Mappa Concettuale

|
|
|
Naturalismo e Verismo
Il Naturalismo è un movimento artistico e
letterario affermatosi in Francia nella seconda metà
dell'Ottocento e diffusosi poi in altre culture europee.
Fortemente influenzati dalla filosofia del Positivismo, i
teorici del N., in primo luogo Hippolyte Taine e poi,
soprattutto, Emile Zola, ritenevano che lo studio dei
caratteri e dei comportamenti umani potesse essere condotto
con lo stesso rigore classificatorio con cui gli scienziati
studiano i fenomeni naturali e che la letteratura, con il
genere del romanzo, avesse un ruolo privilegiato in questo
tipo di indagine. I punti fondamentali dell'elaborazione
teorica del Naturalismo si possono così riassumere:
-
Le vicende umane sono determinate dalla combinazione tra i
tratti psicologici e morali "ereditari" dell'individuo,
l'ambiente sociale e il momento storico in cui egli si trova
a vivere; sulla base di questi tre dati di partenza, il
romanziere naturalista potrà formulare delle leggi che gli
consentano di conoscere e di rappresentare la realtà nel
modo più oggettivo e scientifico.
-
L'atteggiamento del narratore nei confronti dei personaggi
e delle loro vicende deve essere assolutamente neutrale,
egli deve limitarsi a "fotografare" la realtà esterna,
evitando qualunque intervento o commento personale. Alla
base della narrativa naturalista è infatti il canone
dell'impersonalità, cioè l'annullamento dell'autore
all'interno dell'opera, realizzato anche attraverso scelte
linguistiche orientate decisamente verso la riproduzione del
parlato.
-
Il Naturalismo riserva una
particolare attenzione alle contraddizioni della società
industriale del tempo, con particolare riguardo alle
condizioni di vita delle classi sociali inferiori.
Questa rappresentazione delle realtà umane più difficili
e a volte degradate è la novità più importante del
Naturalismo, anche perché tale scelta si lega alla
convinzione che la letteratura, denunciando certe
situazioni, possa essere strumento di cambiamento e di
progresso sociale.
In Italia le teorie del Naturalismo francese trovano una
rielaborazione nell'opera di alcuni grandi scrittori, primo
fra tutti Giovanni Verga, che danno vita a quel movimento
letterario che va sotto il nome di Verismo.
Pur condividendo col Naturalismo l'adesione al canone
dell'impersonalità e l'interesse per le realtà sociali più
drammatiche, il Verismo se ne distingue poi per alcune
caratteristiche:
-
un atteggiamento di sfiducia nei confronti del progresso
umano e delle reali possibilità educative della letteratura;
-
un carattere fortemente regionalista e una maggiore
attenzione per il mondo rurale, determinati dalla diversa
realtà storico-sociale dell'Italia contadina e
preindustriale, rispetto a quella della Francia già
industrializzata.
Verga
nega che il progresso porti alla felicità. Anzi, ogni
tentativo compiuto dai suoi personaggi di migliorare la
loro condizione provoca l'opposto, un tracollo del
precario equilibrio che sino ad allora garantiva loro
un'esistenza misera ma sicura. L'umanità progredisce per
le conquiste scientifiche e tecnologiche, ma la società
rimane dominata dalla sopraffazione e la vita del singolo
dal fato. quindi la posizione del Verga sotto questo
aspetto è molto diversa da quella dei naturalisti
francesi: non c'è nella sua opera una denuncia del male
in vista di un miglioramento, ma soltanto la nuda e cruda
constatazione della realtà.
Emile Zola
Sullo sfondo di un clima positivista
, la tendenza filosofica implicita più feconda in altri ambienti
culturali, si può capire la rapida e clamorosa affermazione del
naturalismo letterario francese. Espressione letteraria della
cultura positivista, il naturalismo sostituì alla narrativa di
ispirazione sentimentale e psicologica il romanzo- documento-
indagine, che analizza i meccanismi delle vicende umane con la
stessa freddezza clinica con cui uno scienziato si chinava a
studiare il fenomeno naturale. Dietro l'ambizione scientifica e
sperimentale dello scrittore naturalista sta la certezza tipicamente
positivista che i fatti morali e sentimentali sono governati dalle
medesime leggi riscontrabili in natura.
|
 Nato a Parigi nel 1840,
rimasto presto orfano, trascorse infanzia e giovinezza in
gravi ristrettezze economiche. Visse lavorando presso la
casa editrice Hachette e facendo il giornalista.Diventato famoso con i suoi
romanzi, caposcuola del naturalismo, fu al centro di
numerose polemiche artistiche.
Si impegnò tra l'altro nella
difesa di Manet e degli impressionisti (I
miei odii, Mes haines, 1866). Nel 1894 è in Italia,
accolto come narratore famoso. L'avvenimento politicamente
più clamoroso della sua vita è legato al caso Dreyfus. Zola
si schierò con gli innocentisti, denunciò il complotto
militarista e reazionario con la famosa lettera aperta
pubblicata su «L'Aurore» (J'accuse, 1898). Condannato a un
anno di carcere, per evitare la prigione riparò in
Inghilterra. Tornò nel 1899, essendo stato annullato nel
frattempo il giudizio contro Dreyfus. Morì a Paris il 29
settembre 1902, nel sonno, per le esalazioni di una stufa.
Il sospetto di un attentato non venne mai del tutto
dissipato |
La prima opera pienamente
riuscita di Zola fu Thérèse Raquin
(1867; nel 1873 ne farà anche un dramma teatrale).
Zola concepì il progetto
di un ciclo di romanzi che doveva prendere in esame tutti
gli strati della società attraverso le vicende di vari
personaggi, tutti appartenenti allo stesso ceppo familiare,
ineluttabilmente condizionato da malattie e vizi ereditari.
Nacquero così I Rougon-Macquart, storia
natura le e sociale di una famiglia sotto il secondo impero
(Les Rougon-Macquart, histoire naturelle et sociale d'une
famille sous le seconde empire). Il ciclo fu iniziato nel
1871 con La fortuna dei Rougon (La
fortune des Rougon), comprese 20 volumi, e si concluse nel
1893 con Il dottor Pascal (Docteur
Pascal).
L'ambizione di Zola
fu di essere lo storico della vita privata della sua
epoca, cioè del secondo impero e della terza repubblica,
così come Balzac lo era stato dell'età della
restaurazione e della monarchia di luglio. Balzac gli
suggerì il disegno e le di mensioni dell'opera, ma
peculiare di Zola fu il tentativo di interpretare i
fenomeni morali e sociali attraverso le dottrine un po'
semplificate di Taine (determinismo) e di Darwin
(ereditarietà). Suo anche il tentativo di trasferire
alla letteratura il metodo sperimentale delle scienze
(Claude Bernard).
La vitalità della sua
opera deriva dalla felice contrapposizione tra lo
schematismo ingenuo del metodo e della "filosofia", e il
suo temperamento, la sua immaginazione, la sua
indisciplina emotiva e stilistica. La sensibilità
sociale e l'onestà intellettuale di Zola gli permisero
di superare spesso i limiti del naturalismo
positivistico e il facile culto del progresso. Mentre le
correnti estetizzanti che ormai dominavano la
letteratura sembra vano non accorgersi neppure del
problema sociale, Zola affrontò il conflitto
fondamentale della sua epoca, la lotta tra classe
proprietaria e proletariato, dandone una
rappresentazione potente veritiera e impietosa
|
Naturalismo
è il movimento letterario che nasce in Francia alla fine
dell'Ottocento come applicazione diretta del pensiero
positivista
e che si propone di descrivere la realtà psicologica e
sociale con gli stessi metodi usati dalle scienze sociali
|
Giovanni Verga
|

Giovanni
Carmelo Verga nacque a Catania, secondo di sei figli, il 2
settembre 1840. Lasciati gli studi di legge per entrare, nel
1861, nella Guardia Nazionale, manifesta fin da giovane un
grande interesse per la letteratura, pubblicando a soli 22
anni il romanzo storico "I carbonari della montagna". Già in
quest'opera è visibile l'ardore patriottico dell'autore, e
il suo impegno politico per l'annessione della Sicilia al
Regno d'Italia; questi si fanno più evidenti con il secondo
romanzo, "Sulle lagune" (1863) e con la fondazione del
giornale "Roma degli Italiani".Nel 1865 si
trasferisce a Firenze, pubblicando i romanzi "Una
peccatrice" (1866) e "Storia di una capinera" (1871). Si
sposta poi a Milano, dove entra in contatto con scrittori
del calibro di Arrigo Boito, Giuseppe Giacosa, Federico De
Roberto; pubblica i romanzi "Eva" e "Tigre reale" (1874),
"Eros" (1875) e la raccolta "Primavera e altri
racconti"(1876). 1878 espone il suo progetto di un ciclo di
romanzi, il cui comune denominatore sarebbe dovuto essere la
teoria evoluzionistica darwiniana e il cui modello i romanzi
di Zola, dal titolo "I vinti". Nel 1880 esce la raccolta di
novelle "Vita dei campi"; l'anno successivo il primo romanzo
del ciclo dei vinti e il suo capolavoro, "I Malavoglia"; nel
1882 il romanzo "Il marito di Elena"; nel 1883 le raccolte
di novelle "Per le vie" e "Novelle rusticane". Nel 1884 ha
la soddisfazione di veder rappresentata in teatro una sua
novella contenuta in "Vita dei campi", la "Cavalleria
rusticana", che Pietro Mascagni tramuterà in opera
lirica nel 1890. Nel 1888 esce il secondo romanzo del ciclo
dei vinti, il "Mastro don Gesualdo". Nel 1894 si ritira a Catania e
pubblica ancora una raccolta di novelle, "Don Candeloro";
nel 1903 esce il dramma "Dal tuo al mio", nel 1911 inizia il
terzo romanzo del ciclo, "La duchessa di Leyra", che però
rimane fermo al primo capitolo. Nominato senatore nel 1920,
muore nel 1922. |
|
Verismo |
Il verismo,
sviluppatosi in Italia fra il 1875 e il 1890, pur
richiamandosi alla tendenza realistica del romanticismo che
fa capo a Manzoni e prendendo forma nell’ambiente fervido di
stimoli culturali della scapigliatura lombarda, si ricollega
direttamente alle teorie positivistiche e al grande modello
del naturalismo francese. Mentre gli scrittori realisti
francesi avevano dietro di sé una società matura e
consapevole e potevano quindi fare delle loro opere uno
strumento di azione rinnovatrice, i nostri scrittori veristi
si trovavano dinanzi a masse culturalmente sprovvedute e
incapaci di recepire il messaggio sociale a esse rivolto. Di
qui la condizione di isolamento dello scrittore verista che
assume un atteggiamento più contemplativo che attivo e volge
la sua attenzione alle sofferenze delle plebi contadine, ma
è incapace di sottrarsi al paternalismo e di additare
concrete possibilità di riscatto. Accanto a questa
fondamentale differenza tra naturalismo francese e verismo
italiano (orientato il primo verso le classi sociali
produttive dal proletariato all’alta borghesia, volto il
secondo a descrivere il mondo agricolo-provinciale e le
plebi contadine) è da rilevare il carattere moderato, meno
rigido, con cui fu applicata la teoria zoliana del “romanzo
sperimentale” e lo stesso canone dell’impersonalità.
Teorizzato da L. Capuana, il verismo ebbe in Sicilia il suo
massimo rappresentante in G. Verga, accanto al quale è da
ricordare il concittadino e amico F. De Roberto.
|
|
|
|
|
|
|
|
Percorso tematico
Il Progresso Scientifico


Torna indietro |