Saggio breve sulla tecnologia - Studentville

Saggio breve sulla tecnologia

Saggio breve sulla tecnologia: un esempio svolto di un saggio breve sulla tecnologia e sulla sua influenza sulla nostra vita quotidiana, con fonti e conclusioni.
Saggio breve sulla tecnologia

SAGGIO BREVE SULLA TECNOLOGIA

La tecnologia e la scienza, i cambiamenti nel mondo della comunicazione, la tecnologia pervasiva e il rapporto con i giovani: tutti argomenti affrontati in classe e oggetto delle tracce di temi e saggi brevi.
Non sapete da dove iniziare? Ci pensiamo noi! Ecco un esempio svolto di saggio breve sulla tecnologia

Leggi la nostra guida: Come scrivere un saggio breve

Saggio Breve Svolto sulla Tecnologia

SAGGIO BREVE SULLA TECNOLOGIA: TRACCIA E DOCUMENTI

Fonte 1) “I numeri della nanomedicina”

Articolo apparso su Il Sole24ore del 2/02/2016 di Francesca Cerati. Piccolissimi “shuttle” in grado di trasportare farmaci dentro le cellule tumorali, per una terapia mirata che riduca gli effetti collaterali e massimizzi l'efficacia delle molecole introdotte. È la nuova frontiera della ricerca oncologica: vettori tra i 20 e i 500 nanometri (un miliardesimo di metro) capaci di veicolare sia i tradizionali farmaci chemioterapici sia quelli biologici, come acidi nucleici e proteine.
Sono più di 230 i nanofarmaci attualmente testati sull'uomo, il 30% dei quali sono per la cura del cancro.
Due i filoni di ricerca più promettenti, ricordati oggi all'università Bicocca di Milano durante l'edizione 2016 del “Nano World Cancer Day”, evento internazionale organizzato da Etpn (European Technology Platform for Nanomedicine) in collaborazione con le Istituzioni locali. «La prima strategia che l'Istituto nazionale tumori di Milano sta portando avanti a livello preclinico con l'università australiana di Melbourne riguarda nanoparticelle intelligenti che sfruttano le variazioni delle caratteristiche chimico-fisiche, in particolare l'ossidoriduzione, comportandosi da minuscoli “Caronte” in grado di traghettare i farmaci all'interno del tumore», spiega Nadia Zaffaroni, direttore della Struttura complessa di farmacologia molecolare della Fondazione Irccs Int.
La seconda via, studiata dall'Int in collaborazione con Mauro Ferrari allo Houston Methodist Research Institute americano, «è ancora più innovativa – prosegue l'esperta – perché utilizza i “leukolike”, nanoparticelle che ingannano il cancro perché rivestite da membrane ottenute dai globuli bianchi (o leucociti, ndr)». Il corpo infatti richiama queste cellule del sistema immunitario – e quello che a loro somiglia, come i leukolike – a livello degli endoteli infiammati del tumore, permettendo a leucociti e simili di entrare nelle cellule. Una volta dentro, come “cavalli di Troia” i leukolike potranno rilasciare il farmaco in modo mirato. La ricerca è attualmente concentrata sui sistemi di riconoscimento della “fermata giusta” per i nanoshuttle, sui metodi per aprire loro le porte biologiche e sulle chiavi per superare le barriere.
Il settore è dunque ricco e attivo. In Europa sono più di 500 le piccole e medie imprese, tra farmaceutiche, aziende biotech, chimiche e di tecnologie mediche, che operano nella nanomedicina, 150 negli Stati Uniti. Attualmente sono circa 49 i nanofarmaci presenti sul mercato, per un valore complessivo che oscilla tra i 100 e 130 miliardi di dollari. Sul fronte della sperimentazione sono più di 230 i nanomedicinali attualmente testati sull'uomo, il 30% dei quali per la cura del cancro.
«Penso che l'obiettivo cui tendere sia portare la ricerca nanomedica verso un'applicazione clinica per la salute dell'uomo», ha detto Cristina Messa, rettore dell'università Bicocca. Ma per portare l'innovazione al letto del paziente, non basta il lavoro in laboratorio, serve una visione d'insieme che permetta agli scienziati italiani di sedersi ai tavoli decisionali europei. «Pochi dei nostri ricercatori sono preparati dal sistema universitario a vedere tutta la filiera – osserva Furio Gramatica della Fondazione Don Gnocchi e dell'Etpn-European Technology Platform for Nanomedicine, un organismo che raggruppa istituzioni di ricerca, aziende farmaceutiche e scienziati per promuovere la ricerca e lo sviluppo della nanomedicina – Quindi scientificamente sono molto bravi, competitivi a livello europeo e mondiale». Tuttavia, precisa, «non sono pronti ad affrontare la filiera completa. Non riescono a parlare con un'azienda farmaceutica, con una piccola media impresa». «Molte delle start up create da ricercatori o spin off universitari – continua Gramatica – hanno come unico cliente l'università stessa e quindi sono quasi prolungamenti dei dipartimenti. Probabilmente servirebbe un'educazione a più ad ampio spettro, non solo scientifica, ma sull'intera filiera applicativa della scienza, sulla sua ricaduta. Ovviamente quando fanno ricerca applicata».
L'Unione europea, tra il 2008 e il 2014, ha finanziato più di 50 progetti di nanomedicina che vanno dalla messa a punto di nuovi sistemi di somministrazione dei farmaci nanostrutturati alla medicina rigenerativa, fino alla creazione di nanoparticelle per la diagnostica precoce. Nel maggio 2013 la Etpn ha avanzato alla Commissione europea la «coraggiosa proposta» di investire oltre 700 milioni di euro entro il 2020 per permettere ai progetti promettenti di arrivare all'industria. «In questo momento siamo in una fase sperimentale che sta andando bene – afferma Gramatica -. La Commissione, su spinta della piattaforma, ha investito 600 volte il costo della piattaforma stessa. Questo significa che bisogna investire tempo e competenze manageriali per partecipare ai meccanismi europei, non solo alla ricerca. In Europa lo spazio c'è». In particolare per la nanomedicina, saranno 16 le call all'interno del programma Horizon 2020, oltre a quelle relative al policing making.

Fonte 2) ANALISI / Arte e tecnologia è il nuovo slogan di Steve Jobs
Articolo apparso su IlSole24ore.

Cronologia articolo. «Se siamo in grado di creare prodotti come questo è perché la Apple abita all'incrocio fra la tecnologia e le liberal arts: prodotti avanzati, intuitivi, facili e divertenti da usare». Al termine della presentazione di due giorni fa, Steve Jobs – genio indiscusso del marketing – ha assunto un tono didattico. Le arti liberali (grammatica, dialettica, retorica, aritmetica, geometria, musica e astronomia) hanno certamente a che fare con l'innovazione, il design e l'anima stessa di un prodotto commerciale come l'iPad che Jobs teneva in mano. Ma anche con una cosa ben più importante: la visione di lungo periodo.
La Apple ha 24,8 miliardi di dollari in cassa e neppure un centesimo di debito. Siccome nella Silicon Valley i dividendi non vanno di moda, la comunità finanziaria si chiede da anni cosa voglia farci Steve Jobs, con tutti quei soldi. Magari delle acquisizioni? Negli ultimi dieci anni, la Apple ne ha fatte solo tre. Ma che la dicono lunga, sul suo disegno strategico. Fingerworks. Nel 2005, Jobs mette le mani su questa azienda fondata da due scienziati dell'Università del Delaware, che avevano sviluppato un'interfaccia gestuale, pensata soprattutto per utenti disabili. Sulla tecnologia di Fingerworks, la Apple ha costruito il successo dell'iPhone e – in attesa che il mercato dia il suo responso – il fragore mediatico dell'iPad. La tecnologia si può anche comprare: basta che sia consona al proprio disegno strategico. PA Semi. Dietro a questo nome si cela la grande, nascosta novità dell'iPad. Il microprocessore che lo fa girare è prodotto dalla Samsung, ma è disegnato dalla PA Semi, azienda della vicina Santa Clara, comprata da Jobs nel 2008 per 278 milioni di dollari. Così, nell'iPad debutta il nuovissimo Apple A4, un system-on-chip (ovvero un processore tuttofare) che molto facilmente darà vita anche agli iPhone e agli iPod del futuro. Con questa semplice mossa, Jobs ha quadrato il suo cerchio: adesso l'intero ciclo di produzione è interamente sotto il suo controllo, nonostante la Apple non abbia più una sola fabbrica.
Quattro Wireless. In realtà, Jobs aveva messo gli occhi su un'altra azienda, la AdMob, che però è finita nelle grinfie di Google per non modici 750 milioni. Così, poche settimane fa, la Apple ha comprato (per 275 milioni) la Quattro Wireless, un'azienda che si occupa di pubblicità nel settore delle comunicazioni mobili. Con questa mossa, Apple si prepara a entrare in rotta di collisione con Google per la pubblicità sugli smartphone, proprio adesso che l'internet mobile sta decollando. Ma non solo: ci sono migliaia di sviluppatori delle applicazioni per iPhone (e iPad) che non vedono l'ora di poterle usare come vero canale pubblicitario. Ci penserà Quattro Wireless, ovviamente. A dire il vero, Jobs ha comprato anche Lala, un servizio di musica streaming che andrà certamente a completare l'offerta del suo iTunes Store. Ma c'è una quarta cosa che la Apple è riuscita ad acquistare sul mercato, per far quadrare la sua strategia. E questa, non c'è denaro che possa comprarla. L'ecosistema contenuti-applicazioni.
Se l'iPad diventerà un grande prodotto commerciale, sarà grazie ai programmi e ai contenuti multimediali che saranno fabbricati su sua misura. E qui, Jobs conta sulla collaborazione degli sviluppatori che si sono fatti ricchi sull'iPhone, nonché delle case editrici che si affacciano sul nascente mercato digitale, a ruota di quelle discografiche e cinematografiche. Si attendono nuovi prodotti, come i quotidiani e i magazine dinamici: vere e proprie applicazioni multimediali che si aggiornano con l'evolversi delle notizie. E ovviamente anche nuovi concorrenti: la soglia di accesso all'editoria digitale, senza carta, è più bassa di quanto non sia oggi. Per Jobs e la Apple, è solo questione di attendere. Contenuti e "apps" arriveranno. Scovare le tecnologie giuste.
Controllare da cima a fondo il disegno e la fattura dei prodotti. Cogliere tutti i possibili mercati, come quello pubblicitario. Godere della cooperazione di ingegneri, ma anche di case editrici, musicali e cinematografiche di tutto il mondo. Sono le quattro strade che partono dall'incrocio fra la tecnologia e le liberal arts, dove la Apple dice di abitare. La retorica, una delle arti liberali, c'è tutta. A questo punto, non resta che soddisfare l'ultima curiosità: quale risposta riserverà il mercato all'iPad, il prodotto che, soi-disant, coniuga tecnologia e arte.

Fonte 3) Bill Gates: “Sono preoccupato per l’intelligenza artificiale”

Il fondatore di Microsoft su Reddit risponde alle domande dei lettori: «Non capisco chi non si cura dell’evoluzione di questa tecnologia»
Articolo apparso su La Stampa del 29/01/2015 Dopo l’astrofisico Stephen Hawking e l’imprenditore Elon Musk, anche Bill Gates esprime preoccupazione per l’intelligenza artificiale. «Sono tra quelli preoccupati per la super intelligenza», ha detto il fondatore di Microsoft partecipando a una sessione di «Ask Me Anything» («chiedetemi tutto»), sul sito Reddit. Rispondendo agli utenti, Gates ha anche ammesso di sentirsi «abbastanza stupido» per non aver mai imparato lingue straniere.
 «All’inizio le macchine faranno molto lavoro per noi e non saranno super intelligenti. Questo sarà positivo se ben gestito», ha osservato Gates in merito all’intelligenza artificiale. «Alcuni decenni più tardi, tuttavia, l’intelligenza sarà forte abbastanza da diventare una preoccupazione».
Recentemente Hawking aveva dichiarato alla Bbc che «lo sviluppo di una piena intelligenza artificiale potrebbe segnare la fine della razza umana», mentre in un post su Twitter dell’agosto scorso Musk aveva definito l’intelligenza artificiale «potenzialmente più pericolosa delle armi nucleari».
 

SAGGO BREVE SULLA TECNOLOGIA: TITOLO E CONSEGNA

Ricordate sempre di inserire titolo e consegna all'inizio del vostro saggio breve:

  • saggio breve sulla tecnologia titolo: L'arma a doppio taglio del progresso
  • saggio breve sulla tecnologia consegna: giornalino scolastico

SAGGIO BREVE SVOLTO SULLA TECNOLOGIA PERVASIVA: INTRODUZIONE

La tecnologia ha come scopo quello di migliorare la vita dell'uomo, modificando le condizioni esterne e interne allo scopo di preservare la vita dell'essere umano e rendere possibili scoperte e miglioramenti tecnici nella produzione di beni e mezzi utili.
I campi in cui è possibile verificare l'esattezza di quest'affermazione sono molti ma in questo breve saggio ci concentreremo su quelli della medicina, dell'intrattenimento e della nuova frontiera sognata dall'uomo, quella dell'intelligenza artificiale.

SAGGIO BREVE SU SCIENZA E TECNOLOGIA: SVOLGIMENTO

Le applicazioni della tecnologia sono, per definizione, moltissime. In questo breve saggio porteremo tre esempi, il primo si concentrerà sui risvolti in campo medico, il secondo sull’ambito dell’intrattenimento e della creatività e il terzo riguarderà la possibilità per la tecnologia di imitare il pensiero umano, possibilità non priva di lati oscuri.
Se la tecnologia deve migliorare la condizione umana nessun esempio potrebbe essere migliore di quello dei nanofarmaci, macchine piccolissime in grado di portare i farmaci direttamente nella zona dove sono necessari: nel caso di un tumore per esempio questo metodo permette di depositare i farmaci antitumorali direttamente in loco, riducendo i molti effetti collaterali che la chemioterapia ha sull’organismo a seguito della tradizionale modalità di somministrazione. Questi nanofarmaci (al momento ne sono stati presentati sul mercato solo 49, ma la ricerca continua) riescono a ingannare il cancro e a rilasciare il farmaco in loco e l’Unione Europea sta investendo molto in questa direzione e la prospettiva di un utilizzo medico delle nanomacchine è passata dall’essere fantascientifica a diventare reale, offrendo un caso di utilizzo virtuoso della tecnologia.
Anche Steve Jobs, quando presentò il suo Ipad, lo fece sottolineandone il lato utile, quasi umanitario: l’Ipad (ma in realtà l’intera Apple, almeno nei discorsi del manager scomparso poco tempo fa) veniva proposto come il punto d’incontro tra la tecnologia e le “liberal arts”, cioè la grammatica, la dialettica, la retorica, l’aritmetica, la geometria, la musica e l’astronomia: in effetti nel corso degli anni la nascita di sempre nuove app ha permesso questi collegamenti in modo sempre più efficiente e anche se il fatto di possedere un Ipad o un equivalente non rende il possesso automaticamente un creativo è pur vero che ha dato una forte spinta a innovazioni nel campo dell’editoria, della discografia e della cinematografia, rendendo molto più facile usufruire di tutta una serie di mezzi, produttivi ma anche di intrattenimento per i quali in passato sarebbe stato necessario un apparato ben più complesso.
Anche in questo caso allora possiamo affermare che la tecnologia è andata nella direzione che ci si aspetta che prenda, anche se certo la facilità di fruizione di determinati contenuti ha aperto altre problematiche cui sarà necessario far fronte, come quelle dell’isolamento, dell’hacking di dati personali e questo solo per citarne alcune.
I mezzi tecnologici diventano quindi sempre più intelligenti: indovinano i nostri gusti e ci propongono prodotti che ci potrebbero piacere, immagazzinano i nostri dati a cominciare da quelli anagrafici e potenzialmente “sanno” sempre dove siamo, cosa che finora non era possibile nemmeno al genitore più controllante. Siamo ancora lontani dal computer che pensa, o almeno questa non è una caratteristica dei nostri pc, ma ormai i tentativi di riprodurre il pensiero umano sono molto frequenti e non privi di rischi, primo tra tutti la fretta di riuscirci senza farsi domande: nel momento in cui l’impiego di nuove macchine sempre più intelligenti lascia senza lavoro una fetta della popolazione che con il tempo minaccia solo di ampliarsi il problema è di tutti noi.

SAGGIO BREVE SVOLTO SULLA TECNOLOGIA: CONCLUSIONE

In conclusione, i casi in cui la tecnologia ha migliorato e continua a migliorare l’esistenza umana ci sono e non sono trascurabili: oggi è possibile cambiare la vita di milioni di persone in poco tempo, volendo estendere le conquiste tecnologiche all’intero pianeta e non solo a chi se lo può permettere, tuttavia è obbligatorio continuare a interrogarsi sui motivi e sulle conseguenze di questo inarrestabile e velocissimo progresso tecnologico.

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