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Giulio Romano

vita e opere di Giulio Romano

Giulio Pippi conosciuto come Giulio Romano nacque a Roma nel 1449, fu tra i più importanti architetti e pittori del Rinascimento e del manierismo Italiano. La ricostruzione si basa sulle Vite vasariane, fin da giovane entrò nella bottega di Raffaello Sanzio divenendo così tra i maggiori collaboratori, eseguendo alcuni affreschi nella villa Farnesina e nelle logge vaticane. Completò alcune opere iniziate da Raffaello come il cortile del Palazzo Branconio dell’Aquila. Alla morte di Raffaello avvenuta nel 1520, G. Romano ereditò la sua bottega realizzando alcuni lavori effettuati nella sala di Costantino con Gian Francesco Penni. A Roma realizzò la Pala Fugger, e la lapidazione di Santo Stefano; Nel 1524 si trasferì a Mantova  come artista di corte presso Federico II Gonzaga, tra le prime realizzazioni abbiamo la villa Marmirolo ad oggi distrutta, successivamente realizzò tra il 1525-35 il Palazzo Te eseguendo anche affreschi e stucchi; progettò anche il Padiglione della Rustica e si occupò di decorare l’appartamento di Troia a Palazzo Ducale. Nel 1526 fu nominato superiore delle vie urbane; ristruttura il Duomo di Mantova. Per Ludovico X di Baviera realizza nel 1537 il palazzo di Landshut.Morì nel 1546 e fu sepolto nella chiesa di San Barnaba, ma la sua tomba nel 1737 fu dispersa.

Opere:
Palazzo Te: costruito tra il 1525 e 1535 su commissione di Federico II Gonzaga. Il Palazzo presenta una pianta quadrata ed è costituito da un solo piano, al centro ha un cortile di forma quadrata costituito da colonne di marmo con ordine doriche sormontate da una trabeazione dorica presentando su ogni intercolumnio  un triglifo, presenta entrate poste su tutti e quattro i lati; ma quella principale è data dalla loggia, definita loggia Grande costituita da tre arcate sorrette da colonne binate. A ovest dell’edificio vi è il vestibolo di forma quadrata con quattro colonne che viene diviso in tre navate; le volte delle navate laterali presentano un soffitto piano mentre la navata centrale presenta una volta a botte. La parte esterna dell’edificio è costituita in bugnato con un ordine gigante di paraste lisce doriche. Si presume che il palazzo fosse dipinto anche esternamente, ma ne rimangono solo gli affreschi interni. Internamente è costituita  da sale dove gli affreschi ricoprono interamente la volta e le pareti; sala dei giganti, la sala grande dei cavalli, la sala di Amore e Psiche, la sala delle Aquile, la sala dei venti, delle imprese, di Ovidio, la camera del sole, la sala dei Cesari e dei bassorilievi ed infine la loggia d’onore. Tra i vari affreschi troveremo quello della caduta dei Giganti situato nella sala dei Giganti; l’affresco fu realizzato intorno al 1532-35, nella cupola è raffigurato Zeus che utilizzando i fulmini sconfigge i giganti mentre tentano di raggiungere l’Olimpio; la raffigurazione fa rifermento al mito della Gigantomachia, stilisticamente si rifà a Raffaello.

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