L’Islamismo - Studentville

L’Islamismo

Tema sulla religione islamica e il mondo arabo.

L’Islam è una religione fondata in Arabia all’inizio del II secolo d. C. da Maometto. Islam è una parola araba che indica il concetto di sottomissione assoluta all’onnipotenza di Allah, Dio unico e invisibile. L’Islam si manifesta infatti come un’espressione di monoteismo radicato. Questa concezione rigorosamente monoteista viene considerata, dalla stessa tradizione islamica, in continuità con il credo dell’ebraismo e del cristianesimo; religioni che costituirebbero le tappe della rivoluzione divina. Quest’ultima culminerebbe nella predicazione di Maometto, il profeta per eccellenza al quale lo stesso arcangelo Gabriele consegnò il Corano, il testo sacro dettato da Dio come continuazione del messaggio trasmesso alla Bibbia. La religione islamica si basa su cinque pilastri: la professione di fede monoteista, la preghiera, l’elemosina, il digiuno durante il mese del Ramadan, il pellegrinaggio almeno una volta nella vita a la Mecca. I contatti tra il mondo cattolico europeo con il mondo islamico iniziarono con le spedizioni  espansionistiche arabe. Tale politica portò ad una arabizzazione del mondo occidentale. Importanti furono i progressi lessicali che lasciarono numerose tracce nelle lingue moderne. La cultura islamica ha dato importanti contributi in campo filosofico, astronomico, geometrico e scientifico, e ci ha trasmesso i concetti dell’algebra e della trigonometria. Oggi invece, i rapporti con il mondo islamico sono di altro genere: da parte nostra è presente un legame dovuto al consumo di petrolio che dura già a partire dall’industrializzazione; mentre da parte loro c’è un vincolo dovuto probabilmente, all’assenza di lavoro, alla necessità di migliorare il proprio tenore di vita e spesso, purtroppo, anche ai frequenti attentati terroristici. Tuttavia la nostra religione cattolica è molto tollerante nei confronti degli altri religiosi e guida il cristiano al rispetto delle diverse culture e religioni. Però non sempre ciò accade e l’uomo confonde i diritti con i principi dell’etica. È proprio basandosi sul diritto della libertà di stampa, che alcuni giornalisti hanno pubblicato delle vignette satiriche raffiguranti Maometto. A seguito della diffusione di tali vignette si sono scatenati numerosi conflitti sfociati poi in violenze e attentati. Reazioni islamiche spropositate considerando quello che i rappresentanti del mondo cattolico cristiano hanno dovuto subire, per esempio, in Turchia dove, in passato, su certi giornali  sono apparsi fotomontaggi che mostravano alcuni frati cristiani in discoteca, accanto a delle donne nude. Gli stessi frati sono stati poi accusati di portare droga e pornografia in Turchia. I tempi della difesa sono stati, ciò ha spinto il mondo cristiano a difendere con dignità il sistema di valori in cui crede e che intende condividere. I video che mostrano ostaggi innocenti  minacciati o uccisi davanti a striscioni con il nome di Maometto o di Allah sono un insulto all’Islam molto più grave delle vignette apparse sui giornali. Lo stesso Maometto, infatti, nella sua vita, reagì sempre in modo pacifico alle provocazioni e agli insulti che dovette subire da chi lo contrastava. Il problema riguarda la sovrapposizione di due obiettivi fondamentali: il diritto di avere una fede religiosa che sia rispettata e non oltraggiata, e il diritto di esprimersi in qualunque momento ed in qualsiasi situazione politica, economica e sociale. Tale diritto d’espressione, tuttavia, deve sempre tenere presente il rispetto dell’altro e le conseguenze del proprio pensiero; questo chiaramente non significa indifferenza, né incapacità, di fare una lettura critica del proprio e dell’altrui modo di pensare e di vivere, bensì essere consapevoli della necessità di non varcare mai il limite del rispetto dell’altro. È qui che entra in gioco la laicità dello Stato che deve garantire uno spazio di confronto e di dialogo per favorire la soluzione pacifica dei conflitti e delle tensioni. Lo Stato da parte sua deve dare una risposta che sia di ragion pratica e cioè non aggravare in nessun modo una situazione  diplomatica già difficile, ma facilitare e diffondere il messaggio cristiano di pace e amore.

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