Manifestazioni e violenza: il giorno dopo - Studentville

Manifestazioni e violenza: il giorno dopo

Le mobilitazione europee dello scorso 14 novembre hanno fatto registrare numerosi feriti , scontri con la polizia e atti vandalici. La lotta per il diritto allo studio non va però confusa con la violenza gratuita.
Manifestazioni e violenza: il giorno dopo

Il ragazzo spagnolo ferito –  La foto del ragazzo colpito durante le cariche a Tarragona sta diventando un' immagine simbolo delle proteste e degli scontri del 14 novembre per lo sciopero generale europeo. Partita da Twitter salta da social network in social network. L'immagine simbolo di una protesta violenta, condita di lacrime e sangue. Dove la lotta per il diritto allo studio portata avanti dagli studenti europei è stata offuscata da atti criminali e scontri con le forze dell'ordine che poco hanno a che fare con la voce di combatte, civilmente, per un futurto migliore.

Le piazze "calde" – Da Madrid a Roma, dall'Austria a Pisa, le tensioni si sono diffuse a macchia d'olio nel corso di moltissime manifestazioni. Si parla di un principio di guerra civile europea, li chiamano vandali e criminali. Ma questi atti violenti non rappresentano gli studenti, o almeno tutti gli studenti. Chi ha commesso atti di vandalismo, chi impugnava molotof e petardi, non è la maggioranza. Perchè la maggioranza degli studenti era in piazza per gridare propria rabbia nei confronti delle politiche di austerity diffuse in tutta l'UE.  Chi ha sfilato civilmente non può e non deve essere confuso con la minoranza che a Roma sul Lungotevere ha  lanciato fumogeni, bombe carta, sampietrini,  danneggiando molte automoboli. Con chi a Milano ha ferito quattro carabinieri e un poliziotto. Con i criminali che a Torino hano fatto irruzione nella sede della Provincia e prelevato sedie, mobili e documenti portandoli fuori in strada. Non è quella la bella gioventù per cui tifiamo, non è quella la meglio gioventù che merita un futuro migliore.

Studenti vs Poliziotti – E poi ci sono i poliziotti, che fanno il loro lavoro. In un momento difficile, in una situazione difficile. Quelli che cercano di evitare che qualcuno si faccia male non sono di certo gli stessi che caricano gli studenti, qulli bravi, ingiustamente. Quelli che sfogano la loro rabbia su un ragazziono di 14 anni non meritavo di indossare la divisa, neppure quella di uomo. Ma scatenera la violenza versi l'intera categoria a cosa serve?  A istigare odio e rancore nei confronti di chi, come noi, vive in un mondo corrotto che non premia i suoi figli migliori. E allora basta guerra e basta violenza. Che vengano puniti i responsabili tra i vandali e tra le forze dell'ordine. Perchè la guerra, senza armi, va combattuta insieme, poliziotti e studenti alla conquista di un Paese in cui valga la pena di vivere.

 

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