Scuola: se dici dinosauro o compleanno in classe ti butto fuori! - Studentville

Scuola: se dici dinosauro o compleanno in classe ti butto fuori!

Nelle scuole di New York una serie di parole sono state bandite dal vocabolario e dai testi scolastici per non ledere determinati settori della società.
Scuola: se dici dinosauro o compleanno in classe ti butto fuori!

Parole bandite dalle scuole di New York – Per noi in Italia sembra una cosa dell'altro mondo, ma è realtà nello Stato di New York: ci sono tutta una serie di parole che sono state bandite dal vocabolario e dai testi scolastici per non ledere determinati settori della società. E' così che termini di uso comune come 'dinosauro', non si può usare perché riporta all'evoluzione, e potrebbe offendere i creazionisti, mentre la parola 'dancing' è troppo sexy e si potrebbero mettere in testa ai ragazzi idee licenziose. Che dire poi della parola 'compleanno': i testimoni di Geova non lo festeggiano, per cui sarebbe un peccato offendere in qualche modo qualche studente praticante questo credo religioso. La cosa più sconvolgente è che c'è una vera e propria lista delle parole che non si devono usare, e viene stilata proprio in un momento in cui le scuole americane stanno attraversando un periodo difficile, non solo per la scarsa preparazione che viene contestata agli insegnanti, ma anche per le polemiche sul licenziamento. Tra le altre parole bandite, il termine 'povertà' perché potrebbe discriminare uno studente che in famiglia vive il dramma della disoccupazione, oppure il termine 'divorzio' e 'schiavitù'. Tra le altre parole, anche 'extraterrestre' non si può dire perché potrebbe turbare la fantasia di alcuni soggetti più sensibili di altri.

Ma che cosa è, e perché è stata creata una lista delle parole bandite? –  Si tratta di una lista realizzata 'ad hoc' dal Dipartimento per l'Istruzione, che ha inviato agli editori dei test che si svolgono nel corso dell'anno scolastico per verificare i progressi (o gli scivoloni) degli studenti. Il Dipartimento per l'Istruzione si è giustificato dicendo che si tratta di parole che tendono a distrarre gli studenti dai test, ma il caso ha sollevato una polemica in quanto la lista è lunga più del doppio rispetto alle parole bandite negli altri Stati d'America.

E se facessero una lista  italiana? – Resta il fatto che almeno noi in Italia possiamo confrontarci con problematiche quali la povertà, il divorzio, la differenza tra religioni, temi ai quali viene dato ampio spazio in tutte le scuole di ogni ordine e grado; se ci dovessero togliere anche la libertà di esprimere la nostra opinione su tematiche del genere, non saremmo capaci di pensarla diversamente da chi ha stilato la “lista della discordia”.
E voi cosa ne pensate?

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