Maiorca: dieci motivi per andare a Sóller - Studentville

Maiorca: dieci motivi per andare a Sóller


Maiorca ha una una storia segreta: è stata la Sierra di Tramontana a crearla nei secoli, isolando il paese di Sóller dalla capitale Palma. Tanto per dire, fino agli anni Trenta, per gli abitanti di Sóller era normale conoscere Marsiglia e non esser mai stati a Palma: per andare a vender gli agrumi in Francia ci volevano tre giorni di barca, per attraversare la Sierra ci volevano comunque due giorni – a quel punto conveniva parecchio andare a spassarsela in un porto internazionale, e snobbare i vicini dall’altro lato dell’isola.

Poi, dopo la Prima Guerra Mondiale, furono scavate le gallerie per aprire il servizio di collegamento col treno a vapore. Il trenino funziona ancora oggi: ha bellissime carrozze originali in legno, e in un’oretta porta i tedeschi da Palma fino al loro angolo di paradiso mediterraneo. Oggi sono stato prima a Sóller e poi giù sul mare a Porto Sóller, con il tram d’epoca che attraversa limonaie e cortili con i muri di cinta a secco.

Sóller è la gita perfetta in una settimana di mare a Maiorca. Se non mi credete, proverò a convincervi con dieci buoni motivi per muovere il culo dal beach bar del vostro hotel, e spostarvi dalla costa est o sud dell’Isola verso quella a nord.

– Iniziamo col dire che gli Arabi qui hanno fatto un lavoretto mica da ridere. Il bello è che son quasi mille anni che la cosa va avanti indisturbata. A Sóller due omini si danno il turno ancora oggi per manovrare il sistema idrico cittadino: ogni contadino ha una quota di ore limitata in cui riceve l’acqua per irrigare le piante e sono i due omini a gestire tutto, come in un gigantesco trenino elettrico. Un sistema di chiuse e canali gli permette di comandare il flusso dell’acqua facendola arrivare qui e lì in mezza valle ad orari prestabiliti. Siamo nel 2010, ma nessuno si sogna di passare ad un sistema più moderno.

– Da un estremo all’altro, il Jumeirah di Dubai apre entro l’estate il primo hotel nel Mediterraneo. Così Puerto de Sóller, senza rendersene veramente conto, fa il suo ingresso nel gotha dell’hotellerie mondiale. Trovandosi a Palma, perchè negarsi un drink al Jumeirah? Assolutamente da fare, fremiti nascosti d’invidia sono assicurati tra gli amici per tutta la stagione a venire.

– A Sóller ci trovate il molo dei pescatori da visitare alle cinque del mattino quando tornano le barche. Peccato che per legge il pescato non si possa vendere in loco: vi toccherebbe sceglierlo sul molo e poi tornare a Palma per poterlo acquistare al mercato. Il consiglio quindi è quello di fermarsi subito appena usciti dalla stazione al paese alto, perchè la pasticceria che ci trovate ha del sensazionale. Dimessa al punto giusto, e sensazionale.

– Parlando di pesce, qui in settembre potete gustare la lampuga, un pesce che non ha nome in spagnolo perchè si pesca solo nella zona delle Baleari. Dato che esiste solo qui, il nome è in dialetto maiorchino: da noi si pesca sopratutto in Sicilia, ma la cucina è differente.

– Ottimo motivo per venire qui su in montagna: stranamente ci si fa dello shopping. Il paese è piccolo, quindi camminerete molto meno per soddisfare l’istinto di vostra moglie. Due negozi di tessuti tradizionali dovrebbero bastare. In caso proseguite fino al negozietto molto moderno della Can Prunera, il Museo d’arte Modernista che sta in un palazzo d’epoca in Carrer de la Lluna.

– Già che ci siamo, una visita al Museo tantovale farla. La Can Prunera qualcosa da offrire lo ha: Matisse e Cézanne, Warhol e Basquiat, Picasso e Miró. L’ambientazione è quella di una residenza dell’alta borghesia di inizio secolo, col tipico arredamento del liberty spagnolo, piastrelle decorate e tanto legno lavorato. Espone una collezione di bambole d’epoca: tra le tante sale, in questa avrete una ventata di freschezza, bella nel caldo di Maiorca, ma nel retrogusto ci sentirete un pochino di pelle d’oca, come nei film dell’orrore.

– Al Museo vedrete anche la tradizionale disposizione della camera da letto matrimoniale, con due stanze che si affacciano in un salottino centrale molto luminoso. La prima stanza ha due letti separati, ed è quella dove il papà e la mamma dormono di solito. La seconda ha un letto matrimoniale, e lì ci si spostava nelle serate giuste, quando c’era feeling. Stupendo, una cosa civilissima e lussuosa allo stesso tempo.

– Sport. Sóller ha una rete di sentieri di tutto rispetto. Qui si cammina tra mare e montagna, e le mezze stagioni riservano le sorprese migliori: la stagione degli agrumi inizia con i mandarini, poi passa alle clementine e arriva all’estate con l’arancio e il limone. Non vi so dire i chilometri esatti che hanno attrezzato per le passeggiate, ma vedo sulla mappa una bella ragnatela e immagino che la vista del mare dai due rifugi a mille metri non possa essere altro che mozzafiato.

– Dimenticavo. Appena fuori dalla stazione c’è una seconda sala espositiva, dedicata per intero a Mirò: suo nonno era di Sóller, e il paese conserva diverse serie di disegni interessanti. Tra le altre, vedrete le opere ispirate a Gaudì, quelle della serie sulla pietra e la rivisitazione del Cantico delle Creature di S. Francesco con la splendida parete finale dedicata al Sole e alla Luna. Ah, dall’altra parte del cortile, c’è la sala con le ceramiche di Picasso, cinquanta opere che ripercorrono il periodo 1948-1971.

– Dopo la torta di mandorle con gelato di mandorle, chiudete anche voi la visita con l’amaro di erbe locale. Quello più secco è una fantastica sambuca che nasconde alla perfezione i suoi 38 gradi: non prendetela sottogamba, potrebbe giocare anche a voi qualche scherzetto…

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