Spada e parkour, così Donnie è diventato Dastan - Studentville

Spada e parkour, così Donnie è diventato Dastan

Esce nelle sale italiane oggi Prince of Persia, storia tratta dal celebre videogioco. Protagonista è un muscolosissimo Jake Gyllenhaal, lo smilzo Donnie Darko nell’omonimo film, che per la parte si è sottoposto a un duro allenamento…

Lo ricordiamo come il giovane Donnie Darko, ragazzo smilzo, palliduccio, dall’aspetto non certo sportivo. Lo ritroviamo come Dastan, muscoloso e tonico Principe di Persia, pronto a far luccicare bicipiti e pettorali. E’ l’incredibile trasformazione di Jake Gyllenhaal, protagonista di “Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo”, film prodotto da Jarry Bruckheimer e dalla Disney Pictures e diretto da Mike Newell, già regista di “Harry Potter e il Calice di Fuoco”. La pellicola uscirà nelle sale italiane quest’oggi ed è uno dei lavori cinematografici più attesi dell’anno.

Jake, che nel film è affiancato da Sir Ben Kingsley, dalla bella attrice inglese Gemma Arterton e da Alfred Molina, per interpretare il principe Dastan si è sottoposto a duri allenamenti, arrivando a limitare al minimo l’uso delle controfigure. Ha passato oltre sei mesi a studiare equitazione, arrampicata e  tiro di spada ma soprattutto si è dedicato alla disciplina del parkour.
“Mi sono allenato parecchio, correndo, facendo tanta attività fisica e diversi sport – spiega Gyllenhaal – Non sono un tipo a cui piace stare a casa e quindi non è stato un problema. Ma mi sono allenato come un matto. Come si evince dal videogioco, Dastan deve essere molto agile. Non si tratta di uno stile di combattimento gladiatorio, che è comunque presente, ma bisogna saper saltare muri, scalarli e correrci sopra. Ho cercato di simulare queste situazioni il più possibile nel corso degli allenamenti. Ho lavorato a Los Angeles per alcune settimane con un esperto di parkour. Bisogna imparare a muovere correttamente il corpo e l’atterraggio dopo un movimento o un salto è la cosa più importante. Sorprendentemente, a lungo andare, buona parte di quello che mi hanno insegnato è diventato discretamente facile”.

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