Poiché lamore di patria mi riempì di commozione, raccolsi le fronde disperse, e le restituii a
quellanima, che ormai era muta.
Giungemmo quindi al confine dove il secondo girone si separa dal terzo, e dove si
contempla una spaventosa opera della giustizia.
Per spiegare bene le cose qui vedute per la prima volta, dico che arrivammo
presso una pianura che respinge dalla sua superficie ogni forma di vegetazione.
La triste foresta (dei suicidi) la
circonda, come il fiume di sangue circonda questultima: qui ci arrestammo sul margine.
Il terreno era una sabbia asciutta
e compatta, non dissimile da quella che fu calpestata un tempo da Catone.
O castigo di Dio, quanto devi essere temuto da
chiunque legge ciò che apparve ai miei occhi!
Vidi molte schiere di dannati indifesi che piangevano tutte con grande
strazio, e appariva imposta a ciascuna una diversa punizione.
Alcuni (i bestemmiatori) giacevano in terra in posizione
supina; altri (gli usurai) sedevano tutti rannicchiati, altri ancora (i sodomiti) camminavano senza posa.
Quelli che
camminavano girando intorno erano più numerosi, mentre quelli che sostenevano il castigo distesi erano in minor numero, ma più
pronti a manifestare il dolore.
Sulla distesa dì sabbia, per tutta la sua ampiezza, scendevano lentamente, larghe falde di
fuoco, come (falde) di neve su una montagna senza vento.
Come le fiamme che nelle calde regioni dellIndia Alessandro vide
cadere compatte fino a terra sul suo esercito,
e perciò fece calpestare il terreno dalle schiere, perché il fuoco si
spegneva meglio, finché era isolato,
allo stesso modo, scendeva il fuoco eterno; e perciò la sabbia si infiammava, come
materia infiammabile sotto lacciarino, per raddoppiare la sofferenza.
Il movimento frenetico delle misere mani era
incessante, nello scostare dai corpi il fuoco appena caduto.
Cominciai a parlare: ” Maestro, tu che superi ogni difficoltà,
tranne i diavoli ostinati che ci uscirono incontro mentre stavamo per entrare attraverso la porta (di Dite),
chi è quel
grande che non sembra tenere in considerazione le fiamme e giace sprezzante e torvo, in modo che la pioggia (di fuoco) non
sembra fiaccarlo ?”
E quello stesso accortosi che chiedevo di lui a Virgilio, gridò: ” Come fui da vìvo, così sono da
morto.
Anche se Giove facesse lavorare fino allesaurimento delle forze il suo fabbro (Vulcano) dal quale adirato prese il
fulmine acuminato con cui mi colpì nellultimo giorno della mia vita;
anche se facesse stancare gli altri (i Ciclopi), un
gruppo dopo laltro, nella nera fucina dentro lEtna, invocando: “Esperto Vulcano. Aiuto, aiuto!”,
così come fece durante
la battaglia di Flegra (combattuta tra i giganti che tentavano di scalare lOlimpo e gli dei), e mi fulminasse con tutta la sua
forza, non potrebbe gioire della sua vendetta”.
Allora Virgilio parlò con tanta veemenza, come non lo avevo udito mai fino
allora: ” O Capaneo, proprio nel fatto che non si modera
la tua superbia, tu sei maggiormente punito: nessun supplizio,
allinfuori della tua rabbia, sarebbe una sofferenza adeguata al tuo furore ” .
Poi si rivolse verso di me con viso più
sereno dicendo: “Quello fu uno dei sette re che assediarono Tebe; ed ebbe e sembra abbia
Dio in dispregio, e sembra che
poco lo stimi; ma, come gli dissi, i suoi atteggiamenti di disprezzo sono ornamenti assai appropriati al suo animo.
Seguimi
adesso, e stai attento, anche ora, a non mettere i piedi nella sabbia bruciata; ma tieni sempre i piedi a contatto col suolo
del bosco “.
In silenzio giungemmo, nel punto dove scaturisce dalla selva un fiumicello, il cui colore rosso ancora mi fa
raccapricciare.
Come dal Bulicame esce un ruscello che le pettinatrici (della canapa) dividono poi fra di loro, similmente
quello scorreva attraverso la sabbia.
Il suo letto ed entrambe le sponde erano fatti di pietra, come pure gli argini
laterali; e perciò mi accorsi che lì era il passaggio (attraverso la sabbia infuocata).
” Fra tutte le altre cose che ti ho
mostrato, dopo che entrammo attraverso la porta (dellinferno) il cui ingresso non è precluso a nessuno,
i tuoi occhi non
videro nessuna cosa notevole come questo corso dacqua, che sopra di sé smorza tutte le fiammelle. ”
Queste furono le
parole della mia guida; perciò la pregai che mi concedesse il cibo di cui mi aveva dato il desiderio (che mi spiegasse le cose
che, dopo il suo accenno, desideravo sapere).
” In mezzo al mare si trova una terra desolata ” disse Virgilio allora, ” che
si chiama Creta, sotto il cui re un tempo il mondo fu virtuoso.
Vi si trova una montagna una volta allietata da acque e
vegetazione, il cui nome fu Ida: ora è abbandonata come cosa vecchia.
Rea la scelse una volta come nascondiglio sicuro per
suo figlio, e per celarlo meglio, quando piangeva, ordinava di gridare.
Dentro il monte sta eretto un gran vecchio, che
tiene le spalle volte verso Damiata (Damietta, su una delle foci del Nilo: indica qui lOriente) e guarda Roma come fosse il
suo specchio,
Il suo capo è fatto di oro puro, le braccia e il petto sono di puro argento, poi è di rame fino al punto in
cui le gambe si biforcano;
da questo punto in giù è tutto di ferro scelto, eccetto il piede destro che è di terracotta; e
si appoggia più su questo che sullaltro piede.
Ogni parte, fuorché quella doro, è incisa da una fessura che stilla
lagrime, le quali, raccolte insieme, perforano la roccia.
Esse precipitano di roccia in roccia in questo abisso: formano
lAcheronte, lo Stige e il Flegetonte; poi scendono attraverso questo stretto canale
fino al punto ove più non si scende:
formano il Cocito; e che aspetto abbia quella palude, lo vedrai; perciò adesso non ne parlo.”
E io: ” Se questo fiumicello
scaturisce quindi dalla terra, perché ci si mostra soltanto su questo margine ? ”
E Virgilio: “Tu sai che questo luogo ha
forma circolare; benché, scendendo verso il fondo, tu ti sia inoltrato parecchio procedendo sempre a sinistra,
non hai
ancora compiuto un giro intero: perciò, se appare una cosa nuova, essa non deve apportare unespressione di stupore sul tuo
volto “.
E io ancora: ” Maestro, dove si trovano il Flegetonte e il Letè ? poiché di uno di questi non parli, e dellaltro
dici che ha origine da questa pioggia (di lagrime)”.
” In tutte le tue domande riscuoti certamente la mia approvazione ”
rispose; “ma il ribollire dellacqua rossa doveva ben risolvere uno dei due quesiti che proponi.
Vedrai il Letè, ma fuori
di questo abisso, là dove le anime vanno a detergersi quando ogni peccato di cui si sono pentite è cancellato. ”
Quindi
disse: ” Ormai è tempo di allontanarsi dal bosco; fa in modo di seguire i miei passi: gli argini, che non sono bruciati dal
fuoco, indicano la strada,
e sopra di loro ogni fiamma si spegne “.
- Parafrasi de La Divina Commedia