Disabilità: la rivoluzione è il lavoro in conto terzi sperimentato a Napoli - Studentville

Disabilità: la rivoluzione è il lavoro in conto terzi sperimentato a Napoli

Per la prima volta in Italia un’azienda potrà assumere un disabile e per impiegarlo non nella propria struttura, ma in un’altra realtà con ambiente idoneo.

A Napoli, nei Quartieri Spagnoli, si è dato vita a un progetto capace di rivoluzionare il concetto di “Categoria Protetta” dove i disabili escono dalle strutture e dalle aziende per andare a lavorare in ambienti più adatti al loro percorso di crescita personale. Dopo aver sviluppato le necessarie competenze in cucina e nel servizio di mensa, i primi dieci ragazzi con disabilità cognitive formati professionalmente da Fondazione FOQUS, sono stati assunti da Ferrarelle S.p.a, prima azienda privata ad aderire al progetto. Inizieranno a lavorare da dipendenti regolarmente retribuiti, ma in una realtà terza, nelle mense e nelle cucine delle Scuole internazionali paritarie “Dalla parte dei Bambini”.

Per la prima volta in Italia un’azienda assumerà personale appartenente alle categorie protette per impiegarlo non nella propria struttura, ma in un’altra realtà, in un ambiente più idoneo e in linea con il percorso terapeutico, professionale e di crescita personale della risorsa. Un lavoro in conto terzi che potrebbe aprire nuove prospettive di lavoro a chi affetto da disabilità. Il programma mette a disposizione uno spazio di socializzazione e di inclusione per giovani con abilità diverse con i quali sperimentare lo sviluppo di un modello di intervento integrato, capace di offrire un sostegno personalizzato per ogni giovane, che sarà accompagnato, grazie al tutoraggio di un’equipe multidisciplinare, in esperienze attive di autonomia sociale attraverso un’attività professionalizzante, sostenuta da adeguata formazione di competenze.

I giovani saranno impegnati settimanalmente nell’organizzazione del servizio della refezione, si occuperanno della preparazione e distribuzione dei pasti nelle varie classi, come della pulizia e riordino dei luoghi utilizzati (cucina, aule e spazi comuni).  Collaboreranno con il personale delle Scuole addetto a tali funzioni (educatori, cuoche, personale ATA). Incontreranno ogni giorno più di 700 bambini, che impareranno a convivere con la disabilità. I giovani disabili acquisiranno così una sempre maggiore autonomia nello svolgimento di tali mansioni, rivelandosi come una vera risorsa all’interno del processo produttivo del servizio erogato.

Vincenzo Spadafora, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, era presente alla firma dell’accordo tra Fondazione FOQUS Quartieri Spagnoli e Regione Campania e ha detto “Da Napoli parte un messaggio per tutte le imprese del Paese. Parla di persone con disabilità, in un’ottica concreta e modernissima, proponendo di combattere lo stereotipo del difficile inserimento lavorativo, con uno strumento efficace e facile da replicare, anche in contesti aziendali eterogenei. È un esempio di come l’evoluzione degli strumenti legislativi possa realizzarsi attraverso le buone pratiche degli operatori più lungimiranti, anche senza interventi normativi. Se questo modello pionieristico genererà seguito, come auspico, gli obblighi di assunzione derivanti dalla Legge 68/99 avranno un impatto sociale senza precedenti”.

L’accordo è il frutto di una proposta avanzata da Fondazione FOQUS Quartieri Spagnoli; che attraverso il proprio Centro ARGO svolge a favore di disabili attività di assistenza non medicalizzata, come spiega  il direttore Renato Quaglia: “L’obiettivo è quello di favorire l’inserimento dei giovani con disabilità cognitive in ambienti di lavoro compatibili con le loro potenzialità e necessità. Ringraziamo la Regione Campania, Ferrarelle S.p.a., Fondazione per il Sud e tutti gli attori coprotagonisti di questo inedito progetto, che porta a guardare all’inserimento di personale appartenente a categorie protette sotto una nuova luce, come una vera opportunità, per tutti. Speriamo di aver tracciato un percorso utile per tutte le aziende locali e nazionali che vogliano replicare l’iniziativa, con noi o con realtà simili alla nostra”.

 

L’innovativa pratica e il pionieristico accordo tra enti pubblici, aziende private e istituti del terzo settore potrebbe rivoluzionare il concetto di Categoria Protetta, trovando la quadra nel difficile tema disabilità e lavoro. Il progetto vuole essere una risposta concreta a quel reale bisogno, rappresentato dal giovane diversamente abile, di potersi confrontare ed interagire con il mondo esterno in maniera sempre più autonoma ed integrata, ampliando le proprie relazioni con persone e contesti diversi e, nel contempo, favorire quell’inclusione sociale che passa attraverso un costante processo educativo di crescita sociale e culturale. Un’esperienza, dunque, destinata a far si che l’alterità possa essere vissuta come forma di arricchimento reciproco, superando i preconcetti e la paura del “diverso”.

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