Trinità, di Masaccio: descrizione, iconografia e tecnica - StudentVille

Trinità, di Masaccio: descrizione, iconografia e tecnica

Trinità di Masaccio: opera simbolo della nascita del Rinascimento

La Trinità è un affresco di Masaccio conservato nella terza campata della navata sinistra della basilica di Santa Maria Novella a Firenze. Si tratta dell’ultima opera dell’artista, morto a soli 26 anni e considerato uno degli iniziatori del Rinascimento in quanto attuò per primo un rinnovamento della pittura secondo una nuova visione rigorosa, escludendo gli eccessi decorativi e l’artificiosità del gotico. Per questo motivo, la Trinità è universalmente ritenuta una delle opere fondamentali per la nascita dello stile rinascimentale nella storia dell’arte e la sua analisi ce lo dimostra.

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Trinità di Masaccio: descrizione e tecnica dell’opera

Il soggetto principale dell’affresco di Masaccio è costituito dalle figure della Trinità, disposte secondo il modello iconografico che va sotto il nome di ‘Trono di Grazia‘. Rispetto allo schema classico l’artista ha, però, introdotto molti elementi di originalità cominciando dalla collocazione in una cappella delle sei figure che popolano la scena. Di solito nel ‘Trono di Grazia’ Dio era seduto in trono, per evocare il tema del Giudizio che segue la Resurrezione, mentre in questo caso è raffigurato in piedi ed ha sembianze di uomo maturo. Davanti a lui c’è il Figlio crocifisso che, in verità, ha le sue stesse proporzioni ma risalta nell’opera per il pallore della pelle. A completare la Trinità c’è lo Spirito Santo rappresentato da una colomba che, a primo impatto, non è facilmente riconoscibile in quanto le ali si confondo attorno al collo di Dio Padre. Masaccio colloca, poi, su un piano inferiore le figure statuarie di San Giovanni e della Madonna che, grazie alle regole dell’illusione prospettica, appaiono più vicine allo spettatore. Ancora più in basso, su di un terzo piano prospettico, stanno le due figure inginocchiate dei personaggi in omaggio ai quali l’opera è stata eseguita: nessun documento scritto attesta l’identità del committente ma l’ipotesi più accreditata è che si tratti di Fra’ Benedetto di Domenico di Lenzo, un priore domenicano presente in quegli anni nel convento.

Trinità di Masaccio: simbologia dell’opera

La Trinità di Masaccio è ricca di significati simbolici e teologici che l’artista avrà concordato sicuramente con il committente. Gli studiosi sono arrivati a conclusioni molto diverse e, innanzitutto, ancora non è chiaro cosa simboleggi lo spazio sotto la volta a botte: potrebbe essere una cappella, una tomba, la cappella del Golgota, il tabernacolo di Davide o l’anticamera del Paradiso. L’ipotesi più evidente è che l’opera sia una combinazione tra un monumento funebre e una rappresentazione della Trinità e che, quindi, deve essere letta dal basso verso l’alto a simboleggiare l’ascensione verso la salvezza eterna. Un’altra ipotesi è che si tratti di un memoriale funerario, cioè un’immagine destinata a suscitare la meditazione sulla salvezza eterna di chi visitava la chiesa oltre al ricordo delle persone defunte.

 

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