L’arte per D’Annunzio è il prodotto di una mente superiore, di una spiritualità, raffinata. Egli stesso si definiva l’«Imagnifico», il creatore d’immagini, attraverso suoni ricercati e parole preziose e rare. L’idea della superiorità assoluta dell’esperienza induce l’artista a tentare di trasformare la vita stessa in opera d’arte, dedicandosi al culto della bellezza in assoluta libertà materiale e spirituale, come anche il piacere corporeo. L’opera artistica di D’Annunzio è caratterizzata da forme di esasperato individualismo, il mito del “superuomo”. Questo concetto del superuomo lo estrapolò parte dalla filosofia del filosofo tedesco Nietzche. Per il filosofo tedesco, la realtà è dominata dagli istinti e che la gran massa degli uomini è istintivamente orientata verso l’accettazione di un “capo, di un “padrone”, perchè essendo incapace di scelte autonome, si sente protetta nel seguire quelle impostate dall’uomo forte. Pochi sono, invece, gli uomini dotati dell’istinto che il filosofo definisce la “volontà di potenza , e sono questi che hanno il diritto e il dovere di elevarsi sulla massa e di comandare (“superuomini”). Inoltre, se la vita è dominata dagli istinti, le varie morali storiche (tra cui quella cristiana) non hanno alcuna ragione da essere in quanto fondate su principi astratti e su infondate conoscenze della realtà. Le uniche morali possibili sono quella dei padroni e quella dei servi. D’Annunzio in Italia si fa proprio interprete di queste nuove atmosfere. Anche secondo D’Annunzio l’uomo deve distinguersi dalla massa , avere il desiderio di vivere e di godere di tutte le sensazioni, deve aspirare ad un’esistenza eccezionale, al vivere inimitabile a fare della propria vita un ‘opera d’arte. Come si può notare, la vita dello stesso D’Annunzioè stata caratterizzata dal desiderio di un vivere inimitabile e di non restare mai nell’ombra. L’esteta di questo poeta è incarnato in Andrea Sperelli, il protagonista del romanzo “Il piacere”, l’eroe che proviene da un’illustre famiglia aristocratica. Già il suo stesso nome sa di antico e di nobile, costretto a viveretra gente mediocremente borghese. Nel protagonista di questo romanzo confluisce l’intenzione dell’autore di ritrarsi nel suo personaggio. La volontà autobiografica è evidente poiché nel personaggio di Sperelli d’Annunzio incarna sia il frutto delle sue esperienze reali sia i suoi sogni e le sue aspirazioni: Sperelli  è ciò che d’Annunzio è e ciò che vorrebbe essere. Il culto dell'arte, la risoluzione della vita stessa nell'arte, la ricerca del bello e di tutto ciò che è prezioso nel più assoluto distacco da ogni convenzione morale, il disprezzo per la volgarità del mondo borghese, accomuna Andrea Sperelli e D'Annunzio. Così è giovane, elegante, raffinato e piacente come lui, ma è anche, come lui non è, nobile, ricco e alto di statura; come lui è un intellettuale; è come lui un seduttore; come lui ha facile accesso nei ritrovi mondani e nei salotti della nobiltà. Tuttavia nel romanzo il narratore rivela in Andrea Sperelli quella mancanza di autenticità, di forza morale e di volontà che si ritroverà in tanti personaggi decadenti . È evidente come questo personaggio sia solito scindersi in ciò che è e in ciò che deve apparire, in ciò che è e in ciò che vorrebbe essere, in ciò che sente e in ciò che esprime all’esterno. Il mondo raffinato ed elegante di Andrea Sperelli trova a livello espressivo una precisa corrispondenza nella lingua con cui viene descritto: una lingua preziosa e ricercata che si adatta tanto alle descrizioni d’ambiente cui il narratore si abbandona quanto al suo gusto per l’analisi degli stati d’animo del personaggio La prosa utilizzata è ricca ed elegante ma allo stesso tempo allusiva, suggestiva e musicale. Appare evidente come la complessa analisi svolta da Nietzsche si immiserisca nella interpretazione che ne dà D’Annunzio e nell’uso improprio che ne fanno i sostenitori del nazionalismo. L’idea di superuomo, che faceva parte di un ambizioso progetto di critica della civiltà occidentale, ora diventa un semplice slogan per propagandare la guerra e l’impegno imperialista, per esaltare la potenza rigeneratrice della poesia e per legittimare le élite di governo.