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L’arte ha il compito di farci
“percepire” l’infinito in un posto sostanzialmente finito. Infatti è,
paradossalmente, la disciplina più limitata (intesa nel senso materiale
delle tavole da disegno che sono evidentemente limitate come spazio) a farci
cogliere il senso dell’infinito riuscendo così a far viaggiare la mente ben
oltre la rappresentazione,a far vedere oltre ciò che si vede, a far sentire
oltre ciò che si ascolta.
Quale Arte migliore di quella Astratta,è stata capace di distruggere la
realtà oggettiva per scoprire la sua vera essenza e bellezza;infatti il
termine Astrattismo significa proprio “astrarre, separare, togliere “ da
qualcosa per cogliere ciò che non si vede semplicemente.
Infatti l’artista Marc,successivamente affermerà che bisogna demolire,e non
riprodurre, la natura per cercare le leggi che essa nasconde e non
accontentarsi delle apparenze.
A differenza dell’ Impressionismo,dove ciò che più conta in ogni
rappresentazione è dunque l’impressione ( la realtà oggettiva che si imprime
nella coscienza dell’artista), l’arte astratta nasce come libera volontà di
espressione senza limitarsi all’aspetto, all’ esteriorità;quindi essa non è
rappresentazione del mondo esteriore, ma estrinsecazione di quello intimo e
non semplicemente proiettando la nostra vita interiore negli oggetti reali
dipinti,ma bensì abolire completamente questi ultimi,visualizzando con
forme,linee e colori il complesso dei sentimenti.
Colui che è considerato proprio il fondatore dell’Astrattismo è Vasilij
Kandinskij (1866-1944),e precisamente è nel periodo del Der Blaue Reiter (Il
cavaliere azzurro) che l‘artista fonda i principi teorici della sua arte.
L’artista nasce a Mosca il 4 dicembre 1866 e lì compie gli studi
universitari laureandosi in Giurisprudenza,ma ben presto si dedica alla
pittura, infatti già aveva avuto modo da studente di conoscere la opere
degli impressionisti;nel 1896 si stabilisce a Monaco fino al 1914 quando ,
allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, rientra in patria. Tornato in
Russia, prende parte al rinnovamento della società e della vita culturale
del suo paese: riorganizza i musei di provincia, crea l’Istituto per la
cultura pittorica e fonda l’Accademia di Scienze Artistiche. Diviene nel
1922 professore al Bauhaus di Weimar,scuola d’arte, ma appena quest’ultima
viene chiusa dai nazisti,l’artista si trasferisce a Parigi dove muore nel
1944.
L’ opera di Kandinsky che per la prima volta assume un’assenza totale di
riferimenti ad un mondo oggettivo e che inaugura la strada verso
l’astrazione,è sicuramente Primo Acquerello Astratto (1910,conservata a
Parigi).
Con quest’opera Kandinskij libera l’ artista dalla dipendenza millenaria
della rappresentazione. Fin dal principio del Novecento
i soggetti tradizionali della pittura – il paesaggio, la figura, la natura
morta – sono sottoposti a revisioni formali e divengono spunti per
espressioni dell’interiorità dell’artista, dunque cedono in qualche modo la
loro natura rappresentativa per esprimere altro: l’emotività, il disagio, le
pulsioni interne dell’autore. Kandinskij compie su questa via un passo
ulteriore,eliminando ogni traccia di realtà, l’oggetto, tanto che la forma
risulta autonoma, disancorata del tutto dal contenuto,dall’obbligo della
rappresentazione.
Sul foglio di carta ci sono soltanto delle chiazze colorate e dei segni a
matita e a penna. L’elemento unificante è il vuoto di colore della carta
inteso come confine (o margine) della forma colorata. Le riflessioni sui
rapporti tra pittura e musica convincono Kandinsky
che la pittura deve essere sempre più simile alla musica e che i colori
devono sempre più assimilarsi ai suoni. La musica , infatti, è pura
espressione di esigenze interiori e non imita la natura: dunque è di per se
stessa astratta. Un esempio è quest’opera in cui,come nella musica, esistono
toni dominanti e ricorrenti: il grigio-azzurro e il giallo aranciato che
compongono una sorta di tema musicale che subisce continue variazioni con il
mutare delle gradazioni di colore.
Non si riconoscono case,figure,strade,campanili, come si osserva nelle
composizioni coeve, ma solo un regno di forme scaturito dalla sensibilità
dell’ artista che agisce secondo il principio della “necessità interiore”
ossia dell’espressione della natura segreta, spirituale, interna delle cose
e non la rappresentazione delle loro sembianze effimere. L ‘ arte si
comporta come la musica che, non sottoposta all’obbligo di
rappresentazione,stimola immediatamente una risonanza interna
nell’individuo:per tale motivo il caos compositivo dell’acquerello di
Kandinskij è solo apparente,rispondendo piuttosto alla volontà dell’artista
di disporre una relazione variata tra toni freddi e caldi,forme circolari e
lineari.
Il dipinto Alcuni Cerchi risale al 1926 e consta di un campo scuro, profondo
come l’universo, dove si muovono dei cerchi colorati,alcuni
isolatamente,altri in agglomerazione. I colori, intesi trasparenti,sono
disposti sulla tela facendo attenzione al mutamento di tonalità dovuto alla
sovrapposizione delle forme circolari.
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Vasilij Kandinskij




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