Richiedevano sesso spinto a due compagne di classe: sono finiti in comunità - Studentville

Richiedevano sesso spinto a due compagne di classe: sono finiti in comunità

Due studenti sedicenni di Reggio Calabria sono finiti in comunità : molestavano due compagne di classe, rivolgendo loro frasi molto spinte, richiedendo prestazioni sessuali e palpeggiandole.
Richiedevano sesso spinto a due compagne di classe: sono finiti in comunità

Molestie sessuali a scuola – Reggio Calabria è stata teatro di una brutta vicenda. Una di quelle vicende che ti lasciano l’amaro in bocca e ti portano a riflettere con un certo sconforto sul mondo di oggi. Ma veniamo al dunque: due studenti sedicenni, frequentanti l’istituto industriale cittadino, sono finiti in comunità per decisione del Gip, Giudice per indagini preliminari. Per un terzo ragazzo è stato disposto l’obbligo di permanenza a casa. Il motivo di questa decisione così categorica è presto spiegato (con un certo nodo allo stomaco): molestavano due compagne di classe, rivolgendo loro frasi molto spinte, richiedendo prestazioni sessuali e palpeggiandole.

Gli studenti disabili sono le vittime preferite dei bulli

La denuncia della preside e  dei genitori – A denunciare i fatti alla Procura dei minorenni è stata la preside dello stesso Istituto, che probabilmente ha scoperto tutto nel momento in cui una delle vittime, a causa delle molestie subìte, si è assentata da scuola per oltre quindici giorni. La storiaccia, poi, è diventata nota nell’intera scuola in occasione di un violento litigio tra i tre bulli e un compagno delle tre ragazze, che cercava in ogni modo di difenderle. Anche la madre di una di loro, scoperto l’accaduto, ha presentato denuncia alla Procura della repubblica. I responsabili, dunque, hanno ricevuto le loro punizioni. E già erano stati sospesi dalla preside nei giorni scorsi.

Lo sapete che esistono le donne-bullo?
 

Giusta pena? – L’inchiesta è stata condotta dal pubblico ministero della Procura dei minorenni, Francesca Stilla, con il coordinamento del procuratore, Carlo Macrì. Al momento non sono giunte dichiarazione da parte di coloro che hanno commesso questi atti, ma c’è da scommettere che tenteranno di sdrammatizzare tutto. Con ogni strumento a disposizione. La speranza è che vengano  puniti in modo adeguato ed efficace. E che imparino la lezione, o meglio capiscano la gravità delle loro azioni. La speranza, a dirla tutta, è che le ragazzine stiano bene da un punto di vista sia fisico che psicologico.

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