PROGRESSO SCIENTIFICO

 
 

PERCORSO e MAPPA CONCETTUALE

Maria Chiara D'Ulizia

Classe V^ C

Liceo Scientifico E. Amaldi Novi Ligure


   

FRANCESE / ITALIANO

Naturalismo e Verismo a confronto

Emile Zola & Giovanni Verga


Progresso Scientifico

Mappa Concettuale


 

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Naturalismo e Verismo

Il Naturalismo è un movimento artistico e letterario affermatosi in Francia nella seconda metà dell'Ottocento e diffusosi poi in altre culture europee. Fortemente influenzati dalla filosofia del Positivismo, i teorici del N., in primo luogo Hippolyte Taine e poi, soprattutto, Emile Zola, ritenevano che lo studio dei caratteri e dei comportamenti umani potesse essere condotto con lo stesso rigore classificatorio con cui gli scienziati studiano i fenomeni naturali e che la letteratura, con il genere del romanzo, avesse un ruolo privilegiato in questo tipo di indagine. I punti fondamentali dell'elaborazione teorica del Naturalismo si possono così riassumere:

  • Le vicende umane sono determinate dalla combinazione tra i tratti psicologici e morali "ereditari" dell'individuo, l'ambiente sociale e il momento storico in cui egli si trova a vivere; sulla base di questi tre dati di partenza, il romanziere naturalista potrà formulare delle leggi che gli consentano di conoscere e di rappresentare la realtà nel modo più oggettivo e scientifico.

  • L'atteggiamento del narratore nei confronti dei personaggi e delle loro vicende deve essere assolutamente neutrale, egli deve limitarsi a "fotografare" la realtà esterna, evitando qualunque intervento o commento personale. Alla base della narrativa naturalista è infatti il canone dell'impersonalità, cioè l'annullamento dell'autore all'interno dell'opera, realizzato anche attraverso scelte linguistiche orientate decisamente verso la riproduzione del parlato.

  • Il Naturalismo riserva una particolare attenzione alle contraddizioni della società industriale del tempo, con particolare riguardo alle condizioni di vita delle classi sociali inferiori. Questa rappresentazione delle realtà umane più difficili e a volte degradate è la novità più importante del Naturalismo, anche perché tale scelta si lega alla convinzione che la letteratura, denunciando certe situazioni, possa essere strumento di cambiamento e di progresso sociale.

In Italia le teorie del Naturalismo francese trovano una rielaborazione nell'opera di alcuni grandi scrittori, primo fra tutti Giovanni Verga, che danno vita a quel movimento letterario che va sotto il nome di Verismo.

Pur condividendo col Naturalismo l'adesione al canone dell'impersonalità e l'interesse per le realtà sociali più drammatiche, il Verismo se ne distingue poi per alcune caratteristiche:

  • un atteggiamento di sfiducia nei confronti del progresso umano e delle reali possibilità educative della letteratura;

  • un carattere fortemente regionalista e una maggiore attenzione per il mondo rurale, determinati dalla diversa realtà storico-sociale dell'Italia contadina e preindustriale, rispetto a quella della Francia già industrializzata.

Verga nega che il progresso porti alla felicità. Anzi, ogni tentativo compiuto dai suoi personaggi di migliorare la loro condizione provoca l'opposto, un tracollo del precario equilibrio che sino ad allora garantiva loro un'esistenza misera ma sicura. L'umanità progredisce per le conquiste scientifiche e tecnologiche, ma la società rimane dominata dalla sopraffazione e la vita del singolo dal fato. quindi la posizione del Verga sotto questo aspetto è molto diversa da quella dei naturalisti francesi: non c'è nella sua opera una denuncia del male in vista di un miglioramento, ma soltanto la nuda e cruda constatazione della realtà.

 


Emile Zola       

 Sullo sfondo di un clima positivista , la tendenza filosofica implicita più feconda in altri ambienti culturali, si può capire la rapida e clamorosa affermazione del naturalismo letterario francese. Espressione letteraria della cultura positivista, il naturalismo sostituì alla narrativa di ispirazione sentimentale e psicologica il romanzo- documento- indagine, che analizza i meccanismi delle vicende umane con la stessa freddezza clinica con cui uno scienziato si chinava a studiare il fenomeno naturale. Dietro l'ambizione scientifica e sperimentale dello scrittore naturalista sta la certezza tipicamente positivista che i fatti morali e sentimentali sono governati dalle medesime leggi riscontrabili in natura. 

Nato a Parigi nel 1840, rimasto presto orfano, trascorse infanzia e giovinezza in gravi ristrettezze economiche. Visse lavorando presso la casa editrice Hachette e facendo il giornalista.Diventato famoso con i suoi romanzi, caposcuola del naturalismo, fu al centro di numerose polemiche artistiche.

Si impegnò tra l'altro nella difesa di Manet e degli impressionisti (I miei odii, Mes haines, 1866). Nel 1894 è in Italia, accolto come narratore famoso. L'avvenimento politicamente più clamoroso della sua vita è legato al caso Dreyfus. Zola si schierò con gli innocentisti, denunciò il complotto militarista e reazionario con la famosa lettera aperta pubblicata su «L'Aurore» (J'accuse, 1898). Condannato a un anno di carcere, per evitare la prigione riparò in Inghilterra. Tornò nel 1899, essendo stato annullato nel frattempo il giudizio contro Dreyfus. Morì a Paris il 29 settembre 1902, nel sonno, per le esalazioni di una stufa. Il sospetto di un attentato non venne mai del tutto dissipato

La prima opera pienamente riuscita di Zola fu Thérèse Raquin (1867; nel 1873 ne farà anche un dramma teatrale).

Zola concepì il progetto di un ciclo di romanzi che doveva prendere in esame tutti gli strati della società attraverso le vicende di vari personaggi, tutti appartenenti allo stesso ceppo familiare, ineluttabilmente condizionato da malattie e vizi ereditari. Nacquero così I Rougon-Macquart, storia natura le e sociale di una famiglia sotto il secondo impero (Les Rougon-Macquart, histoire naturelle et sociale d'une famille sous le seconde empire). Il ciclo fu iniziato nel 1871 con La fortuna dei Rougon (La fortune des Rougon), comprese 20 volumi, e si concluse nel 1893 con Il dottor Pascal (Docteur Pascal).

L'ambizione di Zola fu di essere lo storico della vita privata della sua epoca, cioè del secondo impero e della terza repubblica, così come Balzac lo era stato dell'età della restaurazione e della monarchia di luglio. Balzac gli suggerì il disegno e le di mensioni dell'opera, ma peculiare di Zola fu il tentativo di interpretare i fenomeni morali e sociali attraverso le dottrine un po' semplificate di Taine (determinismo) e di Darwin (ereditarietà). Suo anche il tentativo di trasferire alla letteratura il metodo sperimentale delle scienze (Claude Bernard).

La vitalità della sua opera deriva dalla felice contrapposizione tra lo schematismo ingenuo del metodo e della "filosofia", e il suo temperamento, la sua immaginazione, la sua indisciplina emotiva e stilistica. La sensibilità sociale e l'onestà intellettuale di Zola gli permisero di superare spesso i limiti del naturalismo positivistico e il facile culto del progresso. Mentre le correnti estetizzanti che ormai dominavano la letteratura sembra vano non accorgersi neppure del problema sociale, Zola affrontò il conflitto fondamentale della sua epoca, la lotta tra classe proprietaria e proletariato, dandone una rappresentazione potente veritiera e impietosa

Naturalismo è il movimento letterario che nasce in Francia alla fine dell'Ottocento come applicazione diretta del pensiero positivista e che si propone di descrivere la realtà psicologica e sociale con gli stessi metodi usati dalle scienze sociali

 


 

Giovanni Verga

 

Giovanni Carmelo Verga nacque a Catania, secondo di sei figli, il 2 settembre 1840. Lasciati gli studi di legge per entrare, nel 1861, nella Guardia Nazionale, manifesta fin da giovane un grande interesse per la letteratura, pubblicando a soli 22 anni il romanzo storico "I carbonari della montagna". Già in quest'opera è visibile l'ardore patriottico dell'autore, e il suo impegno politico per l'annessione della Sicilia al Regno d'Italia; questi si fanno più evidenti con il secondo romanzo, "Sulle lagune" (1863) e con la fondazione del giornale "Roma degli Italiani".Nel 1865 si trasferisce a Firenze, pubblicando i romanzi "Una peccatrice" (1866) e "Storia di una capinera" (1871). Si sposta poi a Milano, dove entra in contatto con scrittori del calibro di Arrigo Boito, Giuseppe Giacosa, Federico De Roberto; pubblica i romanzi "Eva" e "Tigre reale" (1874), "Eros" (1875) e la raccolta "Primavera e altri racconti"(1876). 1878 espone il suo progetto di un ciclo di romanzi, il cui comune denominatore sarebbe dovuto essere la teoria evoluzionistica darwiniana e il cui modello i romanzi di Zola, dal titolo "I vinti". Nel 1880 esce la raccolta di novelle "Vita dei campi"; l'anno successivo il primo romanzo del ciclo dei vinti e il suo capolavoro, "I Malavoglia"; nel 1882 il romanzo "Il marito di Elena"; nel 1883 le raccolte di novelle "Per le vie" e "Novelle rusticane". Nel 1884 ha la soddisfazione di veder rappresentata in teatro una sua novella contenuta in "Vita dei campi", la "Cavalleria rusticana", che Pietro Mascagni tramuterà in opera lirica nel 1890. Nel 1888 esce il secondo romanzo del ciclo dei vinti, il "Mastro don Gesualdo". Nel 1894 si ritira a Catania e pubblica ancora una raccolta di novelle, "Don Candeloro"; nel 1903 esce il dramma "Dal tuo al mio", nel 1911 inizia il terzo romanzo del ciclo, "La duchessa di Leyra", che però rimane fermo al primo capitolo. Nominato senatore nel 1920, muore nel 1922.

 

Verismo
Il verismo, sviluppatosi in Italia fra il 1875 e il 1890, pur richiamandosi alla tendenza realistica del romanticismo che fa capo a Manzoni e prendendo forma nell’ambiente fervido di stimoli culturali della scapigliatura lombarda, si ricollega direttamente alle teorie positivistiche e al grande modello del naturalismo francese. Mentre gli scrittori realisti francesi avevano dietro di sé una società matura e consapevole e potevano quindi fare delle loro opere uno strumento di azione rinnovatrice, i nostri scrittori veristi si trovavano dinanzi a masse culturalmente sprovvedute e incapaci di recepire il messaggio sociale a esse rivolto. Di qui la condizione di isolamento dello scrittore verista che assume un atteggiamento più contemplativo che attivo e volge la sua attenzione alle sofferenze delle plebi contadine, ma è incapace di sottrarsi al paternalismo e di additare concrete possibilità di riscatto. Accanto a questa fondamentale differenza tra naturalismo francese e verismo italiano (orientato il primo verso le classi sociali produttive dal proletariato all’alta borghesia, volto il secondo a descrivere il mondo agricolo-provinciale e le plebi contadine) è da rilevare il carattere moderato, meno rigido, con cui fu applicata la teoria zoliana del “romanzo sperimentale” e lo stesso canone dell’impersonalità. Teorizzato da L. Capuana, il verismo ebbe in Sicilia il suo massimo rappresentante in G. Verga, accanto al quale è da ricordare il concittadino e amico F. De Roberto.  

 
   
 

 

 


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