Nel 2010 l'Università di Pavia ha approvato una riforma del sistema di contribuzione studentesca che comportava lo sforamento dei limiti previsti dalla legge relativamente al rapporto tra finanziamenti ministeriali e contributi degli studenti.
Questo il motivo per cui migliaia di studenti hanno spiccato ricorso contro l'ateneo per ottenere il rimborso di tasse in realtà non dovute.
Giovedì, la decisione del Consiglio di Stato ha dato ragione agli studenti, difesi dai legali Ticozzi, Giambelluca e Ferrari e l'università lombarda sarà chiamato ora a corrispondere ai ricorrenti 1,7 milioni di euro.
Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, ha sottolineato come fuorilegge siano 35 italiane su 62. "All'indomani del ricorso il governo Monti spalancò leporte alla liberalizzazione delle tasse universitarie, facendo sì che gli atenei italianio divenissero i terzi più cari d'Europa".
"Le tassazioni medie per studenti sono balzate dai 980,81 euro ai 1.052,86 del 2014", ha continuato Dionisio "Questa sentenza dimostra come l'Università italiana sia ormai giunta al collasso. Si è dimostrata la responsabilità diffusa di questo processo, in capo anche agli atenei, che ha portato gli studenti ad essere i principali soggetti penalizzati. Ieri è stato un giorno fondamentale per le nostre battaglie: abbiamo ottenuto l’innalzamento delle soglie ISEE ed ISPE per accedere alle borse di studio e abbiamo vinto questo storico ricorso, ma non ci fermeremo di certo".
"Questa sentenza, inoltre, è una bocciatura politica evidente per il Governo Monti, che, scardinando il vincolo del 20%, ha deformato la proporzione tra contribuzione studentesca e finanziamenti pubblici".
Fonte foto: capodannopavia.com