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Decadentismo

I caratteri del Decadentismo europeo.

Decadentismo

Corrente letteraria europea che ebbe origine in Francia e si sviluppò in Europa tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento. Trova un corrispettivo nella corrente artistico-architettonica che prese nomi diversi a seconda del paese in cui fiorì: Liberty in Italia, Art Nouveau in Francia, Jugendstil in Germania. Il termine “decadentismo” nacque con l’accezione negativa di “decadenza”, sentita come il declino non soltanto letterario di un’intera civiltà, e ancora prima di diventare il titolo di una rivista letteraria francese (“Le Décadent”, fondata nel 1886) era stato utilizzato dalla critica per definire l’opera di quegli scrittori che manifestavano un’insubordinazione al gusto e alla morale della borghesia, divenuta classe egemone e garante dello statu quo dopo l’esaurirsi della spinta rivoluzionaria del 1848. Due opere, in particolare, avevano suscitato grande scandalo in Francia a metà Ottocento: I fiori del male di Charles Baudelaire e Madame Bovary di Gustave Flaubert, entrambe del 1857.

Le radici filosofiche del Decadentismo

Nato in un’epoca di spinte materiali e intellettuali contraddittorie, che vide rinnovamento del sistema produttivo e stagnazione economica, repressione delle masse popolari e attenzione per la questione sociale, il decadentismo ha radici filosofiche nelle correnti irrazionalistiche che, alla fine dell’Ottocento, convivevano con il razionalismo positivistico dal quale era nata la letteratura naturalista (la raccolta collettiva Le serate di Médan fu pubblicata nel 1880). Due i grandi nomi della riflessione sulla componente irrazionale dell’agire umano: Henri Bergson, che conferì nuovo valore all’intuizione e concepì il tempo non come unità di misura dello scorrere dei fatti ma come dimensione soggettiva e psichica; e Friedrich Nietzsche, che nella Nascita della tragedia (1871) diede risalto e visibilità alla dimensione “dionisiaca” (in opposizione a quella “apollinea”) dell’uomo, cioè a quanto vi è di cieco, irrazionale, animale nel comportamento umano.

Il decadentismo italiano

In Italia, dove la trasformazione economica in senso capitalistico avvenne in ritardo e in modo repentino, il decadentismo non assunse il carattere radicale e dirompente che ebbe nella vicina Francia. Diversa è soprattutto la concezione della figura del poeta, il quale mantiene una funzione di guida culturale della società, al contrario di quanto avviene in Francia, dove Mallarmé riconosce nell’isolamento la condizione dell’artista, costretto ai margini di una “società che non gli permette di vivere”. Esemplare è la figura di Gabriele D’Annunzio, poeta e letterato, ma anche uomo pubblico e straordinario precursore della moderna società dello spettacolo (si pensi al gesto clamoroso del suo volo su Vienna, con il lancio di volantini tricolori), il quale, rimarcando la superiorità dell’intellettuale, si atteggia a vate e condottiero degli spiriti più nobili e arditi della nazione.Anche all’interno dell’industria culturale l’estetismo seppe trovare in Italia un suo spazio, affermandosi grazie a spettacolari manifestazioni e soprattutto oculate operazioni editoriali. Il suo centro fu Roma, dove l’editore Angelo Sommaruga fondò l’elegante rivista “Cronaca bizantina” (1881-1885); altrettanto importanti per la diffusione del decadentismo furono successivamente “Il Convito” (1895-1896), anch’essa romana, e la più longeva rivista fiorentina “Il Marzocco” (1896-1932).

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