Matongé a Bruxelles, un pezzo d'Africa nel cuore dell'Europa - Studentville

Matongé a Bruxelles, un pezzo d'Africa nel cuore dell'Europa

Da quartiere difficile, zona di scontri etnici e sociale, a polo di attrazione cultura e turistica. L'evoluzione di Matongé, dove batte forte il cuore africano di Bruxelles.

Matonge a BruxellesMatongé è una zona commerciale di Kalamu, Kinshasa in Congo, ma è anche una zona di Ixelles, un sobborgo di Bruxelles, dove si è stabilita e sviluppata una vivace comunità africana. Un pezzo d’Africa nel cuore della vecchia Europa.

“Sorridi, sei a Matonge”, recita uno sgangherato cartello sopra un ammasso di scaffali, dove fanno bella mostra improbabili cappelli e “canotte” di tutti i colori dall’arcobaleno, in quello che dovrebbe essere un centro commerciale, dove fare gli acquisti di tutti i giorni.

Come tutti i quartieri dell’emigrazione Matongé non ha mai avuto una buona reputazione. Trasandato ed anarchico, frequentemente è stato il centro di conflitti interetnici e sociali, da ultimo nel 2011 a seguito delle elezioni nel lontano Congo. Ma oggi Matongé sta emergendo come una delle zone più emozionanti e creative (la parole chiave del momento è vibrant) di Bruxelles.

Il quartiere ha iniziato a diventare meta di congolesi da quando il Congo, ex colonia belga, ha ottenuto l’indipendenza negli anni ’60, sviluppandosi tutto intorno ad un ostello per studenti che si trasferivano in Belgio per completare i propri studi universitari. E con loro questi studenti, ormai uomini e donne di mezza età, hanno portato anche la propria cultura e tradizioni, ma anche bar, negozi e discoteche.

Oggi chi fa una passeggiata a piedi lungo Chaussée de Wavre di notte, si imbatte in una serie di negozi che espongono tradizionali capi di abbigliamento africani, parrucchieri accanto a negozi alimentari che espongo merce esotica, tutti aperti fino a tarda ora, tutti circondati da capannelli di persone, intente a parlare, e spettegolare, sui fatti e persone del quartiere.

Nella pedonale rue Longue Vie, alcuni ristoranti come Le Soleil d’Afrique servono piatti a buon mercato, come il delizioso Mafé pollo, un piatto senegalese con salsa di arachidi, o cocktail dagli improbabili nomi, come Viagra, ai clienti affastellati sui tavoli del locale; giovani eurocrati, spalla a spalla con studenti di origine congolese.

Ma non è stato semplice creare questo nuovo clima, superare le barriere e le diffidenze che albergavano in entrambe le comunità. C’è voluto l’impegno della Comunità Europea, che ha messo sul piatto soldi per finanziare progetti semplici-semplici, come un torneo di calcio amatoriale a Matongé.

E così Matongé, da luogo di periferia da evitare, ha acquistato un certo fascino, per il suoi colori, per la sua vivacità, per il suo retaggio culturale, in salsa belga. Fascino che ha attirato prima i più giovani, poi i turisti più curiosi, ed ora gente di tutte le età e provenienze. E con loro, sono arrivati anche nuovi negozi e locali, per vivere questo pezzo d’Africa in Europa.

Afrikamäli, ovvero “tesori africani ” in Swahili, in rue Ernest Solvay, è un luminoso ed accattivante negozio che vende oggetti d’artigianato provenienti da tutta l’Africa sub-sahariana. Un bel negozio etnico per i turisti, il primo impiego per tante persone di origine congolose.

Ed ancora tanti altri negozi, frutto della creatività ed inventiva di piccoli imprenditori locali, come Le Petit Boudoir, che vende delicati e stravaganti accessori, Les Midinettes, una specie di atelier sartoriale, ed anche un caffè, che promuove giovani designer belgi. Ma ci sono anche cavernosi antri che propongono vestiti vintage, librerie di seconda mano, e bar alla moda, quella d di Moitagé ovviamente, come lo Stam Café.

Cultura africana, mischiata a quella europea, che ha spinto Vincent, un belga, a scommettere nelle potenzialità di Matongé, un pazzo 19 anni fa quando decise di aprire il suo Comptoir Florian, un precursore oggi con un bel caffè dove si respira l’atmosfera multi etnica propria delle grandi metropoli statunitensi.

E dopo Vincent sono arrivati bar e ristoranti giapponesi, che servono ramen o cozze belghe in rue St Boniface, e Elisabeth e Sinem che qui hanno aperto il loro Unico, un piccolo wine bar e ristorante italiano.

Per iniziare a conoscere e capire Matongé, l’idea giusta può essere quella di affidarsi ai tour culturali di organizzati dall’associazione culturale Kumba, pronta a farci scoprire questo pezzo d’Africa in Europa.

Leggi anche l’Galeries royales Saint-Hubert, la via dello shopping di Bruxelles.

Via The Gurdian.
Foto Wikimedia Commons.

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