PROGRESSO SCIENTIFICO

 
 

PERCORSO e MAPPA CONCETTUALE

Maria Chiara D'Ulizia

Classe V^ C

Liceo Scientifico E. Amaldi Novi Ligure


   

FISICA

ISAAC NEWTON - L'effetto Newton


Progresso Scientifico

Mappa Concettuale


 

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Isaac Newton  nacque a Woolsthorpe nel Lincolnshire nell'anno 1642, frequentò le scuole superiori a Grantham e nel 1661 entrò al Trinity College di Cambridge, dove studiò matematica, approfondendo nello stesso tempo le conoscenze di fisica e di astronomia.

Tornato a Cambridge nel 1669, gli fu assegnata la cattedra di matematica, entrando, poco dopo, a far parte della Royal Society di Londra (1672), alle comunicazioni della quale fu affidata la diffusione delle sue scoperte.
Nel 1685, con la comunicazione De motu, Newton diede la prima formulazione della sua teoria della gravitazione universale, con la quale i fenomeni terrestri venivano unificati a quelli celesti, riconducendo in un unico grande sistema teorico le leggi di Keplero sulle orbite planetarie e quelle di Galileo sulla caduta dei gravi.
Tra il 1691 e il 1694 si dedicò all''elaborazione dei Principia.Nel 1703 fu nominato presidente della Royal Society, carica che mantenne fino alla sua morte avvenuta nell'anno 1727.

Opere principali: Proposizioni sul moto (1684), Principi matematici della filosofia naturale (conosciuti semplicemente come Principia - 1687), Ottica (1704).

Le quattro regole del metodo newtoniano

Nei Principia Newton formula le quattro regole metodologiche alle quali la scienza moderna si deve attenere per essere considerata tale:

1. Attenersi alle sole cause necessarie per spiegare un fenomeno, ovvero fare proprio l'assunto del rasoio di Ockham "Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem", eliminando le spiegazioni complesse a favore di quelle più semplici;

2. A stessi fenomeni medesime cause, ovvero, nel caso si osservi un fenomeno identico a un altro, applicare al fenomeno le stesse spiegazioni dell'altro. Questo significa che ogni fenomeno che si ripete identico ad un altro, dovra essere ricondotto a una sola spiegazione e non a diverse;

3. Le qualità che appartengono a certi corpi possono essere considerate come appartenenti a tutti i corpi in generale: è il principio della induzione scientifica;

4. I Risultati dell'induzione vanno considerati validi fino ad ulteriore conferma, come a ribadire la natura perfettibile della fisica e della scienza moderna, un processo cognitivo sottoposto a continua revisione.


 

 

Newton e l'Universo

Come già Galileo, anche Newton cercò di conciliare la parola della Bibbia con le sue scoperte scientifiche, convinto che le sue teorie non potessero contrastare con le verità rivelate dalla religione. Innanzitutto Newton si domandò da dove potesse provenire la velocità iniziale indispensabile al moto dei pianeti e in questo riconobbe l'opera di Dio. Newton si comportò in sostanza come Aristotele, che volle dare un primo motore all'universo, non poté sottrarsi a darne una spiegazione metafisica.

L'Universo di Newton non conosceva ancora la relatività di Einstein. La fisica di Newton si definisce classica, in quanto prevede un universo in cui lo spazio e il tempo sono grandezze assolute. Il tempo scorre uguale ovunque, sempre in avanti (dal passato verso il futuro), niente e nessuno può rallentarlo o modificarne il passo. Lo spazio è infinito e lineare, nulla può incurvarlo (ignaro del fatto che sarà proprio l'effetto gravitazionale, come mostrato da Einstein, ad avere il potere di incurvare lo spazio e rallentare il tempo).

Newton affermò poi che Dio ha creato il mondo fondandolo su principi e leggi semplici e universali (come la legge di gravità) e che lo scopo degli uomini è quello di portare alla luce e decodificare questi algoritmi universali. E' propria di Newton e della scienza del suo tempo la convinzione che tutto possa essere spiegato con leggi semplici, valide per ogni grandezza e in ogni contesto, assolute e non relative.
 

La legge di conservazione della quantità di moto è una legge fisica che può essere così formulata:

 

La quantità di moto di un sistema isolato è costante nel tempo.

La condizione di isolatezza si esprime nel fatto che sia nulla la risultante delle forze esterne.

Questa affermazione è utile nei casi in cui si abbiano sistemi in cui agiscono unicamente le forze interne, come avviene ad esempio in molti fenomeni di urto o esplosione. Più in generale, ci permette di considerare la quantità di moto di un sistema come una costante del moto.

   
 

 

 


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