L’Editoriale: Avatar, Pandora e il cinepanettone… - Studentville

L’Editoriale: Avatar, Pandora e il cinepanettone…

Arriva nelle sale italiane il capolavoro di James Cameron, campione d’incassi negli Usa, che segna il ritorno nelle sale del regista di Titanic. Un successo annunciato che in Italia però ha già subito la prima sconfitta…

Gli ultimi al mondo. Gli spettatori italiani da oggi avranno finalmente la possibilità di ammirare l’ultimo capolavoro del geniale James Cameron, che a 12 anni di distanza dal kolossal Titanic ha regalato a cinefili e sognatori un’opera destinata a rimanere nel gotha della fantascienza. Avatar è la parola sulla bocca di tutti, le sale saranno prese d’assalto da appassionati e curiosi. Una di quelle pellicole imperdibili, oggetto di discussione nei cineforum, nei bar ma anche per strada o nei salotti. Un successo annunciato dunque, considerato che negli States il film è già campione d’incassi e insidia le vette cinematografiche di ogni tempo. Numeri da capogiro, 1,331,140,000 dollari incassati nelle sale di tutto il mondo e quarto weekend consecutivo in testa al box office Usa. Il primato di Titanic è nel mirino, Il Signore degli Anelli è già stato sorpassato. Tutto il mondo dunque, chi dal 16, chi dal 18 dicembre, ha affidato a Cameron i suoi sogni (e i suoi soldi) per proiettarsi nel mondo futuristico di Pandora, pianeta straordinariamente creato grazie ad effetti speciali mozzafiato e reso ancor più realistico dal fenomeno 3-D. Un’opera avvincente, coinvolgente, epocale che, come la CNN ha illustrato nei giorni scorsi, può causare negli spettatori addirittura una sorta di “depressione” per il paragone tra il mondo fatato di Pandora e la vita reale.  Tutto il mondo ha potuto godere del capolavoro del regista canadese, tranne l’Italia, che ha dovuto lasciare la fantasia nel cassetto ancora per un mese. L’evento cinematografico dell’anno (il 2009, non il 2010…) nello Stivale è stato infatti posticipato per far spazio ai “classici nostrani”, a Natale a Beverly Hills di De Sica e Io&Marilyn di Pieraccioni. La scelta commerciale della 20th Century Fox è stata dettata dalla “forza” delle produzioni italiani, abituate a sbancare il boxoffice nei giorni natalizi. Colpa di un pubblico abituato a determinate produzioni ed ennesima dimostrazione che per il vero film d’essai, il film d’autore, in Italia non c’è la giusta considerazione. Da noi si etichetta Natale a Beverly Hills “opera di interesse culturale” e si fa slittare di un mese uno dei film destinati a scrivere la storia del cinema. Che non me ne vogliano De Sica e Pieraccioni ma io per Natale al cinepanettone avrei preferito Pandora…

Simone Gambino

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