Il “Sapere”: non puoi vederlo, non puoi toccarlo, né puoi distruggerlo. È un concetto astratto che trova la sua forma più concreta nelle mille parole sui libri, nei mille pensieri dei grandi uomini che hanno fatto la storia; affonda le sue radici in ognuno di noi, ma solo in pochi riesce a germogliare. Ogni giorno si può imparare, ogni giorno ci si chiede il perché di qualcosa nell’attesa che qualcuno soddisfi questo nostro dubbio, incertezza o pura curiosità. Molte persone, purtroppo, sono prive d’interesse per ogni cosa che le circonda, non si chiedono il perché di questo o di quell’altro o forse se lo chiedono nel loro intimo, senza la necessità di esternarlo, probabilmente poiché hanno imparato a vivere senza risposte, nell’ignoranza, nell’imbarazzo di non poter rispondere un giorno a milioni di domande che i loro figli porgeranno, curiosi di scoprire ogni segreto di questo mondo per loro ancora sconosciuto. Quanti ragazzi abbandonano la scuola, la principale fonte del loro sapere? Magari per andare da subito a lavorare, per guadagnare i soldi che servono per comprare un vestito stupendo che sicuramente farà invidia alle amiche che non possono permetterselo, la moto che farà impazzire di invidia gli amici. Ma di tutto ciò che cosa è veramente importante? Niente! Ogni cosa acquistata con il denaro è fine a se stessa, ha solo un volere materiale destinato ad esaurirsi in breve tempo senza lasciarne traccia. Che fine farà quel vestito quando non ti andrà più? E quella moto quando crescerai e non te ne importerà più niente? Finiranno nel grande cestino della tua vita … sì, proprio lì, perché ti accorgerai che in realtà non serviranno a niente, anzi, ti danneggeranno; ti accorgerai di aver abbandonato il tutto per nulla, ma te ne accorgerai troppo tardi quando quell’errore fatale sarà ormai irreversibile. E ti ritroverai solo, con la tua vita insulsa, insignificante, circondato da tutto ciò che di futile ci possa essere, solo con te stesso, solo con la tua ignoranza, solo con i tuoi dubbi, le tue perplessità, i tuoi rimpianti. Nella vita ci sono due estremi, si può essere ricchi ma stupidi, oppure si può essere poveri ma colti. Molti probabilmente sceglierebbero la prima opzione per risparmiare fatica ed energia e sbaglierebbero perché la cultura, il sapere, la volontà, l’interesse rendono una persona completa, intelligente, astuta, furba, sagace e le permettono di sopravvivere in questo mondo. Il sapere è una pianta in continua crescita che non morirà, è un sole che non tramonterà, è l’unica cosa che farà per sempre parte di noi e che non finirà in un cestino per essere dimenticata. Purtroppo molti giovani non capiscono tutto ciò, o più semplicemente non lo vogliono capire e rovinano la loro vita a discapito della loro stessa persona, di quello che sarebbero potuti divenire, delle tante cose sbagliate di questo mondo che avrebbero potuto cambiare. Davvero vale la pena rinunciarci?
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