La disciplina filosofica è stata, da sempre,
scuola di grandi idee. Per sua natura stessa la filosofia è l’arte del
pensiero, l’arte di andare oltre ragionamenti e logiche quotidiane, l’arte
insomma di scoprire l’Infinito che è in noi.
Così, sicuramente, uno dei grandi maestri del pensiero che ha affrontato
l’argomento “infinito” (e di converso “finito”) è stato Hegel . Gorge
Wilhelm Friedrich Hegel nacque il 27 agosto 1770 a Stoccarda, in Germania;
seguì corsi di filosofia e teologia all’Università di Tubinga, entrò in
contatto con la Rivoluzione Francese, ma ben presto finì per fare il
precettore delle case private.
Scrisse tante opere, ma il nostro intento è quello di indagare sul suo
pensiero senza dilungarci sulla produzione ( seppure essa è rappresentativa
ed anzi testimonianza del suo stesso pensiero).
Il primo approccio con il concetto di infinito si ha sicuramente nei suoi
scritti teologici che però rappresentano una forte calamita per argomenti
squisitamente politici. Focalizzando, però, l’attenzione sull’argomento che
è proprio del nostro breve trattato, dobbiamo tener presente la tesi del suo
idealismo : la risoluzione del finito nell’infinito.
Con ciò Hegel vuol intendere che la realtà in quanto tale non è un insieme
di sostanze autonome, ma un sistema unitario di cui tutto ciò che esiste è
manifestazione. Tale sistema si completa in sé, dunque non avendo altro
fuori di sé, rappresenta sicuramente l’Infinito, mentre i vari momenti che
lo compongono rappresentano il Finito.
E’ come se rappresentassimo :

Dunque
il Finito in quanto tale non esiste essendo semplicemente un’espressione
parziale di “Infinito”. Quindi se partiamo dall’assunto che “la parte” non
può esistere se non considerando
“il tutto” allo stesso modo il Finito non ha ragion d’essere se non in
relazione all’Infinito.
L’hegelismo è, quindi, una forma di monismo panteistico, una teoria cioè che
vede il mondo quale momento finito come la realizzazione di Dio che è,
invece, l’Infinito. Ritornando all’assunto precedente : il Finito quale
parte dell’Infinito. Il concetto di realtà di Hegel, però, non è da
confondere con quello di Spinosa. Per quest’ultimo, infatti, la Natura, la
realtà sono “sostanze” e in quanto tali immutabili e uguali a loro stesse
sempre.
Per Hegel, invece, la Natura ( quindi un Finito facente parte dell’Infinito)
è un soggetto spirituale in divenire in cui tutto “ciò che E’ “ è solo una
tappa, un momento (appunto il Finito) che si mostrerà nella sua pienezza
solo alla fine quando cioè si completerà il quadro dell’Infinito.
Il finito ______ manifestazione ------- Assoluto
e l’infinito in quanto dell’infinito ------ Dio
coincidono il finito è ______ momento necessario ------ Spirito
Concludiamo questo breve accenno filosofico su Hegel con una frase del
nostro grande filosofo che forse meglio riassume la sua visione sul “finito”
e “l’infinito” :
“Il vero è l’intiero. L’intiero è soltanto l’essenza che si completa
mediante il suo sviluppo. Dell’Assoluto devesi dire che esso è
essenzialmente Risultato, che solo alla fine è ciò che è in verità…”.
