Doping nello sport - Studentville

Doping nello sport

Tema sul doping nello sport: tema di attualità svolto, completo di traccia, svolgimento, riflessioni e conclusioni; un utile spunto cui ispirarsi.

TEMA SUL DOPING – TRACCIA SVOLTA

TRACCIA

L’attività sportiva deve essere improntata al rispetto dei principi etici e dei valori educativi, oltre a promuovere la salute individuale e collettiva.
Tuttavia sempre più spesso, atleti di ogni livello ricorrono al doping per modificare le condizioni psicofisiche o biologiche nell’organismo, tentando di alterare le proprie prestazioni agonistiche. Il candidato esprima le proprie considerazioni sul fenomeno in questione.

TEMA DI ATTUALITÀ SVOLTO SUL DOPING: SVOLGIMENTO

Era il settembre del 1988, quando il corridore canadese Ben Johnson vinceva la finale dei centro metri piani, stabilendo il nuovo record mondiale, avendo percorso la distanza in questione in nove secondi e settantanove centesimi. Soltanto tre giorni dopo, in seguito ai test effettuati dal comitato olimpico internazionale, l’atleta veniva squalificato per aver violato le norme antidoping, e la sua vittoria annullata. Quattordici anni dopo, nel gennaio 2002, la sentenza di primo grado del processo penale per doping che coinvolge la Juventus (poi ribaltata in secondo e in cassazione), condannava a un anno e due mesi il medico sociale del prestigioso club italiano, per “frode sportiva e somministrazione di farmaci in modo pericoloso per la salute”. In quel processo furono ascoltati in qualità di testimoni, alcuni tra i più importanti campioni del calcio internazionale degli ultimi venti anni. Ancora, maggio 2006: la polizia spagnola arresta il medico spagnolo Eufemiano Fuentes, dopo aver ritrovato nella sua clinica cento sacche di sangue, steroidi anabolizzanti, e macchine per eseguire trasfusioni. Il materiale, secondo i verbali, sarebbe stato utilizzato per una serie di emotrasfusioni capaci di falsare il risultato sportivo di alcuni ciclisti tra i più importanti del panorama mondiale.
I casi di doping citati, sono solo alcuni tra i più rilevanti che hanno coinvolto importanti campioni di differenti sport negli ultimi anni. Il doping però (“Abuso di sostanze o medicinali vietati con lo scopo di aumentare artificialmente il rendimento e le prestazioni di un atleta”) è una pratica che non riguarda, purtroppo, soltanto sportivi di primo piano, o in generale il mondo del professionismo. Sono tantissimi, infatti, i casi di giovani atleti che negli ultimi si sono avvicinati (spesso condizionati mentalmente o invogliati dalle le insistenze dei propri allenatori o preparatori) al mondo del doping, dando vita a un fenomeno che nell’ultimo trentennio in particolar modo, ha conosciuto dimensioni enormi. I sistemi di controllo abbastanza efficaci ed affidabili, tuttavia, sviluppatisi negli ultimi tempi (a cominciare dai cosiddetti “test incrociati”, e dalle analisi sempre più approfondite), hanno fatto si che il momento della punizione continui ad essere preminente, per quanto riguarda la giustizia sportiva, rispetto a quello della prevenzione. Se allo stato attuale, per esempio, è molto più facile rispetto a quindici o venti anni fa, che chi faccia uso o abuso di sostanze illecite venga smascherato e punito, molto meno le istituzioni sportive sono riuscite a fare per spiegare ai giovani quanto la pratica del doping sia una pratica estremamente dannosa e negativa, sia dal punto di vista morale, che da quello fisico.
Innanzitutto, infatti, bisogna tenere in considerazione il fattore etico che entra in gioco nel momento in cui si parla di doping. Non si può ignorare la questione riguardante un risultato sportivo falsato, e la mancanza di correttezza nei confronti dell’intera macchina sportiva (in primo luogo gli avversari che hanno rispettato le regole, e i tifosi, che si trovano ad assistere a una competizione non vera). Ancora più delicata, però, è la questione che riguarda i rischi che gli atleti corrono, ancora di più se si pensa che moltissimi tra loro si avvicinano al mondo del doping giovanissimi, proprio nella fase in cui i risultati sportivi diventano fondamentali, per esempio, per il passaggio dal dilettantismo al professionismo. I fattori che causano questo avvicinamento sono senz’altro molteplici: innanzitutto la pressione esercitata sugli atleti, come già sottolineato, dettata dalla necessità di ottenere risultati; in secondo luogo le insistenze di alcuni preparatori, soprattutto a livello giovanile, le cui carriere sono indissolubilmente legate a quelle degli stessi sportivi che essi assistono; infine una cultura sportiva e del lavoro assolutamente insufficiente, tale da non far considerare una violazione così palese delle regole come qualcosa di deprecabile, e altamente dannosa per tutti gli altri attori in gioco in una competizione sportiva.
È proprio questo, però, che riporta al punto di partenza del ragionamento anticipato sopra. Molto è stato fatto, dagli organismi internazionali sportivi dal punto di vista del controllo e tanti risultati sono stati ottenuti negli ultimi quindi anni soprattutto. Dal 1999, proprio il Comitato olimpico internazionale ha promosso la nascita della WADA (Word Anti-Doping Agency), una fondazione a partecipazione pubblica-privata, nata con l’obiettivo di contrastare la diffusione del doping nel mondo dello sport. La stessa WADA, che lavora in collaborazione con le singole federazioni sportive, ha ottenuto dei risultati importanti in questi anni. I passi più importanti, tuttavia, sono stati fatti nel miglioramento dei test antidoping e nelle attività di ricerca.
Nonostante i grandi investimenti economici, però, l’aspetto facente riferimento all’educazione – che la WADA porta avanti con l’aiuto dei governi dei singoli paesi – sembra non essere ancora sufficiente ad un adeguato contrasto del fenomeno. Iniziative e laboratori all’interno tanto delle scuole quanto degli impianti sportivi, così come importanti campagne di istruzione e pubblicitarie (che mettono in guardia dai rischi per la salute, e provano a spiegare quanto possa essere nocivo il doping), non sono state infatti, purtroppo, finora sufficienti, non solo a sconfiggere, ma quantomeno a limitare seriamente il fenomeno doping, che allo stato attuale costituisce il problema più grande per il mondo dello sport internazionale.

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