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Generazioni PC

Storia del PC dall'intuizione di Babbage.

Il momento propizio perché la tecnologia degli elaboratori si sviluppasse in modo veloce fu nell'immediato Dopoguerra. All'origine del grande cambiamento, ci fu un piccolo congegno creato per la radio, la valvola, capace di accelerare in modo incredibile i processi di calcolo all'interno di un una macchina.   

Il 16 febbraio del 1946 entra in funzione l'ENIAC (Electronic Numerical Integrator And Calculator),  il primo elaboratore della storia a non possedere parti meccaniche in movimento, ma solo circuiti elettronici. E' stato realizzato nei laboratori di ricerca balistica dell'esercito americano su progetto dell'ingegnere John Presper Eckert e del fisico John William Mauchly, entrambi dell'istituto di ingegneria elettronica dell'università della Pennsylvania. L'ENIAC ebbe un costo complessivo di 486.802 dollari e era composto da: 17.468 valvole, 70.000 resistori, 10000 condensatori e  500.000 saldature; pesava 30 tonnellate, assorbiva una potenza di 175 Kwh.  ed effettuava ca. 5.000 addizioni al secondo.  L'ENIAC non può però considerarsi un vero e proprio elaboratore, poiché non  rispetta il modello di Von Neumann: i dati sono memorizzati su accumulatori, ma il programma da eseguire no, poiché dipende dal cablaggio interno. Infatti, prima di poter lavorare su un certo programma, l'ENIAC doveva essere preparato da un squadra di tecnici che per diversi giorni lavorava a collegare manualmente i circuiti elettrici necessari per quel programma.
L'ENIAC restò in funzione fino al 1955 ed è attualmente esposto allo Smithsonian
Institute di Washington.

Da un progetto dello scienziato di origine ungherese John Von Neumann, entrano in funzione nel 1950,  presso l'Istituto di Studi Avanzati dell'Università di Princeton, negli Stati Uniti, l'EDVAC (Electronic Discrete Variable Automatic Computer), quello che è stato universalmente riconosciuto come il vero prototipo dei moderni elaboratori elettronici.
Questa nuova macchina è basata sul concetto di "programma memorizzato", cioè vengono registrati al proprio interno, nella "Memoria", non solo i dati su cui lavorare, ma anche le istruzioni per il suo funzionamento.

In questo modo il calcolatore, durante il corso di una elaborazione, sulla base della analisi dei risultati intermedi, può saltare direttamente da una istruzione all'altra, eseguendo di conseguenza operazioni diverse, potendo così, secondo le varie necessità, risolvere problemi di tipo diverso.
Il calcolatore diventa così "elaboratore", capace cioè di eseguire non solo operazioni aritmetiche ad alta velocità, ma di prendere decisioni logiche, previste da un programma creato dall'uomo, elaborando quindi qualsiasi tipo di informazione.

La combinazione di queste due caratteristiche permette di alterare la normale sequenza delle istruzioni in base all'esito di un confronto: permette cioè di trasferire, all'interno della macchina, quelle funzioni di controllo che prima richiedevano un intervento esterno, facendo compiere quel salto di diversi ordini di grandezza alla "velocità di esecuzione" del calcolo ed alla sua "garanzia di correttezza", che erano state auspicate da Leibniz e  delineate da Babbage.

Gli studi teorici sugli elaboratori elettronici danno vita a una serie di prototipi isolati identificati con sigle come EDSAC, MADM, SEAC, UNIVAC, ecc. e questi elaboratori cominciano ad interessare anche l'industria. Quindi, dalla fase puramente sperimentale, si passa alla produzione in serie di queste macchine e quelle di maggior successo saranno l'UNIVAC (UNIVesal Automatic Calculator) e la serie IBM Sistema.

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