nostro presente e dei mutamenti a cui assistiamo nel mondo moderno. Questo fatto di cronaca, riguarda più da vicino il nostro mondo: la scuola. Qualche mese fa un docente di fisica di un istituto di San Donà di Piave si è presentato in classe vestito da donna, chiedendo ai suoi alunni di non chiamarlo con il suo nome e cognome di battesimo, ma con un nuovo nome: Cloe. In seguito a questo fatto è stato sospeso e adesso, dopo mesi, ha chiesto i danni all'istituto. Ecco come sono andate le cose nel dettaglio.

PROF. TRANSGENDER: LA SCUOLA LO SOSPENDE E LEI CHIEDE I DANNI! In una normale mattina di novembre, il prof. in questione è entrato in classe con i capelli biondi e un abbigliamento femminile. In questo modo il docente è riuscito a trovare il coraggio di fare coming out:  “Lo desideravo da quando avevo cinque anni, ma l’ho fatto solo adesso perché sono diventata finalmente di ruolo” ha dichiarato. L'annuncio in questione ha spiazzato tutti, persino il diretto superiore del profesore che, avvertito della sua intenzione di rendere pubblica la propria identità sessuale, aveva appositamente indetto una riunione per il giorno seguente per poter affrontare la situazione.
La scuola ha preso subito provvedimenti: il professore è stato sospeso per tre giorni per lesione al decoro della funzione di docente. L’insegnante però non ha accettato il rimprovero e ha cercato in tutti i modi di fare ricorso, recandosi presso il giudice del Lavoro e chiedendo l’annullamento del provvedimento e un risarcimento pari 10 mila euro al Ministero della Pubblica Istruzione, giudicando il gesto di sospensione come un atto di discriminazione che punisce non la sua condotta ma il suo modo di essere.
 Come finirà? Come si risolverà la vicenda? Domande a cui ancora non possiamo rispondere, ma che pongono le basi per domande più generiche riguardanti il mondo dell'insegnamento e della scuola. Voi cosa ne pensate?

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