Profumo: La scuola è il presidio della democrazia - Studentville

Profumo: La scuola è il presidio della democrazia

Ieri il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo si trovava a Palermo, dove sono giunte anche le navi della legalità, per ricordare i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E gli studenti sono stati al centro di ogni sua parola
Profumo: La scuola è il presidio della democrazia

Dopo l'attenta di Brindisi occhi puntati sui giovani – L’attentato di Brindisi, durante il quale ha perso la vita Melissa Bassi, continua – giustamente – ad essere sotto i riflettori. I magistrati e le forze dell’ordine sono a caccia del colpevole, e non è escluso che lo trovino molto presto; tutti i rappresentanti istituzionali non perdono occasione per tranquillizzare i giovani e complimentarsi con il coraggio che stanno dimostrando. Ovunque, dal Nord al Sud d’Italia.

Le parole del Ministro Profumo – Ieri il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo si trovava a Palermo, dove sono giunte anche le navi della legalità, per ricordare i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E gli studenti sono stati al centro di ogni sua parola: “La vostra presenza qui oggi – ha detto – è particolarmente simbolica. E' una lezione alle mafia, al terrorismo, alla violenza che sabato scorso a Brindisi ha colpito la scuola in modo brutale e inumano”. Profumo ha sottolineato con forza quello che appare come il concetto universale e più importante: “la scuola è il nostro più importante presidio di democrazia, il luogo della cultura e del confronto dove si formano le nuove generazioni di cittadini, istruiti e consapevoli”. L’attacco di Brindisi, di certo, non cambierà le cose. Non scalfirà la forza della scuola e non “piegherà” i ragazzi. Osservato attentamente da centinaia di studenti radunati nell’aula bunker, Profumo ha aggiunto: “Voi invocate un futuro libero dal ricatto e dall'oppressione dell'illegalità e della incultura: questa è la mafia, la parte oscura del nostro vivere civile'”. Una parte oscura che trae linfa ed alimento dal “non sapere”; lo diceva anche il giudice Antonio Caponnetto, che ieri è stato citato dal Ministro: “la mafia teme più la scuola della giustizia, la mafia prospera sull'ignoranza della gente, sulla quale può svolgere opera di intimidazione e soggezione psicologica”. Parole su cui tutti noi dovremmo riflettere, quando abbiamo i libri fra le mani e poca voglia di studiare. Perché ogni riga, ogni interrogazione, ogni esame è un piccolo colpo inferto alla criminalità organizzata. E’ un grande passo verso un mondo migliore.

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